sabato 31 maggio 2014

Su fragile caviglia cade il giorno






Sono attimi che valgono un sogno
- su fragile caviglia cade il giorno -
e ciò che già vivevi in proiezione
si frantuma sotto un pianto impotente

Chi gli dice che vita sempre insegna
quando è sorda a ciò che ha ormai imparato?
Tutto crolla, sotto rete, in caduta
e il punto che si perde vale doppio

Ed io che già vivevo il suo momento
con l'orgoglio di un padre che si specchia
raccolgo quei frammenti a mani nude
e sanguino fingendogli un sorriso

Lo so che nulla è ingiusto in assoluto
ma noi che dei momenti abbiamo somma
troviamo discrepanza di un singhiozzo
e manca nel totale il lieto fine

Avrei voluto vederlo danzare
al ritmo colorato della strada
ma sarà un giorno di sterili applausi
sul palco che ha tradito le illusioni.

30/05/14

Inedito nato dopo l'importante distorsione alla caviglia odierna di mio figlio. Trauma fisico che ha partorito traumi emotivi ancora più gravi. Domenica prossima lui aveva il saggio/spettacolo di Hip Hop con la sua Crew per il quale lavorava da più di un anno con ore ed ore di prove. Un sogno, FORSE, che cade per lui quasi al traguardo. L'unico spettacolo previsto, tra l'altro, con il teatro "sold out" già da alcuni mesi. Il suo pianto sconsolato è stato fortemente il mio. Rabbia, impotenza e frustrazione nonostante ciò che so dirmi e so dire a lui. Ma so che lui riuscirà a sorprendermi ...

venerdì 30 maggio 2014

Potresti scrivermi un sogno


Troppe volte ho letto i tuoi respiri
tra le pieghe di un vetro increspato
mostrando alfabeti d'occasione
cesellando lingua universale.

In verbi arditi ho spalancato porte
spogliandomi al tuo sguardo distratto
nel balbettio d'insicuro amore
che il silenzio tuo amplificava.

Bastava un segno scritto d'assenso
una domanda a svelarti di me
un aggettivo da accarezzare
sul cuscino di afone notti.

Ora, potresti scrivermi un sogno
e abbracci da indossare da svegli
graffiti da leggere su pelle:
ho nuove pupille alla lettura.

La tua storia l'ho scritta da solo
cambiando nel cuore la mia trama
scrivi pure di un tempo concluso
volto pagine a un libro mai nato.

Ma tu scrivi, tu scrivimi pure
le parole adesso ormai scadute
non fa male specchiarsi nel vuoto
quando si impara il riflesso di noi.



27/10/12

(Da: "Orme sull'acqua", Oliviero Angelo Fuina)

Per non ferirti ancora nel riflesso


Forse bastava chiudere la porta
scordando esitazioni di facciata
esiliando le parole d'afflato
al di fuori dei recinti innalzati.

Ti avrei dato gli specchi di te stessa
senza tessere nebbie in codardia
per nascondermi sotto i tuoi sorrisi
per non essere nudo con me stesso.

Forse bastava, ed io non l'ho creduto,
e non ti ho detto il male che ho indossato
per non ferirti ancora nel riflesso
di una corazza che racchiude il pianto;

ora che è tardi e chiuso è ogni confine
le mie parole vagano disperse
mai pronunciate, senza alcun vagito,
nasce un silenzio e dentro muore sguardo.

14/10/12

(Da: "Orme sull'acqua", Oliviero Angelo Fuina)

martedì 27 maggio 2014

L'inedito odierno - XV Stazioni. Mini silloge anno 2009


I


Il sole adolescente d'estate
ribolle la nuca nei rombi lontani
da questa veranda mendace
nei giri a vuoto di lancette.
Ho letto fogli di vento e di spighe
sul verde a coprire plastica
per una dovuta "mise en place".
La penna che vive nei riverberi
si spunta tenace
nel mordere sogni di veglia
dal vigile letargo dei minuti
che infiniti si mordono la coda.
Evapora sulla fronte la stilla
come arresa pretesa di me stesso
e forse, adesso,
avrei potuto ingannarmi d'attesa.



(Oliviero Angelo Fuina)

12 Giugno 2009

II

Ridono al solletico del sole
i merli al tramonto del mio sguardo in volo
e suoni di spezie comprate al Bazar
nella cantilena colorata
che si àncora falsa alla verde pensilina;

negli stinti pistoni dei cilindri di fretta
invocano un ritorno di partenza
mentre fronde in controluce
spettinano orizzonti generici
e il mio respiro d'apatica inerzia.

vorrei strapparmi i pensieri pesanti
ma la mia piazza è ancora un formicaio
la nuda pelle inibisce ogni consenso
non aspettatemi alzati per cena
ho sorrisi da detrarre alle tasse.

17/06/2009


(Oliviero Angelo Fuina)

 III


Avevo le finestre sbarrate
con tendaggi di aracnide tela
e i sussurri degli angoli impervi
rimbalzavano ai vetri di sguardo;

troppe grida ovattate di stanza
riverberi dispersi nell'eco
mentre Zeffiro dava la cima
sollevando nel ritmo le voci

...Ho aperto con malinteso dolore
serramenti nel lamento di cardini
nel fresco di un'aria che ferisce
gli assopiti pensieri d'esistenza

altre parole dal ritmo sconosciuto
si dettano a folate impreviste
come rondini a volo radente
che imboccano in errore una finestra.


18/06/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

IV

Solo ieri la tua ombra di amico ipotetico
correva l'altalena sulla parete
della tua cucina Ikea,
come hai scelto d'insegnare al commiato,
nei giorni finiti d'eterno straniero

e già domani il tuo sorriso arricciato
di anima complice, complice amica,
varcherà i confini dei binari
donando un riflesso di mare
da spettinare al ritrovato odore.

Indistinti rimbalzano i due eventi distanti
di arrivo fugace e stentorea partenza
e nel loquace silenzio perplesso
si defilano irraggiunti
nell'infinito di un oggi costante.


20/06/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

V

E ancora i loro piedi
deambulano ricordi
agli antichi spazi
senza il pensiero di pensarci
come un elastico genetico
fermato tra buche e rovi
in assonanza di odori
screpolati di case a festa.

E' un mesto sorriso di meta
quel saluto borbottato
al punto fermo
del loro mutato Universo

Fratelli dispersi a se stessi
li vedo alterni
nel mutismo loquace di calcio
e nel sordo sorriso d'attesa

E scandiscono ore ai miei giorni,
non diversi dal loro cercare,
nell'immobile sguardo
a calzare viandanti che incontro.


21/06/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

VI

Si detta questo giorno
nello sbadiglio composto
di un sonno senza sogn i
diversi dalla veglia
rigirandosi in fresche correnti
al sole feriale
che alacre smuove gesta

pensate, forse,
in pantomina d'ipotesi
mentre lo sguardo indeciso
rimbalza dalle tasche al Domani
e un foglio di pausa
sancisce l'àncora
a smentire gli approdi.


30/06/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

VII

Rondini di note a festa
vibrano brunite
disegnando nei cieli tepori
arsi al mio sguardo d'attesa

A volo radente consueto
bianco il foglio
becchetta parole nei nugoli
di immaginifici voli impazziti
e foglie pettinate dai vasi
segnano confini
sulla placenta in affitto
di un travaglio a perdere

Clangori d'ipotesi vane
sul tavolo sfitto
ricamano bagliori satinati
nel riflesso di un presente d'assenza.


05/07/09

(Oliviero Angelo Fuina)

VIII

Al vento scomposto dei pensieri
nel volteggiare sordo in valli
a volte l'anima zittisce
- Inutile cercarne le cime
nel groviglio imposto
delle annodate percezioni -

I passi svelti dei minuti
invecchiando tenui orizzonti
sommano giorni inesistenti
e nei brevi confini di orme
illudono la strada indicata
prima di smarrire il respiro.


11/07/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

IX

La falce sottile di luna
si nasconde dietro le fronde
ferme nel respir o di sintesi
- zanzariere di comodo
velano finestre spalancate -

friniscono pensieri di cicala
sull'effimero foglio staccato
e avrei scalato profondità
solo non ci fosse questa cappa

Il tempo se lo guardi si blocca
- escludendo alacri secondi -
all'angolo retto di notte
senza l'ausilio dei tre rintocchi

le tue domande in assenza di voce
muoiono di inedia incompresa
e noi, chi siamo davvero,
chiedilo a chi almeno esiste.


16/07/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

X

Nell'acciottolio di consonanti
della tua voce straniera
il tono elevato copre le distanze
tra la tua ombra e un sorriso
che la zavorra di giorni inventati
nasconde ad ipotetici voli

E l'abbraccio in carta prepagata
disperde nell'etere il calore
mentre coperte d'alta pressione
bagnano le tempie simulando
dispersioni saline più vere
che l'umido sguardo distoglie.

Veloce il tuo passo d'Altopiano
si eclissa in dignità nella stazione
mordendoti la coda del viaggio
su rette parallele transennate
e mi domando dove posso andare
io che non ho preso mai un treno.


22/07/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

XI

Sospira alla finestra della rotta
la donna con le ali di cera
misura dentro iridi i confini
caviglie incatenate alla cucina

Nella scia dei motori a scoppio
strade gommate ricamano i frattali
corrono pensieri mai al presente
- biglietto in tasca -
dietro le mura degli auricolari

Ed io seduto ai bordi della Vita
precario è l'equilibrio della penna
caricature a specchio opacizzato
mancati autoritratti di coraggio

avrei potuto entrare nel profilo
ma alle mie chiavi manca sempre un dente
e nell'addiaccio in scomoda calura
briciole trascrivo in pausa pranzo.


23/07/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

XII

Il sole prosciuga i passi
all'ombra di improprie visiere
e piega le s palle in discesa
nel viale dei tigli indolenti

sbattono portiere di partenza
e tramonta il passaggio a livello
nell'orizzonte della campanella
per finestrini in doppia valenza

si allunga di ombre la piazza
fra macchie di abbaglio resistenti
arruffa tovaglioli in dispetto
la brezza che sbuffa nel tedio

lancette incollate a una smorfia
nella scomoda platea di travaglio
e i monti che fermano il cielo
sono agili più del mio stare.


25/07/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

XIII

Dodici lune sono nate, e morte,
dalla promessa evaporata
all pendici scoscese di una verità
che non possiamo dirci

E' un sorriso ad affilare i denti
nei morsi all'Anima più ingenua
lenendo brandelli di se stessa
con bende su croste di coraggio

Troppe maree ad affogare sguardi
- poche le Ere per asciugarli -

Anche oggi era un tuo giorno
rubato alle mie tasche vuote
nei risvolti scuciti di un cuore
aspettando il mio abbraccio senza te


29/07/2009

(Oliviero Angelo Fuina)

XIV

La mano che invano ti tendo
sostiene il peso di una croce
col tuo nome inciso a sangue;
non capisci Fratello che le tue lacrime
sono chiodi a bucarmi i palmi?


E' l'ultima tua stazione
prima della Pasqua già scritta
lasciami andare in altre notti
a mostrare nel vento
come un fuoco si accende,
dove ai piedi del Golgota
altri fratelli potranno bruciare
croci dal legno ormai schiarito.


Fatti bendare le piaghe dal mio grazie
- e sorridi al mio sorriderti -
chiudendo gli occhi alla Maestra Luce.



30/07/2009

(Oliviero Angelo Fuina)


XV


In questo giorno fuori dal tempo
- meriggio di fumo e sole anomalo -
scivolo la barca dell'inchiostro
incespicando su onde banali;

tace lo specchio di uno squillo
a sancire che valgo all'esterno
e le parole che da s olo mi dico
hanno le risposte già segnate.

Cambia la platea di un cauto sguardo
e l'occhio della Terra volto al cielo
placido accarezza verdi rive
- formano, l'esche, cerchi in divenire -

Io che nel pronome mi conosco
se la tua voce mi lusinga un poco
disperdo ogni frammento di sorrisi
se il vento di un rifiuto percepisco.

e l'attesa di ciò che non mi aspetto
contraddice il mio saper la vita
tendo mani ad afferrare istanti
scivolando la presa sul cuore.

Agosto 2009

(Oliviero Angelo Fuina)

domenica 25 maggio 2014

Pensieri di bagnoasciuga


Pensieri di bagnoasciuga
lasciano orme di breve respiro
tra onde in tenace spianare
mentre il sole si adagia sulle spalle.

Pelle d'ebano screziata di sale
si affianca in passi di transito
nel gorgoglio di un mare indifferente
agli effimeri sorrisi balneari.

A volte si tuffano sguardi
oltre l'orizzonte di cobalto
a volte si prova a immaginare
non conoscendo nemmeno le domande;

corpi che si cercano in rituali
mani che si afferrano ai confini
camminando dispersi, spalla a spalla,
per non sapere il sogno di se stessi.


09/08/10

(da: "Lido Venere - Conchiglie all'anima")

Verbi in controluce

Fotografia di Oliviero Angelo Fuina

E' un Ghibli di voci arse
- gridolini di risacca -
a spuntare le pause
nell'inspirare dell'onda.

E' l'urgenza di voci scritte
nel volare tra le righe
per l'immortale acrobazia
nel cielo di carta riciclata.

Babele di dialetti
a ribadire universale
il diritto oneroso al sole
comprato in ovali d'ombra.

E impudica, la pelle lecita,
cadenza passi
schiumati alle caviglie
lenimento salato al fuoco di rena.

Lo sguardo torna a scrutare
verbi di ritratti in controluce
 e il sale che evapora tra i pori
graffia invisibile le spalle.


08/08/10

(tratto da "Lido Venere - Conchiglie all'anima")

mercoledì 14 maggio 2014

"Caro amore di un amore fortemente voluto"


[Gara di Lettere d'Amore - 2° Classificata - Scritturati : Q U I ]


Caro Amore di un amore fortemente voluto,
 ti scrivo solo adesso perché l'inchiostro è finalmente sincero. Così come lo è la mia mano che disegna su questo foglio simboli universali per l'eterno, intellegibile,  concetto di ogni unione. Lo so, bisogna essere almeno in due affinché un'unione possa considerarsi tale ed io, in effetti,  dentro quella nostra unione, non c'ero. Non c'ero mai stato. Ora, questo, lo so anch'io.
C'eri solo tu e la mia idea riguardo l'amore e l'amare. Ed era a questa idea che giustificavo il mio  sentimento per te.  Tu eri la donna che io avevo messo sopra un piedistallo dorato per adorare e venerare. E il cielo solo sa quanto ti adoravo! Bella più di tutto ciò che i miei occhi avevano guardato e luminosa di luce propria come ogni miracolosa alba dopo notti anche le più oscure.
Sempre attento ad ogni tuo presunto bisogno e proteso tenacemente a darti ciò che pensavo fosse un tuo desiderio. Orgoglioso di anticiparlo. Eri splendida sopra quel piedistallo, così alto da risultarmi però irraggiungibile. Ti ho innalzata e non ti ho più raggiunto.
Amore mio di un amore fortemente voluto, ti ho fatto un grande torto, anzi, me lo sono fatto da solo, perdendo l'occasione di vivere l'amore in quel presente con te. Ti amavo, è vero, ma io non c'ero. Attento ad ascoltare ogni tua esigenza fuggivo io stesso dalle mie. Non sapevo, amore, che l'amore si nutre anche e soprattutto di piccole e grandi attenzioni da donare all'amato; non sapevo che l'amore vive nei piccoli gesti da offrire, partecipi e responsabili di ogni sorriso che riusciamo a disegnare nel cuore della persona che amiamo.
Non te l'ho mai permesso, io, nel mio egoistico sogno di vivere un amore da manuale come assoluto protagonista! Ho nutrito il mio amore per te e ho essiccato il tuo per me. Inaridito da me stesso, dalla mia assenza,  sul nascere. Dalla mia mancanza d’amore in me e per me.
Non te l'ho mai permesso ma non sono nemmeno riuscito a tacitare i lamenti delle mie aspettative, per forza di cose deluse.
Ogni mille attenzioni che riuscivo a elargirti c'era sempre quella di troppo che mi aspettavo in cambio, non consapevole che nel ruolo principale che mi ero ritagliato non avevo scritto la partitura dei miei desideri e dei miei sogni da poterti fare leggere.
Di te io sapevo perché non ti sei mai nascosta dal tuo essere donna con me. Mi parlavi, mi dicevi e condividevi i tuoi sogni, le tue paure e le tue speranze. Condividevi la tua pelle sperando di vestirla davvero con la mia.
Con te io invece non l’ho mai fatto. Frustrando il tuo volermi dimostrare il tuo amore.
Posso ancora immaginarmi i tuoi sorrisi e quelle buffe espressioni di quando ti sorprendevo anticipandoti quasi i tuoi desideri e non mi accorgevo invece di quelle nuvole nei tuoi occhi scuri quando, di contro, tu trovavi muri invalicabili ogni volta che cercavi di raggiungermi per abbracciare e lenire le mie debolezze.
Debolezze che io stesso rifiutavo di ammettere vestendomi di un ruolo e di una storia presa in prestito dai sogni di mille altri autori dell’amore scritto e raccontato.

Per non essere stato me stesso ora non sono più nemmeno tuo. Che strano personaggio di facciata devo esserti sembrato, col tuo senno di poi!
Ora non sono più di nessuno.
Io ora esisto solamente in quel passato di rimpianti mentre tu ora esisti con un uomo che sa esserci. Un uomo che non ho saputo essere io.

E’ dunque arrivato il momento di provare ad essere di me stesso, accettandomi, perdonandomi e trovando finalmente in me l’amore che non abbia più nemmeno bisogno di gesti e ritualità per affermarsi. Perché l’amore può solo Essere e manifestarsi libero in ogni istante che esiste, e cioè unicamente nel presente.
Quando avrò trovato amore in me potrò finalmente donarlo e non limitarmi a recitarlo sperando che qualcun altro ne avesse da darmi per colmarmi. Non funziona così. E’ questo il malinteso che ti ha allontanato da me. A buona ragione.
Ero fondamentalmente innamorato dell’idea di amarti più che essere innamorato di te. E’ questo l’equivoco devastante che ho pagato.
Amore mio di un amore fortemente voluto, molti anni sono passati da quei presenti che sto ancora trascinandomi come un’ombra solida e probabilmente io sarò diventato per te una piccola vecchia storia di un tuo passato che nulla può avere da dare per continuare ad affacciarsi nei tuoi oggi. Un aneddoto nemmeno troppo piacevole.
E questa lettera che ti sto scrivendo, dentro una notte del mio crepuscolo di vita, non arriverà mai a te, ovunque tu sia.
Ma in questa notte sento che meriti non scuse, perché quelle le devo a me stesso, bensì un sincero ringraziamento.  Un ringraziamento per ciò che oggi, ancora una volta, sei riuscita a donarmi. La Maestria che sei stata nella mia esistenza. E non è mai troppo tardi per riconoscerla e accoglierla. Non è mai troppo tardi nemmeno se giunge oggi, negli ultimi anni della mia vita non vissuta.
Ora che sono nudo davanti a me posso donarti tutta la mia ricchezza essenziale non curandomi di un ritorno che da parte tua, materialmente, non potrà più esserci.
E ti amo, molto più di quei lontani giorni incompresi. Ti amo perché finalmente ho trovato in me quell’amore che a lungo tu avevi cercato. L’amore e l’accettazione di me stesso. E sapendomi, in te ritrovo finalmente quello specchio a mostrarmi nella mia interezza ora percepita.
Grazie, amore mio. Grazie di avermi saputo incontrare in questa mia vita.
Le nostre anime, che non hanno gabbie di tempo e di spazio, ora stanno già danzando il ritmo della vita. Il ritmo eterno di ogni presente che non muore mai.

Con incondizionato amore
Tuo, anzi, Mio

Oliviero Angelo Fuina  (L'autore)

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"Lettera finemente psicologica,  un'autoanalisi serrata  che non dà scampo, lo scrittore si rende consapevole di aver inseguito più l’ideale dell’amore  che l’amore stesso,  per cui non si è preso la giusta cura dell’oggetto dei suoi pur vivi sentimenti

Lettera che rivela una sensibilità profonda e una consapevolezza filosofica di quel che significa mettere al primo posto l’ideale piuttosto che il reale."

per la Commissione
Giovanna Albi




domenica 4 maggio 2014

La tua voce


La tua voce scioglie il sale dai monti
nell'onda di colline più veloci
pur volendo frenare il mio viaggiare
verso mete che non sanno il mio nome

L'ascolto e mi manchi, in questi futuri
di nostalgiche ipotesi a svanire
ma la carezza che nasce lontana
approda nel sorpreso nodo in gola

e racconti di me e ciò che ho perso
nella strada che si è scelta da sola
per farmi vincere presto un presente
che abbia irriso antichi demoni stanchi

La tua voce ritrova il mio sospiro
nei densi silenzi di un sacro ascolto
e il nuovo appuntamento oltre ai saluti
ha cadenza nell'adesso di sempre.


27/04/14

(Inedito - Tutti i diritti riservati, Oliviero Angelo Fuina)

venerdì 2 maggio 2014

Finalisti Rassegna Poetica a tema (i miei silenzi) - L'Oceano nell'Anima





01/05/2014

Come da comunicazione di ieri sera, ecco l’elenco delle 10 poesie
selezionate dalla redazione relativamente alla rassegna poetica a tema “I miei silenzi”. Le poesie sono elencate in ordine alfabetico di autore.

Silenzi Gastone Cappelloni
La scelta del silenzio Oliviero Angelo Fuina
Compagna di volo Donato Mancini
Surreali silenzi Mariella Mulas
Io l'amo Mirella Musicco
Silenzio Vittoria Nenzi
Bianco il suo abito Claudia Piccinno
Splendore di silenzi Mäürïzïø Tråþåssø
Bussano al cuore Rita Vieni
ll punto Italo Zingoni

Domenica 4 maggio verranno rese note le tre poesie ritenute
più significative e pubblicate sul sito dell’Oceano.

Le più sentite congratulazioni da parte della redazione

Maria Teresa Infante
Sebastiano Impalà
Bruna Cicala
Nico Rutigliano
Domenica 04 Maggio, Comunicazione ufficiale finale della Rassegna Poetica:

[A chiusura della prima rassegna poetica a tema del 2014 dal titolo "I miei silenzi", riportiamo la classifica delle tre poesie selezionate dalla redazione:

1) ll punto di Italo Zingoni
2) La scelta del silenzio di Oliviero Angelo Fuina
3) Compagna di volo di Donato Mancini

Agli autori rivolgo il miei più sinceri complimenti, anche a nome della redazione tutta:

Maria Teresa Infante
Sebastiano Impalà
Bruna Cicala
Nico Rutigliano

La classifica finale è sul sito dell’Oceano, alla pagina della rassegna.

http://www.oceanonellanima.it/CT_index.php?anno=2014&concorso=4&page=1&page_au=1

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Il punto (Italo Zingoni)

Assonnati e un poco assuefatti
distratti da infinite illusioni restiamo
nell’angolo stretto della nostra apparenza
muti a pensare ad un'altra occasione.

La stazione si svuota di segni di vita
e l’ultimo treno è partito da tempo
un lampione dipinge il suo metro di terra
e la luna si staglia in un buio infinito.

A guardare la notte si pensa al futuro
si gioca in un muro l’impatto degli occhi
-ti amo piccina, ma tu dove sei ?-
un grido che invoca forse perdono.

Ma sono ancora le piccole cose
a dare un senso alla vita che gira
intorno alle nostre inconsapevoli storie
e lasciano scorie che danni non fanno,

hanno bisogno di troppa attenzione
i nostri silenzi, le nostre solitudini vere
la nostra ragione che a volte c’inganna,
i nostri pensieri e le nostra incertezze.

Le lasciamo sul bordo di un filo sospeso
e in un punto troppo lontano nell’infinito
a cercare risposte che darsi non sanno
a nutrirsi di dubbi, a rincorrersi invano.

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La scelta del silenzio (O. Angelo Fuina)

A volte anche il silenzio è già una scelta
e ciò che non protendi alla distanza
frantuma tutti i ponti di cristallo
sorretti dal riflesso di parole;

è un modo per pattare con sé stessi
senza perdere minima illusione
ma il vuoto di quei giorni senza ali
sconfigge il mio respiro in nuovi cieli

Più non serve ripetersi il miraggio
se poi in riarsa gola manca l'acqua
basterebbe ascoltare quella fonte
che muove ogni mio passo anche in salita

Silente è il mio star fermo sulla giostra
e tutto gira immobile in disagio
ma trema le mie gambe un nuovo salto
e ammutolito, uguale giro inizio

Di te nemmeno l'eco mi rimane
che torna solo in funi ben scandite
di me resta soltanto un potenziale
che evapora, vigliacco, nell'inedia

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Compagna di volo (Donato Mancini)

Volo e ritegno
libertà circoscritta
dove spazio e catene
sono muro di cinta
l’anima vi dimora
praterie infinite
su cui piovono
meteore d’emozioni
canali che irrigano
vibrano la carne
e quietano dentro.
Compagna di volo
culmine e abisso
silenziosa mareggiata
che approdo mi sta
cardine dei miei occhi
eco dei miei pensieri.]

I finalisti della prima gara di "Scritturati"!

domenica 27 aprile 2014


La prima gara di "scritturati" ("Lettere d'amore") volge al termine: i FINALISTI



Dopo attenta valutazione della Commissione esaminatrice - Giovanna ALBICristina BIOLCATI, Ivan CALDARESE e Gino CENTOFANTE - passano alla fase finale: 


ANNALISA COPPOLARO
LAURA DEFENDI
CHIARA DELAINI
SILVIA DEVITOFRANCESCO
EMANUELA DI CAPRIO
ANNARITA FAGGIONI
SARA FRANCUCCI
OLIVIERO ANGELO FUINA
ANNA LAMONACA
ROSSANA LOZZIO
VINCENZO LUBRANO
MICHELA SALZILLO
PATRIZIA SGURA
GIUSY SIGNORILE
ALLIE WALKER
MARA ZILIO
** i nominativi sono riportati in ordine alfabetico, renderemo nota la classifica definitiva nei prossimi giorni.



La Redazione
Vincenzo Monfregola


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Domenica 04/05/2014:

 
GARA DI LETTERE "SCRITTURATI"

Restano in gara e quindi tra i primi dieci classificati:

Annalisa Coppolaro Nowell
Laura Defendi
Chiara Delaini
Silvia Devitofrancesco
Annarita Faggioni
Sara Francucci
Oliviero Angelo Fuina
Vincenzo Lubrano
Michela Salzillo
Patrizia Sgura
Allie Walker

**a breve sveleremo chi si classifica alla decima posizione, verrà pubblicata sia la lettera con la quale ha gareggiato sia la breve recensione della commissione.

La redazione
Vincenzo Monfregola