Io mi trovo tra il nulla e l'infinito
in quel gesto che si apre, e nell'inedia,
dove il verbo ammutolisce nel cielo
ruggendo incomprensibile nel fango
in quel gesto che si apre, e nell'inedia,
dove il verbo ammutolisce nel cielo
ruggendo incomprensibile nel fango
Tu sei tutto ma ancora non mi basta
perché non sai raggiungere quei luoghi
che stanno tra la notte e i miei pensieri
e in ciò che non so dire e in ciò che urlo
perché non sai raggiungere quei luoghi
che stanno tra la notte e i miei pensieri
e in ciò che non so dire e in ciò che urlo
Tu sei molto ma non è mai abbastanza
per chiuder la distanza dei silenzi;
di noi sappiamo tanto in superficie
tenaci ad evitare ogni immersione
per chiuder la distanza dei silenzi;
di noi sappiamo tanto in superficie
tenaci ad evitare ogni immersione
Io sono quello che tace con la penna
e tu sei gli aggettivi che non leggi
perché vedersi spesso dentro casa
di certo non vuol dire stare insieme
e tu sei gli aggettivi che non leggi
perché vedersi spesso dentro casa
di certo non vuol dire stare insieme
E adesso che nei vetri trovi un senso
- io che li ho già scheggiati tempo prima -
mi parli dei riflessi più leggeri
e dell'ipocrisia mi affossa il peso
- io che li ho già scheggiati tempo prima -
mi parli dei riflessi più leggeri
e dell'ipocrisia mi affossa il peso
É tanto che ho scordato il tuo profumo
e la tua pelle è soltanto un confine
ma io che da aquilone ho perso il filo
mi adagio nella quiete più distante.
e la tua pelle è soltanto un confine
ma io che da aquilone ho perso il filo
mi adagio nella quiete più distante.
18/11/2014
(Oliviero Angelo Fuina)
Poesia premiata col terzo posto al Premio Letterario Nazionale "Una perla per l'oceano"
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