giovedì 23 ottobre 2014

In morte del Ciliegio

 
 
 
 
Ti vidi in bianco, qual fossi tu sposa
nei lievi tuoi respiri in primavera
e dei miei passi l'alta sentinella
legando alle tue fronde ogni preghiera
 
A te il mio primo sguardo mattutino
nell'iniziare il nuovo dì ai tuoi piedi
che avevano detriti di altre guerre
prima di darti terra non mediata
 
Lasciavo i frutti accesi alle cornacchie
che avevan casa in torre a te vicina
spaziava l'occhio a tutti i miei confini
da te partendo in facili sorrisi
 
La somma del mio tempo nei tuoi anelli
amico caro di un abbraccio vero
mi hai visto a capo chino e viso fiero
bevendo come lacrime il sudore
 
E adesso posi il tronco sulle foglie
che caddero per prima sotto il vento
è quasi osceno il tuo mostrar radici
che perdono nell'aria ogni buon senso
 
E il soffio del sicario è già un lamento
nel tuo crollare in questa ultima danza
incredulo accarezzo la tua testa
senza staccare i piedi dal terreno
 
Già manchi e più di tutto manca l'ombra
che ho sempre demandato ai miei futuri
sognando quel ristoro meritato
dopo l'aratro nel tuo ampio feudo
 
Nell'aria che mi sferza celo il sale
che segna gote in arido solcare
sfiora il tuo freddo legno il mio tremore
che fermo in dignità tu mi mostravi
 
Prezioso mio Maestro ti saluto
antico amico piango i tuoi silenzi
che ancora mi frastornano nel cuore
donandomi radici per volare
 
Sei stato di famiglia l'imponente
e ciò che eri mai sarà scordato
mai più vedrò con gli occhi il tuo sapermi
ma sempre ti saprò Ciliegio amico

22/10/14
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)


martedì 7 ottobre 2014

Ma in calce mi sorprende lo sbadiglio

 
 
 
Ho piedi piagati da belle scarpe
e soltanto al lavoro vesto a festa
è il tempo che non guardo che più corre
ma è come se fuggisse in altri luoghi
 
Io poi che non possiedo passaporti
e apolide mi invento mille case
mancandomi quel posto che mi specchia
mai vedo le lancette accontentarmi
 
E manco le parole di risposta
avendo frantumato tutti i vetri
per caso, o per disegno Superiore,
mi trovo a non trovarmi nella folla
 
Mi resta quindi solo il mio silenzio
e ciò che più di me ho già donato
e penso che ora esisto come prima
sebbene in pochi possano saperlo
 
Riscrivo la mia assenza sulla carta
per confermarmi sveglio nella notte
ma in calce mi sorprende lo sbadiglio
e allora in nessun luogo chiudo gli occhi

13/09/14
 
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)

Voglio piangere d'inchiostro e di sale

 
 
È in queste ore che pendono a destra
al levante di un cerchio sul muro
con lancette a incontrare l’aurora
che più mi manca il mio dire l’amore!
 
Vorrei scriver di un volto che mi vesta
di un profumo che è noto alle mie labbra
di un’attesa tra gioia e sofferenza
di un ricordo da vivere al presente
 
ma non c’è nessun nome nelle vene
un sospiro che inventi gli aggettivi
ed un bacio che possa aver la rima
o sperarla nell’eco di un ritorno
 
Sono stanco di essere ormai morto
ed avere atteggiamenti approvati
nell’inerzia di una finta saggezza
dove pace è solamente sconfitta
 
Voglio piangere d’inchiostro e di sale
e aver tormenti da stupire ancora
nei ritagli anche rubati di pelle
dentro un attimo che valga l’eterno
 
Basterebbe infatti un’ultima volta
che possa infine diventar la prima
approdando nell’iride che specchia
il sorriso mai nato sul mio volto

30/09/14
 
 
(Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati)