Recensione di Fabio Bitollo ("ilmiolibro.it")
Come stai? E’ la prima domanda che viene da farti quando inizi a leggere le prime poesie... Hanno qualcosa di oscuro, di malinconico, di insoddisfatto, qualcosa che rimane in sospeso. Adesso... non saprei dire se è solo la mia percezione delle cose o se in tutte quelle parole ci possa essere qualcosa di ciò che ho scritto. Ma questa è la mia recensione e lasciatemi libero di annotare! "E’ più facile scrivere nel dolore", lo dici proprio tu, ed io ne sono pienamente d’accordo. Il dolore scatena i nostri sensi, li addolcisce in certi casi e li altera in altri. Ma il dolore è ciò che tiene incollata la gente al libro, al film, a qualunque cosa che lo metta in mostra. Viene molto più difficile tenere incollata la popolazione intorpidita con un semplice lietofine- Il bello stanca e lo fa a tal punto che ci procuriamo dolore volontario, per tenerci in vita, per non morire! Ho trovato queste poesie molto intime. Ma è così che dovrebbe essere? E’ giusto mettersi a nudo nella letteratura? Io non lo so, ma credo che in questa raccolta ci sia molto materiale per tirare aventi almeno un altro giorno!
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