venerdì 29 maggio 2015

Ho amato un dolore

 
 
 Ho amato davvero il feroce dolore
 che parlandomi di te squassava il petto
 nell’illuso mio respiro agonizzante
 che tendeva dita d’aria alla tua schiena.

 
 Ma è questa apatia che più non sopporto
 mentre cala le sue nebbie di morfina
 per lenire idealizzata sofferenza
 di un passato più presente del presente.

 
 E adesso che risuona nel petto il vuoto,
 forse l’eco di un ricordo del dolore,
 le parole si smarriscono la notte
 in questa pace emotiva non voluta.

 
  Senza un pianto che giustifichi Poesia,
 senza l’aria che rimpiange il tuo abbandono,
 posso chiedere alla notte di tacere:
 non ho lame per ferirmi d’altri fogli.

 
 (Oliviero Angelo Fuina)
 
Poesia giudicata al primo posto nella rassegna poetica “La luce dopo il buio” a cura della Redazione di “L’oceano nell’anima”
(Maggio 2015)
 
 
 
Questa la motivazione:
 
"Il dolore, la luce dopo il buio, secondo l’autore Fuina Oliviero Angelo “Ho amato un dolore”, pathos, sofferenza, tono concitato e passionale con un testo di forte impatto poetico, con un p...atto di autenticità tra autore e lettore che tocca, percepisce, si sdraia tra le auree sorde alla pietà di un sentire sottomesso e inerme. L’analisi scandaglia il foglio riempitosi di tempo, “Forse l’eco di un ricordo del dolore” e il cammino percorre la sua strada che si confina perché “Non ho lame per ferirmi d’altri fogli”. Metonimie, prosopopea, l’autore usa la poesia rendendola eco della sua voce come oggetto vivo che respira e interagisce con il lettore reale.
Da qui il plauso in ammirazione! "

lunedì 25 maggio 2015

Le tre poesie premiate con il secondo premio al "Città di Forlì"

La motivazione per il 2° Premio assegnatomi
 
"Stelle che diranno il tuo nome"
 
 
Nessuno ti ha mai detto il silenzio
oppure di foglie ascese ai rami
nel regalo della neve, i fiocchi,
si sciolgono a svelarci il calore
 
In segreto un filo d'erba cresce
come lancette ferme allo sguardo
non sai nell'istante tutto il tempo
che scorre a occhi chiusi nei baci
 
Guardo il prato orfano di schiene
sapendo di perduti misteri
e non vedrò del vento l'inizio
o stelle che diranno il tuo nome
 
Dove il fuoco va quando finisce
lì sarai, nel freddo di un rimpianto
vorrei essere un cielo di marzo
mai bagnato da piogge costanti
 
Spettino le fronde nello sguardo
mentre i pugni riempiono le tasche
già più spoglio è il sole di levante
ora che singhiozzo il tuo tramonto.
 
 
"Il vuoto di una scelta"
 
 
In un giorno costipato che arranca
rovinando d'inedia anche la notte
sono finte le parole virtuali
e quelle a muso duro fanno male
 
Ma le gabbie racchiuse di un sospiro
disegnano impotenti i troppi passi
che girano su ipotesi più lise
e il cielo di un rimpianto si avvicina
 
E' musica che arretra il tempo illuso
e avanza le ferite a fine pezzo
allora canticchiavo l'incoscienza
e il sole sorrideva sui miei anni
 
Ho perso, senza viaggio, un altro treno
e il tuo nome, già scritto mille volte
in archivi, si perde, da annullare
e piaghe da curare avrò ai miei piedi
 
Ancora busserai dentro il mio sguardo
e forse avrò parole fortunate
ma il mio sarà quel capo che si china
planando la zavorra dei pensieri
 
Ancora cercherò la prima stella
in rotte da ripetere a memoria
e avrò nel senno d'altri il mio consenso
che ho perso dentro il vuoto di una scelta.
 
 
"Come vento su rughe sorprese"

Come vento su rughe sorprese
questi giorni di attesa a perdere
spettinano programmi e certezze
e il passato è un futuro remoto
 
Il mio sguardo che vive un istante
rantola il respiro da più ore
nei pensieri che sono appassiti
e domani è già troppo vicino
 
Il tempo che non vivo è un sicario
che mi buca la mente dal cuore
nella smorfia sorpresa e sconfitta
che si fissa sui gesti scordati
 
Le promesse che ieri stringevo
sono già, di domani, i rimpianti
mentre il nulla che ora mi guarda
è uno specchio crepato in profondo
 
L'opera d'arte dell'artista Guido Marchetti ricevuta in premio.
"Veduta aerea", 50 x 50, colori ad acqua/ acrilico su compensato, 2005
 


sabato 23 maggio 2015

Il collezionista di parole

 
Colleziono parole numerate
come se nel possesso avessi vanto
e gli attimi che fermo son fuggenti
e oscillano dispersi tra i silenzi
 
Preziose testimoni dei miei anni,
che troppo ho scritto e poco li ho vissuti,
o meglio, dei miei sogni spesso infranti
del resto chi mai scrive mentre vive?
 
Negli attimi di Grazia rivelata
il nero della china si fa d'oro
e a nulla serve scriverlo sul sole
di un giorno che vivrà poi nel rimpianto
 
e allora sì che fiumi di parole
avranno un letto nato nel dolore
per tutti quegli istanti ormai perduti
nell'ombra ineluttabile del tempo.

17/05/15
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)
 


L'applauso negato

 
 
Sono soltanto parole, alla fine,
che vivono sull'albero presente
smeraldi sui rami o d'ambra a cadere
figlie di una viva pianta silente
 
Sono spoglio nel gelido incompreso
delle mie foglie nemmeno ho memoria
le ho lasciate planare, esuberante,
credendomi leggenda sempreverde
 
Lascerò riposare le radici
e linfa accudirò sotto corteccia
e ad ogni gemma, quando è primavera,
mai racconterò mute storie di altri
 
perchè l'applauso, quando vien negato,
frastorna di un dolore da non dire
ed io qui in piedi, fermo nella terra,
ci posso stare non per ciò che mostro
 
Con la mia chioma di oscillanti lemmi
spettino gli sguardi a volare in cielo
ma la mia altezza è tale in proporzione
a quanto nel sommerso so affondare
 
e in questo inverno che l'anima nutre
effimera forza lascio alla tormenta
e da natura, che mi sa accudire,
disseto al pianto che insapora vita.

04/05/15
 
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)


Poesia premiata con "Menzione d'onore" al Concorso Letterario Nazionale
"Mani in volo" II Edizione (12/09/2015)