sabato 10 ottobre 2015

Catullo docet (Odi et amo)

 
Odio l'amarti come io ti amo
ed è un dolore che mi crocefigge
amo di me anche l'odio che ora sento
perché è soltanto inedia ciò che uccide
 
É un'altalena dalla corda corta
lo slancio che mi attrae e mi ritorna
il vento di un sorriso sul mio viso
che subito si oscura tra i capelli
 
Ed è un tormento questa breve corsa
tra l'apice e l'abisso che ora esploro
ma è un moto che non posso controllare
salvo cadere fuori dalla giostra
 
Ma vivo e quindi amo e quindi odio
e dentro questo slancio è l'equilibrio
che forse viene dato a fine corsa
per cavalcare il vento che ci ascende.

01/04/15
 
(Oliviero Angelo Fuina)

Ho incontrato un poeta

 
 
Ho provato a guardarlo di nascosto
dietro il vetro di una bottiglia vuota
ma il riflesso di una luna di sbieco
ha celato ai miei occhi i suoi orizzonti
 
Eppure conoscevo anche il suo nome
persino qualche volta l'ho incrociato
nel suo passo banale ed ordinario
che nulla avrei puntato per scommessa
 
Di certo la risposta è più profonda
e nulla lascia al caso o all'apparenza
e forse esser Poeta è comprensivo
degli attimi vissuti senza tempo
 
laddove ogni pensiero si rifrange
donando la scintilla ai molti invisa
che acceca nel silenzio fragoroso
mostrando dei colori un altro spettro
 
A questa conclusione l'ho fermato
incuriosito dal suo esser nudo
davanti al bianco specchio del papiro
che veste in modo sobrio ogni pudore
 
"Io amo in ciò che è umano anche il dolore
ma più di tutto l'emozione vera
ed ogni sentimento mi fa vivo
svelando di me stesso anche l'ignoto"
 
Fu questa la risposta, e inoltre aggiunse
nel mentre si apprestava a salutarmi:
"Tu cerchi la Poesia in ciò che scrivo
ma lei respira solo nello sguardo;
 
lo scrivere di me non è una scelta
ma solo quell'urgenza di capire
perché ci è dato un cielo d'infinito
ed ali ben nascoste da trovare."

01/04/15
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)

Resta

 
 
La cappa dei giorni senza fiato
cucita a filo grosso da impegni
veste ogni nervo scoperto e vivo
pulsante di futura nostalgia
 
E il tuo nome è sospeso nel vuoto
nell'ovatta di comode nebbie
distante e mai lontano dal petto
singulto che si aggruma alle labbra
 
Resta l'orario degli occhi di fumo
di una penna a implorare il riposo
per noi due che mai fummo davvero
sotto il cielo di carne e di pelle
 
Resta un libro al profumo di rosa
un biglietto a ricordo di un viaggio
che all'andata ha sommato il ritorno
e il ricordo di un giglio nel cuore
 
Resta un poco ma un attimo resta!
in quest'ora rubata di notte
resta e fatti guardare di nuovo
che il tuo vecchio riflesso mi basta
 
Lancia in resta rimango da solo
ma quest'alba dirada il suo fumo
addensando una lacrima in dote
mentre annega a levante il mio sogno
 
14/06/15
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)