mercoledì 15 luglio 2015

Ho letto "Una parola e per sempre" di Alessio Silo





L'Amore in un romanzo da amare.

 
Conoscere l’autore non sempre aiuta nel recensire un suo romanzo, soprattutto se stima e amicizia vivono fortemente a prescindere da ultime parole consegnate pubblicamente ai tanti suoi lettori estimatori.
Infatti si tende ad iniziare la lettura anche critica con una sorta di giudizio preconcetto avendo ben chiaro in sottofondo, nostro malgrado, che si sta leggendo il libro di un amico e non di uno scrittore affermato e magari anche di fama  internazionale.
Alessio Silo ha avuto il pregio di disperdere immediatamente questo equivoco inconscio già dalle primissime pagine.
Detto in confidenza, forte è stato l’impulso per il sottoscritto di sottolineare la maggior parte dei passaggi narrativi che avevano intrinseca la spiazzante sorpresa di metafore illuminanti e di antica saggezza troppo spesso dimenticata nel piattume di verità convenzionali. Un atteso dono inaspettato, se mi passate questa contraddizione espressiva.
 
Una Parola e per sempre è il secondo romanzo di Alessio Silo pubblicato con la David and Matthaus Edizioni ed è un romanzo sull’amore e d’amore per la vita, tratteggiato con pastelli poetici che appartengono da sempre al ricco bagaglio letterario del bravo scrittore frusinate che della poesia, suo primo amore comunicativo, ha mantenuto il proprio “sguardo oltre” ad attingere bellezza nelle piccole, banali, quotidianità che, se  sommate, altro non fanno che un totale chiamato Esistenza.
Poesia dalla quale non si può prescindere considerando che Alessio Silo stesso ci dice: “ Ciò che si ama è sempre pura poesia.
 
La prosa è l’inganno di facciata per la poesia che si respira in ogni frase. Immagini e metafore abbondano, e mai fuori luogo, come la più intensa delle poesie di Neruda.
Un inganno riuscitissimo, si badi bene, perché il motore propulsivo di tutto questo intenso comunicare è l’emozione che Silo riesce a decodificarci e  trasmetterci in ogni sua sfumatura.
 
È intensa l’emozione dell’amore che Silo ci offre, quasi organolettica. Un’emozione che sa graffiare e accarezzare il cuore come solo pochi riescono empaticamente a fare indossare. L’intensità del suo comunicare sovrasta ogni difesa critica e abbandonarsi sulla spiaggia calda e assolata di quest’isola narrativa è la logica conclusione di una percezione così positivamente stimolata.
 
Una parola e per sempre, dunque.
 
Come nella Recherche di Proust, un vedovo sessantunenne, padre di 4 figli, nell’autunno della sua vita, apre la sua personale scatola di “Madeleine per assaporare ricordi; nella fattispecie narrativa di Silo, uno scatolone di ricordi e “appunti di viaggio”, quali fotografie, cartoline, biglietti ferroviari, lettere e via dicendo.
 
Ma il raccontarsi in prima persona del vedovo protagonista non è quel ripetitivo attingere dalla propria personale scatola di biscotti della memoria come i primi capitoli potevano indurre a farci credere. Oltre a struggenti e intensi ricordi legati alla moglie defunta, a quell’amore così profondamente rivelato attraverso il suo viaggio mnemonico nel tempo, nella trama narrativa trova spazio il tempo presente del protagonista e tutto diviene occasione per profonde riflessioni sulla vita e sull’amore. Con delicatezza si comincia col tema del rispetto dovuto alle donne e ad amarle per come meritano, Sua figlia Beatrice, vittima di un marito violento e assente, e quindi di un Non-Amore, ne è il primo espediente narrativo che Alessio Silo coglie per donarci pensieri d’intenso e profondo impatto con inusuale chiarezza mentale, rivelatrici di verità che mai nessuno dovrebbe scordare. E tacere.
Alessandro, questo il nome del protagonista, si rivela anche un nonno amorevole pur rimanendo consapevole di errori comportamentali che a volte hanno ferito i propri figli, comunque consci di un amore che mai è venuto meno. Regalandoci una rivisitazione saggia e consapevole che non può che assolvere la maestria acquisita.
Ma è sempre e solo l’amore il tema portante di questo excursus emotivo del protagonista, anche quando si veste di dolore. Il bravo Alessio Silo ci regala riflessioni profonde che stupiscono, anche considerando la giovane età del talentuoso scrittore laziale.
Ed è amore in ogni sua sfumatura e sfaccettatura per quell’immenso e luminoso diamante che è l’Amore stesso. Eccoci così ad affrontare insieme al protagonista l’amore omosessuale di Monica, una delle figlie di Alessandro e l’affrontiamo in modo delicato e puro come ogni amore richiede.
Oppure chiederci insieme a Sara, un’altra delle figlie, quando l’amore tornerà a far battere un cuore ancora sofferente, in un percorso di crescita necessario nei propri tempi di comprensione.
 
Con Paolo, unico figlio maschio di Alessandro, vivremo la vera svolta narrativa del romanzo incominciata, per noi lettori, in modo inconsapevole, con la magia di una biglia e con lo sguardo puro e innocente di Anna, figlia di Beatrice e nipote amatissima di Alessandro.
 
Tra ricordi di vita vissuta e un presente narrativo ricco di tematiche notevoli si riflette, grazie al nostro Autore, sulla Vita, sulle difficoltà, sulla stessa morte e sul senso ultimo di ogni accadimento.
Leggere questo libro significa anche immergersi e vivere l’atroce ed estremo dolore di un padre; significa anche rimettere in discussione ogni certezza data per acquisita. E fa male tanto è scritto bene! Anche in questo, onore ad Alessio Silo!
In questo bel romanzo tutto è pretesto per donare al fortunato lettore perle di pensiero che inducono ad appropriate e profonde riflessioni sul senso stesso della vita e della Bellezza.
 
Una parola e per sempre è letteralmente intriso di quella magica alchimia tipica solo dell’amore che vince spazio e tempo, nell’eternità di anime sempre vive;
Una parola e per sempre non è mai una sola parola ma nuove e ancora nuove parole, come in una specie di Matrioska letteraria, per rinascere dal passato e cominciare a creare un presente, se non un futuro, che possa rispecchiare nuovi sensi esistenziali;
Una parola e per sempre ci parla dell’amore e di come, in mille sfumature, quando rinasce a sé stesso, è sempre il primo amore.
 
Una parola e per sempre è quell’unica parola che ho forse inflazionato in questo mio scriverne la personale accoglienza: Amore.
L’Amore in un romanzo da amare!
Grazie Alessio Silo!
 
 
Oliviero Angelo Fuina
 


venerdì 10 luglio 2015

Notti a seconda delle note - Prose sussurrate




[Work in progress ...]
 
 
 
Questa notte è una notte da Nick Cave e Tom Waits;
è una notte da respiri infiammati che graffiano la gola, di rumore di ghiaccio alla deriva nel rum;
è una notte sincopata da pianoforte e chitarra ma come se non fosse importante;
una notte di quelle che nascondono un singhiozzo a tradimento dentro quella assenza che resta fedele;
una notte di quelle che non vorresti mai lasciare temendo da subito l'alba;
è una notte che danza nei giri di basso tra portacenere pieni, sguardi annebbiati e altri luoghi comuni;
è una notte da quadranti rotti e lancette invisibili nell'incoscienza di un sogno vigile;
questa notte, per fortuna, è ancora notte e le mie stelle le disegno sulle parole degli altri così da non doverle ricordare.

 L'immunità di questo tempo sospeso può farmi amare ancora chi si è già arresa alla notte alzando le braccia fino al domani.

 Ma in questa notte, come le altre, il tuo fantasma batte il tempo in levare con me,  nello stanco sorriso di chi non sogna.
 
 
(07/07/15)

 

 

Questa è una notte da voce indolente e chitarra allegra, è una notte da Lou Reed;
è una notte di fantasmi in giubbotti di pelle e sogni nudi mai vivi;
una notte più notte sull'altro lato della strada, forse sbagliato;
è notte da lunghissimi intro prima di esplodere implodendo;
questa è una notte che non guardavo da tanto per il buio che abbagliava;
è notte da ritmi suadenti in note di morfina e nebbie artificiali;
è una notte di solitudini tra folle di amici per bisogno, ed è una notte stanca da subire impotenti;
è una notte di quelle che io non c'ero mai per vederne la fine e se c'ero volavo, ad occhi chiusi.

Ora non mi libro più e ad occhi aperti rimango da solo perchè la nave dei sogni ha bruciato la chiglia al sole.

Mi resta la luna e una voce indolente e una chitarra a basso volume per non risvegliare i fantasmi.

Mi resta una notte per traghettarmi a domani.
 
(08/07/15)

 

 

Questa è una notte di ricordi di mezza estate, una notte per starmi vicino;
è una notte di chitarre e accordi semplici, di ritmi evocativi, di amici dispersi come scintille di un falò;
è una notte di amici senza un nome per chiamarli davvero e senza il tempo per renderli eterni;
questa è una notte vista attraverso occhialini rotondi che sono diventati leggenda;
è una notte accecata dai bagliori di fuochi fatui che scaldano l'istante a perdere;
è una notte che vince il verde degli anni da mostrare al futuro ingannando il passato;
è una notte, questa, di "Stand by me", per non farmi andare alla deriva.

É di tante voci la stessa melodia per quegli abbracci indiretti nell'illuso calore della Terra del Fuoco.

Si ripete il canto, si inflaziona l'ascolto e resto ancora io a mancarmi nello spartito che stringo nel pugno in tasca.
 
 
 (09/07/15)

 
 
Questa è una notte di bassi e sospiri, una notte da Rickie Lee Jones;
è una notte ipnotica e malinconica di assenze e dipartite e di arrivi mai giunti;
è grande il freddo di questa notte all'ombra di ricordi bruniti;
è una notte di polpastrelli come spazzole sul piatto dorato del tavolo;
è notte da voce basculante e accordi ripetitivi come mantra d'ingresso;
è una notte che ha il sorriso riflesso della luna ad orbitare su vetri bagnati;
è una notte da attraversare da solo tra la folla di avventori alla deriva;
questa è una notte da rubare un sorriso direzionato altrove per ingannare l'apparenza.

In questa notte di soldi bevuti per comprare imitazioni di calore la mia solitudine è quasi di compagnia.

Lei mi guarda senza vedermi, dietro la prua della sua nave satinata, ed io non vedo il vuoto di attimi che saprò reinventare come falsi d'autore.


(10/07/15)



Questa è una notte che cade, sospinta dalla voce di Julee Cruise;
è una notte rinchiusa nella stanza di un adolescente nei riti misteriosi d'ascolto;
è l'emozione di un canto armonico che vibra il petto spettinando le ali;
è una notte sospesa nell'abisso senza fine e di incerta direzione;
è una notte, questa notte, dallo schermo piccolo e orizzonti infiniti;
è una notte dal ritmo antico per la breve vita di ogni immortale viaggiatore;
è una notte da imposte chiuse e luna nel cassetto dei sogni;
questa è una notte da fuggire nell'anelito di una catena da forgiare.

Il letto a una piazza è prigione che accoglie e rassicura nel tempo in cui tutto può accadere.

Io non sono ancora io e non sono nemmeno chi volevate io fossi ma rimango quella scintilla di un fuoco da curare per non scottare pensieri in divenire.

La mia stanza adesso è una bolla di abitudini e le imposte socchiuse illudono.


(11/07/15)


Questa è una notte di aperture solenni tra le porte graffianti: è una notte da Joe Cocker;
è blu questa notte nell'agitarsi scomposto di mani tra le stelle;
è una notte da palco antico su sguardi ribelli che si accendono al futuro;
è una notte, questa, sottolineata da cori in falsetto su accordi di verità taciute;
è una notte in distorsione su melodie composte in cuori verdi;
è una notte che fa l'occhiolino al passato fino a sentirne l'odore;
è una notte che si condivide nascondendone il possesso esclusivo;
è una notte che, se c'ero, fingevo di avere tutte le illusioni in regola.

In questa parentesi cadenzata resto un'altra volta solo, nella pista da ballo affollata dai fantasmi senza ancora un nome.

Vibra all'infinito l'urlo che libera ali d'acciaio dentro sogni di celluloide.

Questa notte è un blues disperato vestito a festa per ricevere ancora l'invito al Luna Park dei rimpianti, sperando di sorrisi stupiti al tiro a segno.

(12/07/15)



Questa è una notte indecisa tra l'urlo e il sospiro, è una notte da Neil Young;
è una notte da falò in spiaggia e vetri annebbiati e colpevoli;
è una notte da viaggi a perdere per vincere un oblio da non dimenticare;
è una notte che stride e accarezza come il più ambiguo degli amori;
è una notte che bastavano sei corde per legarci futuri troppo lontani;
è una notte che ritrova un'armonica nel cacofonico ricordo;
una notte, questa, che mai potrà tornare nel chiamarla ad occhi chiusi;
questa è una notte che inganna con gli occhi dolci e falsi del tempo non vissuto.

In questa notte di calumet da troppe bocche  è ancora sporco il mio sguardo ripudiato e ripulito è il mio cuore.

Molti gli antichi nomi scritti con l'incoscienza in calce a fotografie lucidate nell'eterna gioventù.

Rimangono accordi semplici per complicati giri di vita, rimango io nonostante me stesso.

(14/07/15)



Questa è una notte di sassofono e di amori sovrani, è una notte da Sade;
è una notte elegante sopra croste di fumo e macchie di sale;
è una notte da vivere sul palco e morire sull'alba di chiusura;
è una notte di battiti puliti, di voce a suonare l'infinito nell'universo di un brano;
è una notte da attraversare in viaggio su corsie deserte e mente affollata;
è una notte d'illuse atmosfere in bolle di età ancora acerbe per scoppiare;
è una notte sofisticata da aspirare col filtro per non tossire la verità;
è una notte in abito lungo per nascondere pallori quotidiani.

Ed io mi vesto di note per non spogliarmi nei lamenti da tacere.

Ai piedi del palco il mio viso è nel buio tra la folla di fantasmi inerti mentre lame di luci accendono visioni.

La distanza di un abbraccio ancora mi separa dal centro della scena.

(15/07/15)



Questa è una notte da mettere in gioco rischiando la puntata, è una notte da Chris Isaak;
è una notte dai suoni curvati come onde di Maestrale dove non si vede la riva;
è una notte che ho già rubato al tempo che non potevo avere quando avevo solo il tempo;
è una notte che cerca antiche orme sulla spiaggia, dopo l'ultima  mareggiata;
è una notte di passioni da sospirare per ingannare sguardi prigionieri;
è una notte in ostaggio delle ipotesi più astratte che sanno ancora di verità;
è una notte da prendere in prestito una voce per non ascoltarsi fino in fondo;
è una notte elettrica sognando fari ad olio come stelle per non perdersi.

É una notte, questa, che la differenza tra il sogno e il futuro è tutta nel presente.

Io che ho scritto speranze nei domani mi ritrovo a leggere rimpianti su fogli che non sono nemmeno bianchi.

In questa notte dal sapore antico solo il boccone agrodolce è nuovo da troppo tempo.

(16/07/15)


Questa è una notte di pausa tra le note, è una notte di silenzio;
è una notte che se tu non ci sei ho mille domande da non ascoltare;
è una notte di quelle che mi manco per come sono mancato al tuo appello;
questa è una notte orfana di stelle e pregna di un caldo malato;
è una notte che non ti cerco per non sapere dove stai guardando il buio;
è una notte che uccide ogni scintilla dalle braci d'ipotesi morenti;
è una notte che ti dedico sperando in un'alba che tu possa ancora avere;
è una notte, questa, che è più notte senza musica da condividere.


E nello spazio silente di un rigo riguardo quelle note ancora appese alla battuta successiva.

Magari, tu, stai già danzando oltre le stelle ed io ho perso lo sguardo giusto per ammirarti.

Non mi resta che alzarmi dalla sedia e lasciare la sala meno buia della notte che, illusa, ti cerca a parole spente.

(17/07/15)



Questa è una notte segreta e gitana:  è una notte da Leonard Cohen;
è una notte dai toni gravi e sensuali come il murmure mare all'approdo;
è una notte delicata come accordi minori ad ammiccare al basso;
è una notte, questa, dove anche le luci distanti sembrano stelle curiose;
è una notte da sigarette appese al labbro e un cappello a riscaldare gli occhi;
è una notte da tango spacciato per ballo, nella magia di logorroici fianchi;
è una notte da pedana in penombra da guardare a sterno proteso;
è una notte parlata dentro melodie ad intrecciare rochi sospiri a vincere.

La trasgressione di una preghiera inganna consensi più morali agli atei d'occasione.

Vivere questa notte senza condividerne l'ascolto è un delitto affettivo.

Nella vita nascosta di un sogno riesco ancora a guardarti  mentre accenni un casquè.

(18/07/15)



Questa è una notte che graffia la vita, è una notte da Stevie Ray Vaughan;
è una notte triste che mette la maschera per non farsi riconoscere;
è una notte di cristalli a frangersi contro lacrime asciugate  a muso duro;
è una notte a rincorrersi tra le dita nei lamenti percossi in tre quarti;
è una notte che scivola sulle corde come un pazzo funambolo da strada;
è una notte che se piange il cielo non bagna gli abbracci assenti e mai cantati;
è una notte sporca di fumo mentre ti chiamo senza avere in tasca il tuo nome;
è una notte ad occhi chiusi e pensieri in volo dentro un cielo Blues.

In questa mia notte senza orologio al polso il tempo scambia le parole più consuete col vento scomposto di un fuggire illuso da me stesso.

In questo tempo che respira soltanto di notte l'apnea di un'alba in agguato mi avvicina ad un morire al suono della sveglia.

(19/07/15)



Questa è una notte ribelle e d'altri tempi, è una notte da Amy Winehouse;
è una notte trasgressiva e incompresa mentre grida la verità con alfabeti diversi;
è una notte cattiva per quanto buona si professi in sguardi eucaristici;
è una notte di virtuosismi e cadute su scale languide viste di sbieco;
è una notte, questa, che nella sua voce ha tutti i futuri rimpianti ormai scheggiati;
è una notte da pianoforte schiaffeggiato contro la seta ruvida di un canto;
è una notte che non sta in piedi mentre cerca di volare sopra il fango;
è una notte da schioccare le dita a tempo, come un illuso prodigio da palesare.

Il fantasma degli autunni svaniti inganna di un sole sempre caldo appena dopo il sipario di una notte in replica.

Come gli immutabili passati che non si affacciano ad orfani presenti, ogni divenire sembra sospeso per cattiva condotta.

Resta una lacrima a rifrangere ipotetiche luci sui liquidi carati.

(21/07/15)



Questa è una notte senza gravità nel vuoto di un'apnea, è una notte da John Mayer;
è una notte dolce come l'assenza improvvisa di un dolore mai saputo;
è una notte sussurrata con le dita mentre leggono in braille le stelle;
è una notte di quelle che non ti aspettavi così presto ad ora tarda;
è una notte, questa, da insegna di motel intravista dai finestrini in corsa;
è una notte che danza lenta la rinascita nella stanza delle cose perdute;
è una notte dove chi è solo lo è meno di altre notti quasi uguali e mai diverse;
è una notte che ti implora di non ricordarti della prossima alba.

É suadente la voce ad edulcorare la notizia di un altro giorno speso senza resto in cambio.

Ed io che sono figlio di ogni notte nel primo vagito a seguire gli altri mille, posso finalmente aprire gli occhi sul buio di un sonno non di veglia.

Breve è la distanza tra la credenza e l'illusione.

(23/07/15)



Questa è una notte trasgressiva, una notte da Doors;
è una notte che fa le fusa a inesistenti orizzonti;
è una notte suadente che palpita su riverberi elettrici;
è una notte ad occhi chiusi e mente spalancata sul vuoto di anni illusi;
è una notte senza una meta nei troppi arrivi già fissati senza mai partire;
è l'urgenza improvvisa di alzare le braccia senza doversi arrendere;
questa è una notte di ipnotici attimi che sanno d'eterno nel tempo di un levare;
è una strana notte dal gusto dolciastro di ricordi ovattati dall'incoscienza.

L'armonica del mio Blues toglie il respiro ai miei piedi dentro scarpe troppo strette e chissà dove potrei essere se mi fossi deciso a partire.

La testa asserisce sul ritmo in cadenza e la futilità di braccia conserte fa sorridere nel pianto. Ma non importa a nessuno quando si è soli.

(18/10/15)