mercoledì 27 marzo 2013

Child in Time



Nei soffi delle campane di vetro
il ricordo fanciullo si frantuma
nei coriandoli di sogni da grande
sopra la maschera triste di un Pierrot.

Sul letto fatto, in quattro ascoltavamo
la sua voce che si alzava di tono,
il ritmo accelerava il nostro tempo,
nell'urlo di un apolide presente;

questo è il mio sangue che danza scomposto
tra le pieghe d’acciaio della strada:
nella valle che coglierò una rosa,
dentro un fosso recidendo innocenza.

Eviterò gli spari ad occhi chiusi
in scomode trincee di fortuna ,
insegnerò la Vita a un altro bimbo
recitando, fra parole, la morte.

E la chitarra è lamento foriero
ingannando frenetica gli ormoni;
è canzone che riascolto nel tempo
chiedendomi dov'era il mio confine.

26/02/07
(da: "Suggestioni d'ascolto - Poesie in cuffia")

- Child in Time dei Deep Purple -

lunedì 25 marzo 2013

Comunicato ufficiale per la Prima Ragunanza sulle orme di Cristina di Svezia



Dopo un’attenta lettura delle poesie giunte per la Prima Ragunanza sulle orme di Cristina di Svezia, ideata da Giuseppe Lorin, la Giuria, composta dai membri di Liber@rte (Andrea Leonelli, Elisabetta Bagli, Gino Centofante, Monica Pasero, Oliviero Angelo Fuina e Michela Zanarella)  ha scelto le seguenti liriche per l’antologia che sarà edita da ArteMuse Editrice:


“Maddalena, terra mia” di Sebatiano Impalà
“Il salice ridente” di Alessandro Moschini
“L’Apocalisse” di Osvaldo Crotti
“La fine” di Maurizio Donte
“La discesa dal monte” di Loredana Savelli
“Istinti in disuso” di Emanuela Arlotta
“Io Sole” di Emanuele Marcuccio
“Ultima radura” di Giovanni Monopoli
“Il mio mare” di Gianni Di Giorgio
“Il Kagu”  di Giovanna Iorio
“Connubio” di Ciro Pinto
“Acrobati feriali” di Paolo Carlucci
“Invidio il vento” di Stefano Massetani
“Arcadia” di Maria Rotolo
“L’inchino degli alberi” di Alessandro Bellomarini
“Natura” di Bartolo Montanari
“Ho spiegato alle palme” di Giuseppe Vetromile
“Utopia” di Carla De Angelis
“Lunica Madre” di Anna Cibotti
“Il fiore giallo” di Lorenzo Spurio
“Luce nuova sulla terra” di Roberta Marzi
“Forza della vita” di Nadia Milone
“Infinito cielo di Gea” di Rosina Brun
“L’ odore della mia terra” di Tiziana Mignosa
“Lo scudo della vita” di Roberto Travaglini
“…E Iddio credette di vedere cosa buona e giusta” di Riccardo Lamperti
“Ritocchi d’alba” di Silvia De Angelis
“Madre Terra” di Francesca Corsanici
“L’eclissi” di Alessio Miglietta
“I girasoli della speranza” di Patrizia Portoghese
“Respiro primavera” di Annamaria Pecoraro
“Alla madre suprema di ogni cosa” di Gabriele Fabiani
“E lì” di Annarita Mastrangelo
“Fuori da qui, fuori da noi” di Emanuele Tanzilli
“Notti eterne” di Denis Cornacchia
“Il temporale” di Nicolò Luccardi
“Campagna abbandonata” di Andrea Lucani
“Alla quercia di P.da Palestrina” di Andrea Mariotti
“E’ tra le parole silenziose” di Irene Sparagna
“Inafferrabili gemme” di Carmine Valendino
“Se” di Maria D’Ippolito
“La quercia” di Paolo Lorussi
“L’ordine” di Roberta Borgianni
“Ma tu” di Donatella Giancaspero
“Il suono del flauto” di Nadezhda Slavona
“Vivere la vita (Terra!)” di Francesca Di Meco
“Inno all’acqua” di Franco Argenti
“L’airone a Villa Pamphilj” di Silvio Parrello
“Scaldarmi al sole” di Valerio D’Amato
“Natura violata” di Mario De Rosa
“Verdinote” di Barbara Bracci
“Disgregazione” di Marco Mazzanti
“Foglie” di Veruska Vertuani
“Parco della Maremma” di Lucia Picotti



venerdì 22 marzo 2013

Si nasce vergini



Si nasce vergini
poi la vita
con appendici
di turgido dolore
deflora poco alla volta
l’ingenuo sorriso
di chi mai sospetta lutti.

E adesso sei tu
bocciolo di giglio
fra i rovi dei nostri affanni
che puoi tendere carezze
al viso segnato di tua nonna
che mi fu madre
e lo è di te due volte.

Ci sarà  forse il tempo
di un’ultima fotografia
sorrisi da stirare negli anni
e rimpiangerli seppiati
prima che il rammarico
ti coglierà nudo
in una notte di ricordi sonori

e quasi senza accorgerti
saranno i nostri volti
che vedrai ricamati
dalla mano di tuo figlio
e il consapevole tuo pianto
annullerà le distanze
nel tempo infinito.


20/10/07

(Da: "Cieli di carta") 

sabato 16 marzo 2013

"Mah!", di Oliviero Angelo Fuina - Recensione di Aristoss


Recensione di Aristoss ("ilmiolibro.it")


Mah!
Il libro si presenta come una serie di brevi scenette spiritose e umoristiche, molto gustose e divertenti. Tutto è impostato su calembours e giochi di parole, che denotano un buon possesso dello strumento lingua e ricordano i giochi sperimentati dal gruppo Oulipo, quel gruppo ideato in Francia negli anni sessanta da Raymond Queneau e che vadeva la partecipazione tra gli altri del nostro Italo Calvino, a al quale si rifa spesso anche Umberto Eco, ed era appunto impegnato nel fare letteratura attraverso giochi linguistici. Qui, questi giochi talvolta sono ben riusciti, altri sono un po’ tirati via e non hanno la stessa verve. Quindi, come si suol dire, il gioco è bello quando dura poco, e l’autore avrebbe dovuto selezionare i brani migliori, per costruire un testo più compatto e più serrato, che non desse spazio a cadute di ritmo e a impuntature talvolta scontate o poco significative.                                          
Comunque una lettura da proporre per quello spirito di gioco sapiente che la contraddistingue, e che lascia il segno in scene simpatiche e divertenti, quando, al meccanismo delle assonanze, delle ricorrenze di lettere e suoni, dei doppi sensi giocati sulle omofonie dei significanti che denotano significati diversi, si unisce la fine ironia cha dà senso al gioco linguistico. Oliviero Angelo Fuina.

"Titoli di coda", di Oliviero Angelo Fuina - Recensione di Fabio Bitollo


Recensione di Fabio Bitollo ("ilmiolibro.it")

Come stai? E’ la prima domanda che viene da farti quando inizi a leggere le prime poesie... Hanno qualcosa di oscuro, di malinconico, di insoddisfatto, qualcosa che rimane in sospeso. Adesso... non saprei dire se è solo la mia percezione delle cose o se in tutte quelle parole ci possa essere qualcosa di ciò che ho scritto. Ma questa è la mia recensione e lasciatemi libero di annotare! "E’ più facile scrivere nel dolore", lo dici proprio tu, ed io ne sono pienamente d’accordo. Il dolore scatena i nostri sensi, li addolcisce in certi casi e li altera in altri. Ma il dolore è ciò che tiene incollata la gente al libro, al film, a qualunque cosa che lo metta in mostra. Viene molto più difficile tenere incollata la popolazione intorpidita con un semplice lietofine- Il bello stanca e lo fa a tal punto che ci procuriamo dolore volontario, per tenerci in vita, per non morire! Ho trovato queste poesie molto intime. Ma è così che dovrebbe essere? E’ giusto mettersi a nudo nella letteratura? Io non lo so, ma credo che in questa raccolta ci sia molto materiale per tirare aventi almeno un altro giorno!