In questo giorno caduto da Luglio
con mosche che volteggiano nel fumo,
snobbando l'arsura fuori casa,
mi ritrovo con una penna in mano
e scrivo, senza avere alcuna idea
senza neanche un pretesto o un dolore
senza un fine che faccia stare bene
senza il buio a strapparmi via i pensieri
e scrivo le parole più comuni
quelle che hanno meno fantasia
e intanto fuori la vita si legge
o magari si guardan le figure
ma io scrivo nell'ombra di un soffitto
sotto il silenzio di una casa vuota
perché tutte le parole già scritte
mai son bastate a tessere un'intesa
e ciò che pensi lo leggo da un vetro
e la risposta scivola l'inchiostro
ma tu lo sai che preferisco un foglio
dove posso racchiudere il tuo mondo
e lo scrivo senza avere smentite
perché tanto sul palco resto solo
e invento un riflesso che mi aggrada
sotto i guizzi di una sfera perfetta
e intanto, tra lo spazio di due verbi
posso perdermi il senso di un abbraccio
ma questo, se permetti, non lo scrivo
e dico, con la china, tutto il niente
che possa darmi approdo in fondo al bianco
perché quello che vale è l'impressione
e di tante parole messe in fila
nemmeno più riesco a dubitare
e scrivo senza rughe d'espressione
senza avere qualcosa nelle tasche
mi restano graffiti sui papiri
e il senso mai tradotto del mio viaggio
o forse questa sedia è troppo alta
e illude il dubbio senso del volare
allora mi incateno alle parole
scrivendo di orizzonti sconosciuti
perché alla fine tu puoi dire tutto
il vento non ha limiti di spazio
ma io scrivo, sopra la mia vela,
ed è il tuo vento a gonfiarmi infinito.
11/07/14
Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati
con mosche che volteggiano nel fumo,
snobbando l'arsura fuori casa,
mi ritrovo con una penna in mano
e scrivo, senza avere alcuna idea
senza neanche un pretesto o un dolore
senza un fine che faccia stare bene
senza il buio a strapparmi via i pensieri
e scrivo le parole più comuni
quelle che hanno meno fantasia
e intanto fuori la vita si legge
o magari si guardan le figure
ma io scrivo nell'ombra di un soffitto
sotto il silenzio di una casa vuota
perché tutte le parole già scritte
mai son bastate a tessere un'intesa
e ciò che pensi lo leggo da un vetro
e la risposta scivola l'inchiostro
ma tu lo sai che preferisco un foglio
dove posso racchiudere il tuo mondo
e lo scrivo senza avere smentite
perché tanto sul palco resto solo
e invento un riflesso che mi aggrada
sotto i guizzi di una sfera perfetta
e intanto, tra lo spazio di due verbi
posso perdermi il senso di un abbraccio
ma questo, se permetti, non lo scrivo
e dico, con la china, tutto il niente
che possa darmi approdo in fondo al bianco
perché quello che vale è l'impressione
e di tante parole messe in fila
nemmeno più riesco a dubitare
e scrivo senza rughe d'espressione
senza avere qualcosa nelle tasche
mi restano graffiti sui papiri
e il senso mai tradotto del mio viaggio
o forse questa sedia è troppo alta
e illude il dubbio senso del volare
allora mi incateno alle parole
scrivendo di orizzonti sconosciuti
perché alla fine tu puoi dire tutto
il vento non ha limiti di spazio
ma io scrivo, sopra la mia vela,
ed è il tuo vento a gonfiarmi infinito.
11/07/14
Oliviero Angelo Fuina - Tutti i diritti riservati
Questa è forse una delle espressioni più reali che ti rappresenti. Una grande bellezza. tu che ti doni alla scrittura.
RispondiEliminaUn abbraccio infinito
Grazie cara Simo!!! Il tuo giudizio mi inorgoglisce sempre il doppio ! Un abbraccione immenso a te!
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