La poesia è un’arte nella quale gli
odori, i sapori, i gesti e i suoni si amalgamano, spesso, alle note malinconiche dettate dall’esperienza personale del poeta, creando
immagini e metafore, attraverso le quali il lettore riesce a penetrare nel suo
sentire. In ogni vocazione poetica si evince la lotta quotidiana con le parole,
lotta che il poeta affronta quasi eroicamente, affinché queste interpretino
esattamente il messaggio che egli vuole trasmettere.
Oliviero Angelo Fuina, nella silloge poetica “Orme
sull’acqua”, con il suo stile poetico inconfondibile, costituito da strofe e
versi in metrica, da un lessico limpido, studiato ma accessibile, da immagini
vive e vissute, dimostra di avere una completa padronanza della parola nonché
un suo dominio tecnico, sciolto e inusuale ai giorni d’oggi. Con la scelta di
questo titolo l’intento che vuole perseguire è quello di lasciare delle “orme
sull’acqua”, un paradosso, come ha affermato lo stesso poeta nella sua Nota d’autore, ma pienamente aderente. È
interessante, infatti, osservare come nelle sue liriche, permane sempre una
sensazione di limite, come se si fosse sulle sponde di un fiume, di un mare, di
quell’acqua che rappresenta la vita, la sua bellezza, la trasparenza e la
fragilità del vivere e, nel contempo, il tumulto e le tempeste, la sua forza
nel continuare a scorrere, nonostante i conflitti interiori. La vita descritta
dal poeta la si osserva da lontano e la si sente vicina; è una vita che si
vuole attraversare lasciando delle “orme”, appunto, invisibili all’occhio nudo,
ma indelebili nell’animo umano (Sono orme
sull'acqua ciò che porgo/ il saper nuotare mostrato invinto/ forse parole i
segni dei miei passi/ nel fermo scorrere all'unico mare.- “Orme
sull’acqua”).
Oliviero Angelo Fuina è in permanente
dialogo con se stesso, con quanto lo circonda, con la persona amata, con il suo
ideale di donna, con la Natura e i ricordi d’infanzia, con i mari che conosce e
con quelli che ancora gli rimangono da scoprire. Le tematiche affrontate nella
silloge sono di vario genere, ma risultano essere unite dal filo della vita che
scorre attraverso la composizione brillante dei suoi versi, che scivolano nelle
orecchie e nell’anima come se fossero scritti per una partitura di una rapsodia.
Infatti, possiamo ascoltare la musica, a volte drammatica e lenta, altre volte
più rapida e dinamica, dettata dalle impressioni del poeta e dalle sensazioni
colte con immediatezza ed elaborate dal suo sentire (Anche il
niente disegna i suoi frattali/ dentro l'eco di ogni vibrazione/ il pianista
poi dissolve se stesso/come acqua nell'onda primordiale/ e nemmeno forse esiste
un silenzio/ nel verbo del divino tra i pianeti/ è musica costante che non
senti/ creando dimensioni in percepire - “Nel Frastuono di un Totale Tacere”).
La Natura e l’uomo, la
nascita e le contraddizioni che per il poeta si bagnano di quell’acqua vitale
che tutto muove, che tutto governa (Siamo
nati respirando l'acqua/ affogando nell'aria di un pianto/per nuotare la vita
in offerta/nell'eterno flusso che va al mare- “Bagnate contraddizioni”).
“Orme sull’acqua” è composta da liriche nelle
quali ci sono apparizioni improvvise di paesaggi, ora cupi e densi, ora
incantati ed effimeri. Angoli di notte e di giorno vestiti da gentili figure,
da visioni, da immagini che sono analisi e ricordi di lacerazioni passate o
speranze future emerse dall’acqua affascinante e dolorosa (Giunge di notte il silenzioso incontro/col bianco che apparecchia la
mia vista/ nei segni ad incidere ricami/come i tatuaggi di un giorno, per finta
- “Nel peso che distoglie gli orizzonti”)
Si avverte spesso un accorato ricordo
di episodi di un’infanzia vissuta in punta di piedi, di una tradizione che si
attiva nelle memorie e si affina nell’abbandono musicale modulato dal proprio
sentire (Ora mille sapori prezzati/ non bastano a saziare la fame/ e ti cerco,
madre, dentro un gusto/ che possa ridarmi il tuo calore.- “L’ingrediente segreto”).
Immagini sensibili e sensuali con facilità di
inserimenti figurativi in una forma metrica predisposta si riscontrano anche
nelle poesie a contenuto amoroso-passionale. La carnalità è un altro elemento
materiale e concreto presente nelle sue liriche, sublimato da versi unici. In
genere, il concetto di eternità viene separato dalla vena erotica, ma il poeta
lo ingloba nelle sfumature del suo sentire insieme ai colori e agli umori della
natura, costante presenza nella sua opera (nei
flussi di mandorlo in fiore/ è amore che altro non chiede/ offrendo l'eterno in
sussulti/ tra petali schiusi a irrorare – “Graffiti di rorido amore”).
La silloge di Oliviero Angelo Fuina è un pellegrinaggio dell’anima in vari
punti, quali: l’amore, la notte e il giorno, la madre intesa come donna e
terra, punti uniti dall’acqua che è vita. È un raccolto dei frutti maturi
dell’uomo che ha passato le stagioni, mutando attraverso le luci e le ombre
tipiche dell’esistenza, conferendole saggezza ed esperienza, interpretandola
con versi di elevata qualità lirica. Le aggettivazioni sono usate in modo
sapiente e funzionale alla creazione di immagini assolutamente libere, sciolte
ed eleganti. I suoi versi scorrono tra le parole come acqua limpida, sebbene, a
volte, si addensino in invocazioni torbide e forti per poter poi tornare a purificarsi
e fluire definitivamente nel mare, in quel mare di vita, che è nel contempo
materno e fulcro di amanti. Per tale motivo, è possibile affermare che l’intenzione
primitiva del poeta, ovvero quella di far sì che le sue orme, seppur invisibili
rimangano impresse sull’acqua della vita, è stata totalmente raggiunta. Colui
che leggerà “Orme sull’acqua” ascolterà una rapsodia leggera e sostanziosa,
frutto della grande purezza intellettuale e della straordinaria sensibilità che
caratterizzano Oliviero Angelo Fuina, un vero poeta dei nostri giorni.
Elisabetta Bagli
Elisabetta Bagli con la silloge "Orme sull'acqua" |
A Cartoceto (PU) per la manifestazione "20 Eventi al 20" |
Il Team Liberarte: Elisabetta Bagli, Oliviero Angelo Fuina
Michela Zanarella, Gino Centofante, Andrea Leonelli
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