Lago di malinconia
Bisogna amarla, la malinconia,
per vestirsi delle brume del lago:
uggiosa inquietudine d’acque lente
a confondersi coi piedi del cielo;
l’ipnotico mantra di sciabordio
che allunga polpastrelli alla carena
d’un guscio capovolto, solitario,
a contemplare i placidi Germani.
Canne danzanti strusciano i ricordi
arruffando gli umidi sospiri
nello specchiarsi distorto del tuo volto
sopiti desideri d’acqua dolce.
Lego un rimpianto ad ali di Breva
che dal Sud si leva, morto il Tivano,
sull’onda lunga piango un dolore
sapendo del conforto alle tue rive.
E quando a sera solo il tuo sentore
richiama nello sguardo la distesa
d’acque profonde sopra quel mistero
che irrisolto ondeggia la mia pena.
09/01/07
*****
Nel frastuono di un totale tacere
*****
D'illusa urgenza
E' un vociare insistente di silenzi
questa piazza di transiti fugaci
è fresco il chiaro sole di Novembre
tra note modulate sopra i rami;
il frastuono di inchiostro inopportuno
turba il bianco specchio del mio sguardo
è l'urgenza di un niente da fermare
per non volare in cieli più profondi;
i passi nell'attesa di altri passi
- come foglie nel frusciare di danza -
scrutano orizzonti da inventare
col sacchetto di un presente d'invito.
Rintoccano lontano ore a festa
batacchio di memoria ad aggregare
passa un gatto in sinuosa indifferenza
maestro dell'eterno suo sapersi;
nei frammenti disegnati a parole
- ecco ruote a cigolare in pupille -
c'è il tempo di un pensiero a tavolino
mentre il foglio si arrende alla sua fine.
01/11/09
*****
Sei nuvola, dicevo
*****
E' d'inchiostro il sudore della vita
in tutti i passi, affermando me stesso,
è allo specchio che scrivo le mie rughe
mettendo quei sorrisi per inciso
E' quel sacco che graffia la mia schiena
a dare la misura di ogni viaggio
io sono dei graffiti giusta somma
a volte un aggettivo un po' desueto
Il profilo, dagli anni, è appesantito
ma il verbo più leggero non inganna
è il mio nome che ho dato alle parole
mentre curvo le spalle alle sconfitte
Allargo i miei confini sopra i fogli
io che da questa sedia non mi muovo
ma gli occhi in penna d'oca hanno le ali
e voli in doppio margine sanciti
Mi chiedo come vendere i miei versi
che liberi già sono, oltre la mano,
è un filo d'aquilone che mi lega
ai cieli più lontani del mio cuore
Io scrivo, e poco altro riesco a fare
forse mi nutro di qualche consenso
come se il volo, di altri sguardi, indotto
mi fosse ricompensa di un restare.
20/12/13
*****
Non sono venuto a salutarti
(Audio poesia per voce di Franco Picchini)
Non sono venuto a salutarti
nell'amaro sagrato dei fiori
tra gli sguardi a fissare l'assenza
e un dolore per ogni domani;
già ho mancato i tuoi occhi sinceri
quando ancora sapevan parlare
quale senso ha incontrare il tuo guscio
mentre il frutto ha fragranza infinita?
Io non c'ero tra folla dolente
nel ricordo futuro svanito
ma ho sentito su pelle il sorriso
di un tuo essermi accanto comunque
ti ho sentita nel tronco del melo
e tra l'erba bagnata di pioggia
nella nuvola accesa del cielo
e nel murmure canto del fiume
e ti sento anche in questi miei versi
mentre chiedi se posson vestirti
come il tempo di prima più illuso
quando il senso incagliava la forma
ed ancora ti nego il saluto
pur se posso incontrarti davvero
ma a che serve agitare una mano
se il tuo fuoco è già parte del vento?
04/09/15
*****
Quale Amore
(Audio poesia per voce dell'attore Franco Picchini)
Ma di quale amore state parlando
se lo accostate a violenze morali?
Cosa ne resta al netto di un timore
di vincere un possesso con la morte?
L'amore non si chiede né pretende
lui vive nel respiro dei sorrisi
e voi che dite "in fondo poi ti amava"
ma in questo abisso di odio poi si muore!
Smettetela di bestemmiarne il nome
i lividi dai baci son diversi
la viola non è il fiore del perdono
e il suo colore mi è fiorito in viso.
Dannata sia la bestia che cammina
su piedi umani e artigli più vigliacchi
l'abbraccio della morte è ancora caldo
quando a sé mi stringeva in un "Ti amo"!
Scusatemi se amore in scusa nego
ma quale amore voi dite ad esempio?
Chi compie un omicidio è morto dentro
ma chi non vede uccide tutti i giorni!
10/10/15
*****
Nel frastuono di un totale tacere
Mentre accorda, il Maestro, il pianoforte
in rondini di note nel suo cielo
si scopre non conoscere strumento
che ogni assenza di suono possa dare;
diteggia le sue pause dentro il rigo
cercando verità nella sua assenza
più di mille son le cose da dire
nel frastuono di un totale tacere;
regolare, il metronomo balbetta
cadenzando il suo guardare sospeso
vorrebbe che svanisse tutto il Tempo
per gli abbracci assoluti di memoria.
Anche il niente disegna i suoi frattali
dentro l'eco di ogni vibrazione
il pianista poi dissolve se stesso
come acqua nell'onda primordiale
e nemmeno forse esiste un silenzio
nel verbo del divino tra i pianeti
è musica costante che non senti
creando dimensioni in percepire.
19/02/2011
*****
D'illusa urgenza
E' un vociare insistente di silenzi
questa piazza di transiti fugaci
è fresco il chiaro sole di Novembre
tra note modulate sopra i rami;
il frastuono di inchiostro inopportuno
turba il bianco specchio del mio sguardo
è l'urgenza di un niente da fermare
per non volare in cieli più profondi;
i passi nell'attesa di altri passi
- come foglie nel frusciare di danza -
scrutano orizzonti da inventare
col sacchetto di un presente d'invito.
Rintoccano lontano ore a festa
batacchio di memoria ad aggregare
passa un gatto in sinuosa indifferenza
maestro dell'eterno suo sapersi;
nei frammenti disegnati a parole
- ecco ruote a cigolare in pupille -
c'è il tempo di un pensiero a tavolino
mentre il foglio si arrende alla sua fine.
01/11/09
*****
Sei nuvola, dicevo
Sei nuvola, dicevo,
delicata e lieve,
sei forma da scoprire
prima che al soffio
cambi, del nuovo vento,
prima che eterea
in nuovi cieli scompaia
lasciando sprazzi blu mare
per stelle in eterno affacciarsi
lasciando silenzi scanditi
da mete senza ritorno
lasciando passati e presente
scrutando orizzonti infiniti
del profilo tuo incerto, orfani.
28/01/05
*****
*****
L'alibi di uno scheletro
Anche lo scheletro del tuo amore
si è già sbriciolato fra le dita
che la mano del rimpianto tende
chiedendo il buio per non guardare.
E vinco il fumo che graffia in gola
perdendo notti a plasmar parole
per questa storia che è già leggenda
dispersa in fogli che più non leggo
e stringo il respiro agonizzante
di un amore che non è invecchiato
inventando dolori tenaci,
alibi per non guardare all’oggi.
È carta vetrata su ferite
riscoprirmi sano come un pesce
e lo so che non potrai mancarmi:
è di me la nostalgia che sento.
Don Chisciotte in sella a Ronzinante
Dulcinéa ho voluto pensarti
per non guardare i mulini a vento
girare il vuoto del mio presente.
15/05/07
***
Succede così
Ed è così che succede
mentre quel nome sorprende
come un ricordo lontano
in vuote stanze planato;
un amore senza fine,
nel suono di un sostantivo,
visto in quell'ultimo sole
prima di nebbie sorprese
e guardi il cerino spento
scoprendo più freddo il buio
e pensi che ti era vita
prima che distanza venne
in punta di piedi scalzi
sui ponti illusi di verbo
bastando solo il silenzio
a dividere i due mondi.
Fa male quando succede,
o meglio, quando ti accorgi,
che tutti i futuri sordi
d'inascoltati presenti
morirono senza l'eco
o un ultimo tentativo
di sanguinare una scelta
tra spine di rosa vinta.
E allora è così che cade
nel buco di un tuo singulto
l'odore della sua pelle
in notti senza difesa;
insieme più non sarete
e a volte questo barlume
acceca lo sguardo spento
in onde di sale sciolto.
08/01/12
*****
Ritorno a Nord Est
(anche in audio)
E' verso Est che l'ombra di un vessillo
danza il vento di un ricordo futuro
nei sogni miei sfiorati tra le calle
e il suono dei tuoi tacchi in piazza antica
rimane per entrambe il mio segreto
salvando altri equilibri più precari
ed oggi la tua voce ho risentito
trovando la risposta al mio saperti.
Tu giglio e rosa a inestricarmi il petto
e sguardo di magnolia alla finestra
la nuda pelle e il capo sulla spalla
a spettinare gote e il mio stupore
le tue parole in musica accentata
sembravano le stesse in confidenza
ma il sasso di un silenzio troppo grande
ha già spezzato il marmo di un cammino.
Tu selce messa al collo di un guerriero
invece torni senza una partenza
non dici le parole più banali
e il tuo tacerle mi alimenta il fuoco
e adesso tu chi sei dovrò scoprirlo
pescando il nome antico da una scelta
passata vita abbiamo da sanare
ma ciò che so è nulla da sapere.
E già il ponente allunga i suoi sospiri
chiamandomi da mille angolazioni
vorrei ci fossi tu senza il tramonto
per sorgere di notte in passi antichi.23/4/13
(Poesia finalista al Concorso Poetico Nazionale "Il lago e la rupe" 2014)
Succede così
Ed è così che succede
mentre quel nome sorprende
come un ricordo lontano
in vuote stanze planato;
un amore senza fine,
nel suono di un sostantivo,
visto in quell'ultimo sole
prima di nebbie sorprese
e guardi il cerino spento
scoprendo più freddo il buio
e pensi che ti era vita
prima che distanza venne
in punta di piedi scalzi
sui ponti illusi di verbo
bastando solo il silenzio
a dividere i due mondi.
Fa male quando succede,
o meglio, quando ti accorgi,
che tutti i futuri sordi
d'inascoltati presenti
morirono senza l'eco
o un ultimo tentativo
di sanguinare una scelta
tra spine di rosa vinta.
E allora è così che cade
nel buco di un tuo singulto
l'odore della sua pelle
in notti senza difesa;
insieme più non sarete
e a volte questo barlume
acceca lo sguardo spento
in onde di sale sciolto.
08/01/12
*****
Ritorno a Nord Est
(anche in audio)
E' verso Est che l'ombra di un vessillo
danza il vento di un ricordo futuro
nei sogni miei sfiorati tra le calle
e il suono dei tuoi tacchi in piazza antica
rimane per entrambe il mio segreto
salvando altri equilibri più precari
ed oggi la tua voce ho risentito
trovando la risposta al mio saperti.
Tu giglio e rosa a inestricarmi il petto
e sguardo di magnolia alla finestra
la nuda pelle e il capo sulla spalla
a spettinare gote e il mio stupore
le tue parole in musica accentata
sembravano le stesse in confidenza
ma il sasso di un silenzio troppo grande
ha già spezzato il marmo di un cammino.
Tu selce messa al collo di un guerriero
invece torni senza una partenza
non dici le parole più banali
e il tuo tacerle mi alimenta il fuoco
e adesso tu chi sei dovrò scoprirlo
pescando il nome antico da una scelta
passata vita abbiamo da sanare
ma ciò che so è nulla da sapere.
E già il ponente allunga i suoi sospiri
chiamandomi da mille angolazioni
vorrei ci fossi tu senza il tramonto
per sorgere di notte in passi antichi.23/4/13
(Poesia finalista al Concorso Poetico Nazionale "Il lago e la rupe" 2014)
*****
Arrivò piano
(Audio poesia per voce dell'attore Franco Picchini)
Arrivò piano, come un'emicrania
e dove prima sentivi il profumo
la tua bocca già morde il bianco seno,
freddo, come notte che ti sorprende
e dove prima sentivi il profumo
la tua bocca già morde il bianco seno,
freddo, come notte che ti sorprende
Ed è lei ora che abita il volto
e nulla esiste che non sia quel marchio
che danna lo sguardo acceso allo specchio
e un sorriso di conquista a perdere
e nulla esiste che non sia quel marchio
che danna lo sguardo acceso allo specchio
e un sorriso di conquista a perdere
Nodose dita tengono la luna
nel nudo camminare sopra i mondi
un cane abbaia all'ombra di sé stesso
e un allocco finisce lo spartito
nel nudo camminare sopra i mondi
un cane abbaia all'ombra di sé stesso
e un allocco finisce lo spartito
Arrivò piano, senza spiegazioni
senza passi da contare a ritroso
e nel tuo orfano abbracciare il vento
c'è tutto il senso a trattenere il pianto
senza passi da contare a ritroso
e nel tuo orfano abbracciare il vento
c'è tutto il senso a trattenere il pianto
Senza le scarpe fermo hai camminato
tracciando la tua rotta su memorie
e poi di colpo invece sei partito
ma come se nemmeno fossi stato
tracciando la tua rotta su memorie
e poi di colpo invece sei partito
ma come se nemmeno fossi stato
Arrivò piano, come un temporale
e dove ricamavano le gocce
ora tutto nell'onda si disperde
nel riflusso che danza la tua ghiaia
e dove ricamavano le gocce
ora tutto nell'onda si disperde
nel riflusso che danza la tua ghiaia
che adesso mi frantuma consonanti
nel chiamarti con l'inutile voce
ed è il silenzio a gridare più forte
nella guerra che mai nessuno vince
nel chiamarti con l'inutile voce
ed è il silenzio a gridare più forte
nella guerra che mai nessuno vince
- Arrivò piano, forse inaspettata,
senza fermarsi per mostrarci il viso -
senza fermarsi per mostrarci il viso -
27/04/13
*****
La garza del silenzio è sempre infetta
(Audio poesia per voce di Franco Picchini)
Le
vedi nei sorrisi di facciata
occhiali
scuri, spesso, a mascherare
troppi
i fiori violacei sulla pelle
e
quelle grida annegate nel sale
L’arroganza
misogina inculcata
è
tara ereditaria più nefasta
dove
è l’Uomo che perde la saggezza
tacitando
del creato l’armonia
La
garza del silenzio è sempre infetta
-
si incancrenisce il tessuto sociale –
ridiamo
fiato non chinando il capo
perché
di ogni silenzio abbiamo colpa
Si
spezza l’equilibrio più divino
ed
ogni unione alchemica decade
il
calice più sacro si frantuma
perché
di ogni creato il Dio è la Madre
Ferita
dignità di razza umana
ad
ogni colpo inferto sulla Donna
ma
la violenza che nessuno addita
è
anche nel rispetto calpestato
e
voi che date voce a questi versi
urlate
la condanna a viso aperto
chi
non accusa è pari all’accusato
si
uccide anche girando il viso altrove
-
Nessuno vince quando muore il seme
del
Sacro Femminino che è dell’Uomo –
05/11/14
*****
É il mio nome che ho dato alle parole
(Audio poesia per voce di Franco Picchini)
in tutti i passi, affermando me stesso,
è allo specchio che scrivo le mie rughe
mettendo quei sorrisi per inciso
a dare la misura di ogni viaggio
io sono dei graffiti giusta somma
a volte un aggettivo un po' desueto
ma il verbo più leggero non inganna
è il mio nome che ho dato alle parole
mentre curvo le spalle alle sconfitte
io che da questa sedia non mi muovo
ma gli occhi in penna d'oca hanno le ali
e voli in doppio margine sanciti
che liberi già sono, oltre la mano,
è un filo d'aquilone che mi lega
ai cieli più lontani del mio cuore
forse mi nutro di qualche consenso
come se il volo, di altri sguardi, indotto
mi fosse ricompensa di un restare.
nell'amaro sagrato dei fiori
tra gli sguardi a fissare l'assenza
e un dolore per ogni domani;
quando ancora sapevan parlare
quale senso ha incontrare il tuo guscio
mentre il frutto ha fragranza infinita?
nel ricordo futuro svanito
ma ho sentito su pelle il sorriso
di un tuo essermi accanto comunque
e tra l'erba bagnata di pioggia
nella nuvola accesa del cielo
e nel murmure canto del fiume
mentre chiedi se posson vestirti
come il tempo di prima più illuso
quando il senso incagliava la forma
pur se posso incontrarti davvero
ma a che serve agitare una mano
se il tuo fuoco è già parte del vento?
se lo accostate a violenze morali?
Cosa ne resta al netto di un timore
di vincere un possesso con la morte?
lui vive nel respiro dei sorrisi
e voi che dite "in fondo poi ti amava"
ma in questo abisso di odio poi si muore!
i lividi dai baci son diversi
la viola non è il fiore del perdono
e il suo colore mi è fiorito in viso.
su piedi umani e artigli più vigliacchi
l'abbraccio della morte è ancora caldo
quando a sé mi stringeva in un "Ti amo"!
ma quale amore voi dite ad esempio?
Chi compie un omicidio è morto dentro
ma chi non vede uccide tutti i giorni!
Nessun commento:
Posta un commento