martedì 12 novembre 2013

Della tua luce rimane la lama




Non assenza di sole ad oscurare
ma alate eclissi d'eteriche rotte
sotto l'ombra del sole che più bagna
con zavorre a bucare illuse tasche

Si intravedono spasmi a deglutire
della tua luce rimane la lama
che ferisce nel gioco a mosca cieca
mentre braccia protendo a spazi vuoti

Il nero che si tocca fa più male
ed io che spezzo il buio con la brace
aspiro l'acre fumo a compensare
un respiro che manca nella gola

Oscuro è anche questo foglio bianco
inciso da una notte che non smette
nemmeno più nei sogni la rischiari
la veglia che si detta ha già il mio nome.

08/11/13 (inedito)

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