"Parole che avrei voluto dirti"
di Michele Gardoni
ISBN : 978-88-98410-36-1
Gruppo Editoriale D and M divisione ArteMuse Editrice
Le "Parole" di Michele Gardoni erano già un successo annunciato prima della pubblicazione dello stesso - atteso - libro. Successo non disatteso. E la densa qualità che Michele offre su carta va oltre la significativa quantità delle copie vendute. Ed è questo il vero successo, questo positivo accoglierle come "Parole" speciali e imperdibili. Un meritato accoglierle.
Molto hanno influito le pregne ed emozionanti anteprime che Michele Gardoni, dal suo blog, ci regalava da tempo, parlandoci, da cuore a cuore, di intense emozioni che magicamente estrapolava da quotidianità di sguardi e di viaggi, offrendocele in delicati sussurri.
Io stesso avevo prenotato questo suo libro per tempo ma solo pochi giorni fa ho colto il giusto momento per affacciarmi in questo suo viaggio esistenziale da me fino a quel momento appena intravisto.
E' stato amore a prima pagina e in una sola, intensa, serata l'ho letto, anzi, l'ho vissuto interamente.
E la prima parola che mi è venuta in mente, a pagine appena chiuse, è stata un grande e sincero "grazie" all'autore per avermi permesso di entrare così compiutamente nelle sue emozioni, nei suoi pensieri, nelle sue debolezze riconoscibili dai tanti - me compreso, e nei palpiti crescenti di un sorriso vincente a discapito di "parole troppo grosse da poter uscire dalla gola".
Parole d'amore per l'Amore e la Vita che l'amore stesso saprà dar loro vita comunicativa.
Già dalle prime pagine Michele ci offre riflessioni che catturano per profondità che solo il saperle mostrare con semplicità può renderle tali, in quanto fortemente vere.
Poco dopo veniamo proiettati in una Estate dei suoi quattordici anni, con le prime esplosioni ormonali che ci fa vivere non temendo di mostrarsi nell'ingenuità e nelle "debolezze" che, forse in diverse sfumature, sono state di tutti. Autoironia e sguardi "oltre" sono gli ingredienti che aiutano a farci vivere empaticamente ogni dubbio, ogni rabbiosa e impotente frustrazione e ogni pulsione come se conquistata da noi stessi. E in tutto questo particolare percorso le riflessioni che ci porta in dote riverberano fino a lambire la percezione dei nostri attuali giorni.
Ci ritroviamo poi immersi in passioni, frustrazioni e impotenze lavorative e di relazione, in meccanismi di sopravvivenza che non possiamo non riconoscere. Non si risparmia nè media con se stesso, il talentuoso Autore, nemmeno nelle incomprensioni e nei "colpevoli" silenzi d'inedia di una relazione morente e non adeguatamente soccorsa. Passi forse indispensabili di percorso di crescita, di non consegnarsi all'abitudine così deleteria nell'amore che amore non può più essere, affinché l'arrivo e l'incontro "casuale" con "l'anima gemella predestinata" possa essere vissuta in nuovi, pur se sofferti, consapevoli slanci propositivi.
E' la vittoria del positivo sul negativo, della speranza che si concretizza, del sogno che si realizza, dei valori alti su materialismi di facciata e questo nonostante predisposizioni caratteriali figlie di addomesticamenti educativi e sociali che sempre più frequentemente distolgono dalle vere mete che altro non sono il viaggiare nella vita presenti a se stessi.
"Parole che avrei voluto dirti" è anche una commovente dichiarazione d'amore per la "sua" Milano, per quella Milano che va oltre alle vesti con cui si fa vedere. Una Milano intima che si dona a chi, come Michele, la sa davvero guardare e cogliere nei suoi intimi doni.
"Non capisco come possano esserci tante chiacchiere fuori luogo su Milano. Come possa essere definita una città fredda e senza sensibilità, non si può guardare una persona per l'abito che indossa, spesso le persone si perdono a guardare la nebbia dimenticando che il grigio che la copre è un vestito, non la sua pelle, non il suo cuore."
Splendida e indicativa la sua dedica iniziale al grande Enzo Jannacci. Dedica fatta prima che Enzo lasciasse in noi l'immenso vuoto della sua dipartita "oltre il velo". Una dedica non alla memoria dunque, ma a ciò che Enzo rappresentava artisticamente nella sua Milano, e in ogni luogo.
Sono certo, caro Michele, che Enzo avrebbe risposto così, alla tua dichiarazione d'intenti:
E' vero e innovativo anche il tuo bel proporti, senza alcun condizionamento al passivo. Bravo: non sei mai andato fuori tempo! S', caro Michele, per le cose della vita tu hai avuto ... tutto, tanto, anzi parecchio perché per fare certe cose ci vuole orecchio! E cuore."
Grazie, Michele Gardoni!
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