Si nasce vergini
poi la vita
con appendici
di turgido dolore
deflora poco alla volta
l’ingenuo sorriso
di chi mai sospetta lutti.
E adesso sei tu
bocciolo di giglio
fra i rovi dei nostri affanni
che puoi tendere carezze
al viso segnato di tua nonna
che mi fu madre
e lo è di te due volte.
Ci sarà forse il
tempo
di un’ultima fotografia
sorrisi da stirare negli anni
e rimpiangerli seppiati
prima che il rammarico
ti coglierà nudo
in una notte di ricordi sonori
e quasi senza accorgerti
saranno i nostri volti
che vedrai ricamati
dalla mano di tuo figlio
e il consapevole tuo pianto
annullerà le distanze
nel tempo infinito.
20/10/07
(Da: "Cieli di carta")
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