venerdì 6 settembre 2013

Perché, "Orme sull'acqua" ?



"Le orme sull'acqua". Perché questo titolo?
Le orme sull'acqua sono impronte invisibili, che non hanno appunto alcun riscontro materiale agli occhi di chi si volta a rimirare i propri passi.
Queste orme non vengono direttamente percepite ne' possono aiutare chi si perde in proprio. Diciamocela tutta: le orme sull'acqua sono un paradosso e una contraddizione palese. Orme paradossali e contraddittorie come l'Esistenza stessa. E' questa la chiave di volta del senso del titolo. L'Esistenza paragonata ad un fiume d'acqua, che scorre fluido e incessante verso il mare, a riunire ogni goccia di umanità che forma il fiume stesso.
Questa affermazione porterebbe a far pensare che ognuno di noi possa lasciare impronte sullo scorrere spesso impetuoso del fiume d'acqua ... ma non sempre è così, anzi, avviene più difficilmente di ciò che si potrebbe pensare. Per lasciare impronte si dovrebbe innanzitutto riuscire a entrare nel fiume e non rimanere bloccati in qualche punto delle sue sponde o abbarbicati sopra uno scoglio prima che l'ansa ricurvi. E' la paura di annegare che ci blocca. Come diceva Paulo Coelho, però, non si annega finendo sott'acqua ma soltanto non riemergendo. Ecco perciò che solo buttandoci nell'acqua che scorre impetuosa a valle tutti noi potremmo scoprire di saper nuotare benissimo e non ci precluderemmo la possibilità di ammirare diversi panorami nel corso del nostro fluido viaggio. E come ho voluto rimarcare in una poesia di questa silloge, è proprio il viaggio stesso la meta!
Per lasciare orme, comunque, è indispensabile la leggerezza, oltre al coraggio di entrare davvero nel fiume. Ed è così che amo pensare i miei versi: un'impronta in punta di penna immersa nel viaggio esistenziale, cioè nel fiume della vita.
Le impronte che si possono lasciare sono semplicemente il mostrare a tutti la nostra possibilità di nuotare, scorrendo sicuri in favore di corrente e vincendo paure sapendo del mare che ci aspetta. Troveremo gorghi difficili e cascate impetuose ma la consapevolezza di essere acqua nell'acqua ci potrà sicuramente sostenere e il trovare tratti di placido scorrere non dovrà mai tentarci di volerci fermare perché un viaggio che valga la pena di essere intrapreso presuppone il viverlo fino alla meta, cioè senza soluzione di continuità.
Tornando alla silloge che vi apprestate a leggere, con essa voglio mostrarvi un breve tratto di percorso, uno svoltare curva abbandonando prima una sponda quindi vari scogli di illusa sicurezza, nuotando consapevole correnti variabili come le stesse emozioni che mi auguro di riuscire a trasmettervi. Un primo classico approdo che riconoscerete è l'amore che ci illudiamo sia il mare ma che infine, fortunatamente, ci insegna l'Amore per noi stessi, acqua nell'acqua. E ogni emozione viene solcata in bracciate al meglio di ogni singolo momento, tenendo all'orizzonte la curiosità del tratto successivo, vincendo sconforto sommando speranza.
La vera traccia di noi sarà il costante muoverci alla curva successiva. Perdendoci e ritrovandoci infinite volte se lo sguardo stesso tenderà a fermarsi.

Oliviero Angelo Fuina


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