lunedì 10 agosto 2015

I pescatori di Oggiono

Lago di Oggiono - Foto di Oliviero Angelo Fuina
 
É in certi giorni di afa stagnante
che l'odore di lago e di squame
abbraccia i pescatori di Oggiono
che sfidano i riflessi con gli occhi
 
mentre immersi nel rito pagano
imparano il silenzio dei forti
e uno strappo di prova alla lenza
conforta il loro vivere attenti
 
e il mantra di un costante moto d'onda,
lunga e lenta come il gioco di attesa,
impregna ogni pensiero in via di fuga
tra le rughe di un guardare sommerso
 
Nei guizzi di una pinna e polsi scaltri
c'è l'apice di vita che si sfida
nell'atavico istinto primordiale
che regola la preda e il predatore
 
Ma questi volti incisi d'acqua dolce,
sui piedi ben piantati nel momento,
bruciati al sole avanti il
Cornizzolo
non chiedono nient'altro oltre lo strappo
 
Eppure c'è chi il pesce poi ributta
già pago della sfida vittoriosa
ed io mi chiedo se quel suo carniere
sia vuoto di ogni pesce o di altro pieno.

26/04/15
 
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)

domenica 9 agosto 2015

Generazionale

 
 
La mia supponenza di padre-amico
si frange nel divario necessario
di ciò che si ha bisogno di capire
sfidando con audacia ogni buon senso
 
E tu che del ribelle vanti il tempo
mi escludi come forse adesso è giusto
però te l'assicuro che fa male
di un passo a due tagliando l'illusione
 
Rimane solamente il mio silenzio
e quella rabbia forse da non dire
ma in esclusiva cerchi le esperienze
perchè un consiglio buono più non vale
 
Tu pensi la metà di ciò che muovi
sperando sempre nella buona stella
ma vero è che l'amore poi perdona
ed è ciò che conservo tuo malgrado
 
Si dice che ci siam passati tutti
e in questo la memoria mi difetta
eppure io pensavo di esser nuovo
e non la stessa copia di mio padre
 
E nel fermento dei tuoi sani ormoni
e l'indipendenza che vuoi affermare
presumi di sapere ogni carta
ma d'alea è fatta in toto l'esistenza
 
Io posso solamente accompagnarti
seguendoti discreto con lo sguardo
perché nelle puntate più rischiose
ho già sofferto il ruolo di perdente
 
Avrei sperato quindi nel tuo ascolto
o quanto meno nel rispetto antico
sapere invece che un po' ti vergogni
precipita il tuo tempo alla mia infanzia
 
É vecchio come il mondo il tuo conflitto
che è risaputo generazionale
raccolgo i cocci della mia illusione
di una battaglia da affrontare insieme
 
Ognuno ha il proprio ruolo di natura
e il nostro per un po' sarà diviso
ma poi la vita che ti vuole bene
ricambierà le carte in barricata
 
e in me ritroverai la tua scintilla
forse anche solamente nel ricordo
e all'improvviso annullerai distanze
tra un padre in sorte avuto e il tuo destino.
 
30/07/15
 
(Oliviero Angelo Fuina)


venerdì 7 agosto 2015

Ghermendo increspature di un sogno

 
 
Sono ipotesi di pelle distanti
tra sguardo lungo e un corpo già affrancato
dagli anni già vissuti suo malgrado
nelle attese di approdi improvvisati.
 
É giovane la curva di quel fianco
e il seno si erge in barba ad ogni legge
la fantasia protende le sue mani
ghermendo increspature del suo sogno
 
e quando poi succede di esser visto
in collisione di orbite casuali
è mio lo sguardo che in difetto cade
nel pavido proteggersi in vergogna.
 
Che importa se dell'anima è l'eterno
il giusto tempo di un'età fasulla
di certo non mi aiuta ad esser pari
con le mie rughe e i suoi fiori di pesco
 
L'autunno è più presente questa estate
sebbene i rami e il tronco son curati
ma troppa è la distanza dalle gemme
di primavera ignara dell'inverno
 
Ancora rubo pelle alla memoria
nel volo di un tacchino nella gabbia
le vette da rischiare ancora osservo
ma improprie son le ali a sostenermi
 
e forse resta solo un bel sognare
che ammanta questo luglio regalato
nel dono di un possibile sospiro
a patto che poi non trattenga il fiato.

30/07/15
 
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)

Una storia che forse non esiste


 
É un giorno rubato alla normalità
di un vivere consueto tra i binari
che mai portano ad alcuna stazione
ma il biglietto costa tutta una vita
 
É una storia che finisce all'inizio
o comincia forse quando è alla fine
perché a far la differenza è chi parla,
nello sguardo che sceglie di narrare
 
e nel sole che ho scelto di indossare
sulla pelle spogliata per la spiaggia
io non ero previsto in questi luoghi
ma d'altronde è un mistero ciò che accade.
 
L'onda calma di un vento che la stira
ha il fascino di un mondo inesplorato
e vergine io sono ad ogni tuffo
dentro la calda bolla temporale
 
Troppo presto sarà il viaggio di ritorno
e tutto sembrerà mai accaduto
ma cosa è mai reale in ciò che avviene
se non la percezione conosciuta ?
 
E forse questa storia non esiste
se non tra le parole accatastate
e quel dolce suo viso sconosciuto,
per caso accanto, sempre l'ho pensato
 
Se solo fossi qui mi guarderebbe
io che sono dovunque in nessun luogo
poeta, forse, o antico creatore
di mondi nati e morti in un istante.
 
30/07/15
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)