giovedì 24 aprile 2014

Io, che mi manco da morire


E adesso anche tu non sei già più tu
io, invece, non lo sono più stato.

Ho annacquato il tuo sguardo d’annata
tracimando il mio lago dal volto;
ho trovato nuove sponde piane
d’abbracciare con sguardo mio lento.

Rimane l’eco d’un tuffo sciolto
del gabbiano con ali di piombo
che nello slancio d’altre rincorse
ha perso del volo la tua spinta.

Sopra i fogli scrivo la mia storia,
barchette di carte alla deriva
nei notturni canali a perdere,
sperando in una secca del tempo.

Fumoso ectoplasma imperfetto
che fioca lampadina riflette,
inutile cercarne il contorno
fuori dall’urna della memoria.

Ed io, che mi manco da morire,
e tu, che non sei forse mai stata.

24/04/07

(da: "Cieli di carta", Oliviero Angelo Fuina)

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