giovedì 12 marzo 2015

Come falena


Gesti che già hanno  il loro padrone
e sorrisi provati alla bisogna
ore da segnare sul calendario
e bicchieri, di altri, da riempire
 
le parole spese senza ritorno
e i silenzi incassati in stanze strette
in una notte che ancora mi esilia
nella folla di tre solitudini
 
Tutto si accende con note segrete
e un silenzio libero da catene
e le parole ritornano vive
scegliendo il muto palco e antichi ascolti
 
e lo spicchio di notte che conservo
risplende a giorno sul vero respiro
come falena che gioca nel giallo
di un sole per finta che scalda e uccide

11/03/15
(Oliviero Angelo Fuina)


A proposito di noi



Io mi trovo tra il nulla e l'infinito
in quel gesto che si apre, e nell'inedia,
dove il verbo ammutolisce nel cielo
ruggendo incomprensibile nel fango
 
Tu sei tutto ma ancora non mi basta
perché non sai raggiungere quei luoghi
che stanno tra la notte e i miei pensieri
e in ciò che non so dire e in ciò che urlo
 
Tu sei molto ma non è mai abbastanza
per chiuder la distanza dei silenzi;
di noi sappiamo tanto in superficie
tenaci ad evitare ogni immersione
 
Io sono quello che tace con la penna
e tu sei gli aggettivi che non leggi
perché vedersi spesso dentro casa
di certo non vuol dire stare insieme
 
E adesso che nei vetri trovi un senso
- io che li ho già scheggiati tempo prima -
mi parli dei riflessi più leggeri
e dell'ipocrisia mi affossa il peso
 
É tanto che ho scordato il tuo profumo
e la tua pelle è soltanto un confine
ma io che da aquilone ho perso il filo
mi adagio nella quiete più distante.

18/11/2014
 
(Oliviero Angelo Fuina)
 
Poesia premiata col terzo posto al Premio Letterario Nazionale "Una perla per l'oceano"
 


lunedì 9 marzo 2015

Quella sua veglia




 
Una sigaretta dopo l'altra,
aspettava un orario più congruo
disperdendosi in note pareti
dentro sguardi più ciechi e già sordi
 
ma era un nulla che ambiva dal tempo
che tiranno era stato di giorno
e il voler riappropriarsi di istanti
era il minimo dazio a un respiro
 
La routine sotto il sole dai vetri
dove il passo spedito ha un suo fine
ora aveva di contro l'inedia
dal sapore di vera conquista
 
E le ore rubate al riposo
ritempravano slanci più fieri
come a dire che al nulla che accade
la sua firma vantava in puntiglio
 
perché un attimo colto dal niente
dove nulla è già stato deciso
è quel vuoto che riempie la mente
ricacciando i fantasmi pattuiti
 
ma può essere che questa veglia
che lui sceglie oltre ogni buon senso
alla fine nasconda paura
di un domani dettato dagli altri
 
e la brace che accende altra brace
e la tosse che spezza il silenzio
riempie l'attimo illuso di eterno
nel suo braccio di ferro col sonno.
 
07/03/15
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)