Arrivò piano, come un'emicrania
e dove prima sentivi il profumo
la tua bocca già morde il bianco seno,
freddo, come notte che ti sorprende
Ed è lei ora che abita il volto
e nulla esiste che non sia quel marchio
che danna lo sguardo acceso allo specchio
e un sorriso di conquista a perdere
Nodose dita tengono la luna
nel nudo camminare sopra i mondi
un cane abbaia all'ombra di sé stesso
e un allocco finisce lo spartito
Arrivò piano, senza spiegazioni
senza passi da contare a ritroso
e nel tuo orfano abbracciare il vento
c'è tutto il senso a trattenere il pianto
Senza le scarpe fermo hai camminato
tracciando la tua rotta su memorie
e poi di colpo invece sei partito
ma come se nemmeno fossi stato
Arrivò piano, come un temporale
e dove ricamavano le gocce
ora tutto nell'onda si disperde
nel riflusso che danza la tua ghiaia
che adesso mi frantuma consonanti
nel chiamarti con l'inutile voce
ed è il silenzio a gridare più forte
nella guerra che mai nessuno vince
- Arrivò piano, forse inaspettata,
senza fermarsi per mostrarci il viso -
27/04/13
(Inedita)
Nessun commento:
Posta un commento