I
Il sole adolescente d'estate
ribolle la nuca nei rombi lontani
da questa veranda mendace
nei giri a vuoto di lancette.
Ho letto fogli di vento e di spighe
sul verde a coprire plastica
per una dovuta "mise en place".
La penna che vive nei riverberi
si spunta tenace
nel mordere sogni di veglia
dal vigile letargo dei minuti
che infiniti si mordono la coda.
Evapora sulla fronte la stilla
come arresa pretesa di me stesso
e forse, adesso,
avrei potuto ingannarmi d'attesa.
(Oliviero Angelo Fuina)
12 Giugno 2009
II
Ridono al solletico del sole
i merli al tramonto del mio sguardo in volo
e suoni di spezie comprate al Bazar
nella cantilena colorata
che si àncora falsa alla verde pensilina;
negli stinti pistoni dei cilindri di fretta
invocano un ritorno di partenza
mentre fronde in controluce
spettinano orizzonti generici
e il mio respiro d'apatica inerzia.
vorrei strapparmi i pensieri pesanti
ma la mia piazza è ancora un formicaio
la nuda pelle inibisce ogni consenso
non aspettatemi alzati per cena
ho sorrisi da detrarre alle tasse.
17/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
Ridono al solletico del sole
i merli al tramonto del mio sguardo in volo
e suoni di spezie comprate al Bazar
nella cantilena colorata
che si àncora falsa alla verde pensilina;
negli stinti pistoni dei cilindri di fretta
invocano un ritorno di partenza
mentre fronde in controluce
spettinano orizzonti generici
e il mio respiro d'apatica inerzia.
vorrei strapparmi i pensieri pesanti
ma la mia piazza è ancora un formicaio
la nuda pelle inibisce ogni consenso
non aspettatemi alzati per cena
ho sorrisi da detrarre alle tasse.
17/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
III
Avevo le finestre sbarrate
con tendaggi di aracnide tela
e i sussurri degli angoli impervi
rimbalzavano ai vetri di sguardo;
troppe grida ovattate di stanza
riverberi dispersi nell'eco
mentre Zeffiro dava la cima
sollevando nel ritmo le voci
...Ho aperto con malinteso dolore
serramenti nel lamento di cardini
nel fresco di un'aria che ferisce
gli assopiti pensieri d'esistenza
altre parole dal ritmo sconosciuto
si dettano a folate impreviste
come rondini a volo radente
che imboccano in errore una finestra.
18/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
Avevo le finestre sbarrate
con tendaggi di aracnide tela
e i sussurri degli angoli impervi
rimbalzavano ai vetri di sguardo;
troppe grida ovattate di stanza
riverberi dispersi nell'eco
mentre Zeffiro dava la cima
sollevando nel ritmo le voci
...Ho aperto con malinteso dolore
serramenti nel lamento di cardini
nel fresco di un'aria che ferisce
gli assopiti pensieri d'esistenza
altre parole dal ritmo sconosciuto
si dettano a folate impreviste
come rondini a volo radente
che imboccano in errore una finestra.
18/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
IV
Solo ieri la tua ombra di amico ipotetico
correva l'altalena sulla parete
della tua cucina Ikea,
come hai scelto d'insegnare al commiato,
nei giorni finiti d'eterno straniero
e già domani il tuo sorriso arricciato
di anima complice, complice amica,
varcherà i confini dei binari
donando un riflesso di mare
da spettinare al ritrovato odore.
Indistinti rimbalzano i due eventi distanti
di arrivo fugace e stentorea partenza
e nel loquace silenzio perplesso
si defilano irraggiunti
nell'infinito di un oggi costante.
20/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
Solo ieri la tua ombra di amico ipotetico
correva l'altalena sulla parete
della tua cucina Ikea,
come hai scelto d'insegnare al commiato,
nei giorni finiti d'eterno straniero
e già domani il tuo sorriso arricciato
di anima complice, complice amica,
varcherà i confini dei binari
donando un riflesso di mare
da spettinare al ritrovato odore.
Indistinti rimbalzano i due eventi distanti
di arrivo fugace e stentorea partenza
e nel loquace silenzio perplesso
si defilano irraggiunti
nell'infinito di un oggi costante.
20/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
V
E ancora i loro piedi
deambulano ricordi
agli antichi spazi
senza il pensiero di pensarci
come un elastico genetico
fermato tra buche e rovi
in assonanza di odori
screpolati di case a festa.
E' un mesto sorriso di meta
quel saluto borbottato
al punto fermo
del loro mutato Universo
Fratelli dispersi a se stessi
li vedo alterni
nel mutismo loquace di calcio
e nel sordo sorriso d'attesa
E scandiscono ore ai miei giorni,
non diversi dal loro cercare,
nell'immobile sguardo
a calzare viandanti che incontro.
21/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
E ancora i loro piedi
deambulano ricordi
agli antichi spazi
senza il pensiero di pensarci
come un elastico genetico
fermato tra buche e rovi
in assonanza di odori
screpolati di case a festa.
E' un mesto sorriso di meta
quel saluto borbottato
al punto fermo
del loro mutato Universo
Fratelli dispersi a se stessi
li vedo alterni
nel mutismo loquace di calcio
e nel sordo sorriso d'attesa
E scandiscono ore ai miei giorni,
non diversi dal loro cercare,
nell'immobile sguardo
a calzare viandanti che incontro.
21/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
VI
Si detta questo giorno
nello sbadiglio composto
di un sonno senza sogn i
diversi dalla veglia
rigirandosi in fresche correnti
al sole feriale
che alacre smuove gesta
pensate, forse,
in pantomina d'ipotesi
mentre lo sguardo indeciso
rimbalza dalle tasche al Domani
e un foglio di pausa
sancisce l'àncora
a smentire gli approdi.
30/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
Si detta questo giorno
nello sbadiglio composto
di un sonno senza sogn i
diversi dalla veglia
rigirandosi in fresche correnti
al sole feriale
che alacre smuove gesta
pensate, forse,
in pantomina d'ipotesi
mentre lo sguardo indeciso
rimbalza dalle tasche al Domani
e un foglio di pausa
sancisce l'àncora
a smentire gli approdi.
30/06/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
VII
Rondini di note a festa
vibrano brunite
disegnando nei cieli tepori
arsi al mio sguardo d'attesa
A volo radente consueto
bianco il foglio
becchetta parole nei nugoli
di immaginifici voli impazziti
e foglie pettinate dai vasi
segnano confini
sulla placenta in affitto
di un travaglio a perdere
Clangori d'ipotesi vane
sul tavolo sfitto
ricamano bagliori satinati
nel riflesso di un presente d'assenza.
05/07/09
(Oliviero Angelo Fuina)
Rondini di note a festa
vibrano brunite
disegnando nei cieli tepori
arsi al mio sguardo d'attesa
A volo radente consueto
bianco il foglio
becchetta parole nei nugoli
di immaginifici voli impazziti
e foglie pettinate dai vasi
segnano confini
sulla placenta in affitto
di un travaglio a perdere
Clangori d'ipotesi vane
sul tavolo sfitto
ricamano bagliori satinati
nel riflesso di un presente d'assenza.
05/07/09
(Oliviero Angelo Fuina)
VIII
Al vento scomposto dei pensieri
nel volteggiare sordo in valli
a volte l'anima zittisce
- Inutile cercarne le cime
nel groviglio imposto
delle annodate percezioni -
I passi svelti dei minuti
invecchiando tenui orizzonti
sommano giorni inesistenti
e nei brevi confini di orme
illudono la strada indicata
prima di smarrire il respiro.
11/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
Al vento scomposto dei pensieri
nel volteggiare sordo in valli
a volte l'anima zittisce
- Inutile cercarne le cime
nel groviglio imposto
delle annodate percezioni -
I passi svelti dei minuti
invecchiando tenui orizzonti
sommano giorni inesistenti
e nei brevi confini di orme
illudono la strada indicata
prima di smarrire il respiro.
11/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
IX
La falce sottile di luna
si nasconde dietro le fronde
ferme nel respir o di sintesi
- zanzariere di comodo
velano finestre spalancate -
friniscono pensieri di cicala
sull'effimero foglio staccato
e avrei scalato profondità
solo non ci fosse questa cappa
Il tempo se lo guardi si blocca
- escludendo alacri secondi -
all'angolo retto di notte
senza l'ausilio dei tre rintocchi
le tue domande in assenza di voce
muoiono di inedia incompresa
e noi, chi siamo davvero,
chiedilo a chi almeno esiste.
16/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
La falce sottile di luna
si nasconde dietro le fronde
ferme nel respir o di sintesi
- zanzariere di comodo
velano finestre spalancate -
friniscono pensieri di cicala
sull'effimero foglio staccato
e avrei scalato profondità
solo non ci fosse questa cappa
Il tempo se lo guardi si blocca
- escludendo alacri secondi -
all'angolo retto di notte
senza l'ausilio dei tre rintocchi
le tue domande in assenza di voce
muoiono di inedia incompresa
e noi, chi siamo davvero,
chiedilo a chi almeno esiste.
16/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
X
Nell'acciottolio di consonanti
della tua voce straniera
il tono elevato copre le distanze
tra la tua ombra e un sorriso
che la zavorra di giorni inventati
nasconde ad ipotetici voli
E l'abbraccio in carta prepagata
disperde nell'etere il calore
mentre coperte d'alta pressione
bagnano le tempie simulando
dispersioni saline più vere
che l'umido sguardo distoglie.
Veloce il tuo passo d'Altopiano
si eclissa in dignità nella stazione
mordendoti la coda del viaggio
su rette parallele transennate
e mi domando dove posso andare
io che non ho preso mai un treno.
22/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
Nell'acciottolio di consonanti
della tua voce straniera
il tono elevato copre le distanze
tra la tua ombra e un sorriso
che la zavorra di giorni inventati
nasconde ad ipotetici voli
E l'abbraccio in carta prepagata
disperde nell'etere il calore
mentre coperte d'alta pressione
bagnano le tempie simulando
dispersioni saline più vere
che l'umido sguardo distoglie.
Veloce il tuo passo d'Altopiano
si eclissa in dignità nella stazione
mordendoti la coda del viaggio
su rette parallele transennate
e mi domando dove posso andare
io che non ho preso mai un treno.
22/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
XI
Sospira alla finestra della rotta
la donna con le ali di cera
misura dentro iridi i confini
caviglie incatenate alla cucina
Nella scia dei motori a scoppio
strade gommate ricamano i frattali
corrono pensieri mai al presente
- biglietto in tasca -
dietro le mura degli auricolari
Ed io seduto ai bordi della Vita
precario è l'equilibrio della penna
caricature a specchio opacizzato
mancati autoritratti di coraggio
avrei potuto entrare nel profilo
ma alle mie chiavi manca sempre un dente
e nell'addiaccio in scomoda calura
briciole trascrivo in pausa pranzo.
23/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
Sospira alla finestra della rotta
la donna con le ali di cera
misura dentro iridi i confini
caviglie incatenate alla cucina
Nella scia dei motori a scoppio
strade gommate ricamano i frattali
corrono pensieri mai al presente
- biglietto in tasca -
dietro le mura degli auricolari
Ed io seduto ai bordi della Vita
precario è l'equilibrio della penna
caricature a specchio opacizzato
mancati autoritratti di coraggio
avrei potuto entrare nel profilo
ma alle mie chiavi manca sempre un dente
e nell'addiaccio in scomoda calura
briciole trascrivo in pausa pranzo.
23/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
XII
Il sole prosciuga i passi
all'ombra di improprie visiere
e piega le s palle in discesa
nel viale dei tigli indolenti
sbattono portiere di partenza
e tramonta il passaggio a livello
nell'orizzonte della campanella
per finestrini in doppia valenza
si allunga di ombre la piazza
fra macchie di abbaglio resistenti
arruffa tovaglioli in dispetto
la brezza che sbuffa nel tedio
lancette incollate a una smorfia
nella scomoda platea di travaglio
e i monti che fermano il cielo
sono agili più del mio stare.
25/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
Il sole prosciuga i passi
all'ombra di improprie visiere
e piega le s palle in discesa
nel viale dei tigli indolenti
sbattono portiere di partenza
e tramonta il passaggio a livello
nell'orizzonte della campanella
per finestrini in doppia valenza
si allunga di ombre la piazza
fra macchie di abbaglio resistenti
arruffa tovaglioli in dispetto
la brezza che sbuffa nel tedio
lancette incollate a una smorfia
nella scomoda platea di travaglio
e i monti che fermano il cielo
sono agili più del mio stare.
25/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
XIII
Dodici lune sono nate, e morte,
dalla promessa evaporata
all pendici scoscese di una verità
che non possiamo dirci
E' un sorriso ad affilare i denti
nei morsi all'Anima più ingenua
lenendo brandelli di se stessa
con bende su croste di coraggio
Troppe maree ad affogare sguardi
- poche le Ere per asciugarli -
Anche oggi era un tuo giorno
rubato alle mie tasche vuote
nei risvolti scuciti di un cuore
aspettando il mio abbraccio senza te
29/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
Dodici lune sono nate, e morte,
dalla promessa evaporata
all pendici scoscese di una verità
che non possiamo dirci
E' un sorriso ad affilare i denti
nei morsi all'Anima più ingenua
lenendo brandelli di se stessa
con bende su croste di coraggio
Troppe maree ad affogare sguardi
- poche le Ere per asciugarli -
Anche oggi era un tuo giorno
rubato alle mie tasche vuote
nei risvolti scuciti di un cuore
aspettando il mio abbraccio senza te
29/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
XIV
La mano che invano ti tendo
sostiene il peso di una croce
col tuo nome inciso a sangue;
non capisci Fratello che le tue lacrime
sono chiodi a bucarmi i palmi?
E' l'ultima tua stazione
prima della Pasqua già scritta
lasciami andare in altre notti
a mostrare nel vento
come un fuoco si accende,
dove ai piedi del Golgota
altri fratelli potranno bruciare
croci dal legno ormai schiarito.
Fatti bendare le piaghe dal mio grazie
- e sorridi al mio sorriderti -
chiudendo gli occhi alla Maestra Luce.
30/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
La mano che invano ti tendo
sostiene il peso di una croce
col tuo nome inciso a sangue;
non capisci Fratello che le tue lacrime
sono chiodi a bucarmi i palmi?
E' l'ultima tua stazione
prima della Pasqua già scritta
lasciami andare in altre notti
a mostrare nel vento
come un fuoco si accende,
dove ai piedi del Golgota
altri fratelli potranno bruciare
croci dal legno ormai schiarito.
Fatti bendare le piaghe dal mio grazie
- e sorridi al mio sorriderti -
chiudendo gli occhi alla Maestra Luce.
30/07/2009
(Oliviero Angelo Fuina)
XV
In questo giorno fuori dal tempo
- meriggio di fumo e sole anomalo -
scivolo la barca dell'inchiostro
incespicando su onde banali;
tace lo specchio di uno squillo
a sancire che valgo all'esterno
e le parole che da s olo mi dico
hanno le risposte già segnate.
Cambia la platea di un cauto sguardo
e l'occhio della Terra volto al cielo
placido accarezza verdi rive
- formano, l'esche, cerchi in divenire -
Io che nel pronome mi conosco
se la tua voce mi lusinga un poco
disperdo ogni frammento di sorrisi
se il vento di un rifiuto percepisco.
e l'attesa di ciò che non mi aspetto
contraddice il mio saper la vita
tendo mani ad afferrare istanti
scivolando la presa sul cuore.
In questo giorno fuori dal tempo
- meriggio di fumo e sole anomalo -
scivolo la barca dell'inchiostro
incespicando su onde banali;
tace lo specchio di uno squillo
a sancire che valgo all'esterno
e le parole che da s olo mi dico
hanno le risposte già segnate.
Cambia la platea di un cauto sguardo
e l'occhio della Terra volto al cielo
placido accarezza verdi rive
- formano, l'esche, cerchi in divenire -
Io che nel pronome mi conosco
se la tua voce mi lusinga un poco
disperdo ogni frammento di sorrisi
se il vento di un rifiuto percepisco.
e l'attesa di ciò che non mi aspetto
contraddice il mio saper la vita
tendo mani ad afferrare istanti
scivolando la presa sul cuore.
Agosto 2009
(Oliviero Angelo Fuina)
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