giovedì 5 giugno 2014

Cinque passi in pinacoteca - Poesie didascaliche - 2007

(Soleil levant di Monet)
 
"Ferita d’acqua che lo sguardo sgorga"


Il sole tra la nebbia evanescente
mimetico si affaccia all’orizzonte
salendo lento un cielo che non fulge
da scure ciminiere distraendo,
nell’alba bigia di Le Havre sul mare

E indica d’arancio lacerante
- ferita d’acqua che lo sguardo sgorga –
la sagoma di un piccolo fasciame
vestito pigramente ancor di notte
nel limbo dei confusi suoi colori.

Come ogni giorno al primo suo vagito
niente di definito ancor si staglia
e quello che ci è dato immaginare
è l’impressione di un rapace tratto
che cattura confini da intuire.

11/11/07

(Oliviero Angelo Fuina) 


(Notte stellata di Van Gogh)

"Nella notte di Vincent"


Dalla stessa finestra di tela
ritrovo il cielo di fine Maggio
che alla luna scioglie la sua chioma
in spirali a specchiare galassie;

d’aloni di stelle maculato,
come scintille di fiamma scura
del cipresso d’umano destino,
questa volta d’incanto rapito

trapunta di sogni sopra il borgo
che riflette il disegno infinito.

09/05/07

(Oliviero Angelo Fuina)


(L'urlo di Munch)

"Lingue di fuoco, e sangue"


Lingue di fuoco nel cielo di sangue
di tutti i miei tramonti in fondo al viale
per condivisa ferita di Vita
nell’urlo che si accorda alla Natura.

Lo spirito, nel corpo invertebrato,
dell’Uomo che ai tormenti cerca fuga,
si espande dall'allucinato sguardo
solitudine vera percependo.

Tendono sguardi, diagonali e curve,
focalizzandosi d’inquieta angoscia
sul grido silenzioso illuminato
che umana comprensione già riveste

individuando empatico dolore.
Angoscia esplode, psichica energia,
pulsante, liberando la zavorra
ma sordo è il grido e non spezza catene.

È nello spasmo che l’ovale emette,
vero centro di trama percepita,
che movenze in sonore onde crea
dell’uomo il corpo, orizzonti e cielo.

Dritta soltanto la strada sul ponte
per un cammino che non puoi ignorare
senza aiuto, d’amici indifferenti,
falsi rapporti d’umano costume.

Sonoro che sconvolge il paesaggio
ma non la consigliera amica via,
testimone di gelida amicizia
che si eclissa, ignorando il tormento.

Giace alla gogna, recluso, il dolore
condannato nel silenzioso grido
a non uscire dall'aperto spasmo,
incancrenendo in disperata angoscia.


04/07/07

 (Oliviero Angelo Fuina)


(Narciso di Caravaggio)



"Specchio d’acqua"

Nulla esiste, nell'universo tela,
in drammatica assenza circostante,
stagliandosi stupore illuminato
d’impossibile amore di se stesso

-variabile cromata non incisa
da correnti fluviali distraenti –

Doppia figura di fante di cuori
con Eco che ripete il suo lamento
sospeso amante che amato sostiene
che specchio d’acqua unisce e divide

- fra luci ed ombre d’umano tormento
nell'anelare ciò che già appartiene.


18/09/07
(Oliviero Angelo Fuina)
(Il bacio di Klimt)
"L’estasi dell’abbandono "

Compenetrazione di due universi
racchiusi in una crisalide aurea
anelito di pura sensualità
ascesi mistica di puro amore.

Nell'abbandono la donna è dedita
all'uomo, sì fortemente proteso,
nella protettiva sua tenerezza
giusto connubio di pelle e sospiri;

nodose le mani, e affusolate
sulla cangiante sua giovane pelle,
sicuro approdo che languido accoglie,
di libera, estatica, fragilità.

Nel riverbero dorato dei corpi
che fulgidi si stagliano allo sfondo
di principi vitali la fusione
scambio infinito di anima e sensi;

pelle di luna sfiorata da labbra
sguardo distoglie dal prato a colori
punto di arrivo e poi di partenza
nella pienezza intensa e interiore

di sensazioni d’amore e di morte
e di salvezza e di perdizione
e poi d’innocenza e di voluttà
forze allo specchio che unione alimenta.

Separano, geometrici, i simboli:
di spigoli, maschili, e di angoli,
morbide curve e cerchi, la donna,
che uniti , l’aura avvolgente trascende.

Questo non tempo fissato dal gesto
nell'impalpabile etereo erotismo
come a Bisanzio tra i suoi preziosismi
già pare estraniarsi nell'assoluto.


30/05/07
 
(Oliviero Angelo Fuina) 

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