martedì 19 agosto 2014

Intervista a cura di Michela Zanarella per "Oubliette Magazine"

Intervista di Michela Zanarella ad Oliviero Angelo Fuina, autore del libro “Orme sull’acqua”

Intervista di Michela Zanarella ad Oliviero Angelo Fuina, autore del libro “Orme sull’acqua”
lug 21, 2014
Oliviero Angelo Fuina nasce a Neuchâtel (Svizzera) nell’agosto del 1962 da famiglia italiana. Lettore compulsivo fin da bambino, trova quasi subito naturale sfogo emotivo nella scrittura personale, nonostante il frequentare – imposto – di corsi professionali alberghieri e istituti tecnici commerciali.
Solo nel 2005 comincia a proporre le sue composizioni poetiche sul web e ne ha un riscontro più che buono. Viene inserito con merito in molte antologie poetiche. In quel periodo comincia a cimentarsi anche in racconti brevi e scopre che anch’essi vengono accolti favorevolmente.
Nel 2007 pubblica una prima silloge poetica che intitola Poesie in cuffia, sulla suggestione di brani musicali “immortali”. Oliviero Angelo da allora si dedica ancora con più dedizione allo scrivere creativo. Solo nel 2011, però, pubblica quanto aveva scritto nel corso di quegli ultimi anni incentivato da siti che permettono l’auto pubblicazione con facilità.
E così nascono le seguenti raccolte poetiche pubblicate in proprio: Scampoli e Assenze, Cieli di carta, Vocali in apnea, Lido Venere – conchiglie all’anima, Blocco Note e Titoli di coda. Nello 2011 pubblica anche i suoi racconti brevi, intitolandoli Corti-Circuito (racconti brevi dal filo scoperto). Sull’onda di questo volersi proporre, pubblica anche C’è tempo e tempo – Improbabile Romanzo, scritto realmente quasi vent’anni prima, e Mah!, una serie di microcosmi paralleli di pensieri impostati su calembours e giochi di parole, che ricordano i giochi sperimentati dal gruppo Oulipo, ideato in Francia negli anni sessanta da Raymond Queneau.
Prima di tutto questo pubblicare compulsivo, con l’amica e scrittrice Maria Capone (in arte Adrena) aveva scritto nel 2006 Il bacio di vetro, romanzo pubblicato nel 2011.Nel 2013 entra infine a far parte della David and Matthaus,  con la quale pubblica la silloge poetica Orme sull’acqua. Sposato e padre di un figlio di 14 anni, vive a Oggiono, in provincia di Lecco, ai bordi di un lago che caratterialmente ben lo rappresenta.
Michela Zanarella lo incontra per Oubliette Magazine. Buona lettura!

M.Z.: La tua silloge poetica “Orme sull’acqua” è da considerarsi uno scrigno in versi raffinato ed intenso. Raccontaci come nasce questa tua raccolta e quale messaggio si cela nel titolo dell’opera, se di messaggi vogliamo parlare.
Oliviero Angelo Fuina:  Prima di tutto voglio ringraziarti per la considerazione lusinghiera con la quale fai riferimento  alle mie “Orme sull’acqua”. Questa mia silloge nasce una poesia alla volta e inconsapevole di esserlo fino all’ultima. Mi spiego. Contrariamente a opere di narrativa, almeno per ciò che mi riguarda, le poesie si scrivono (o meglio, mi si dettano) senza avere un progetto comunicativo ben determinato. Le poesie prendono vita e respirano con le mie emozioni nel momento stesso che la riflessione conseguente (o l’outing catartico) mi si detta urgente. Poi capita di ritrovarsi con un certo numero di liriche e che le stesse abbiano un fattore comune che rispecchia quasi sempre il percorso interiore ed emozionale che si sta percorrendo. Riunirle è solo il logico passo successivo per proporre più compiutamente, e condividere, il personale “sentire”. Nella fattispecie di “Orme sull’acqua”, Il titolo, in effetti, rispecchia un “mio”  assioma …  esistenziale. La vita è paradossale e contraddittoria come certamente lo sono ipotetiche orme sull’acqua. Soprattutto la contraddittorietà è ciò che sento appartenere maggiormente all’insieme di queste mie poesie raggruppate. Perché la vita sovente ci ripresenta il medesimo evento o accadimento da portare con discernimento alla nostra consapevolezza ma le nostre risposte possono differire anche in modo diametralmente opposto e tutto questo ritengo vada benissimo perché ogni esperienza effettivamente va vissuta come originale senza retaggi passati, o esperienze già terminate e conservate nella memoria, da portare in riferimento come metro di misura comportamentale. Non esiste mai in assoluto un modo giusto o un modo sbagliato. Esistono solo esperienze che indistintamente, attraverso percorsi a volte anche tortuosi, riescono a mostrarci di noi ciò che ci occorre sapere,  in quel preciso momento e con quella nostra determinata “risposta”, per crescere. Tutto accade sempre nel presente e tutto accade sempre per la prima volta. E la risposta emotiva dovrebbe sempre essere vergine per quello che in quel preciso momento noi siamo o possiamo essere. E sono proprio queste “Orme sull’acqua” quelle che possiamo lasciare nel fluire della nostra vita. Inoltre a me personalmente richiamano un senso di leggerezza che ritengo sia il giusto approccio per scorrere, camminare,  nel fiume dell’Esistenza verso l’unico mare che già siamo.  Perché il traguardo è il Viaggio stesso.

M.Z.: Come ti sei avvicinato alla scrittura e in modo particolare alla poesia?
Oliviero Angelo Fuina: Sarò banale nella risposta, ma alla “scrittura” mi sono avvicinato a scuola, quando ho imparato a scrivere. Nel senso che già dai primi “Temi” di italiano mi sono reso conto di quale splendido e magico gioco erano le parole. Una penna e un foglio (e per me anche molta carta assorbente essendo stato sempre un disastro con pennini e calamai) e potevo creare storie e inventare nuovi mondi e potevo dare voce al bambino che ero che diversamente sarebbe stato in silenzio davanti al mondo degli  adulti incapaci di poterlo stare ad ascoltare. Leggere poi è stato il conseguente passo che mi ha fatto innamorare definitivamente della magia delle parole. Alla poesia, di contro, mi sono avvicinato per vie traverse e inusuali e non immediatamente. Le poesie che a scuola ci facevano imparare a memoria le ho sempre vissute come un obbligo e come una forma comunicativa anacronistica e in qualche modo non funzionale alle mie esigenze. Certo, le imparavo subito e la musicalità e il ritmo mi erano di facile assimilazione. Ma non di gradimento. La prima “epifania” poetica è stata grazie a un settimanale femminile che leggeva mia madre. “Intimità” o “Confidenze”, ora non ricordo bene. Lettore compulsivo ed onnivoro, alle elementari leggevo tutto quello che capitava per casa. Su questo settimanale scoprii una rubrica di poesia dove le lettrici stesse mandavano le  loro poesie. Scoprii così che si poteva fare poesia anche in un linguaggio moderno e per emozioni o sentimenti che riuscivo a sentire meglio e in modo più affine. Leopardi e Ungaretti, su tutti, letti e riletti poi in età adolescenziale sono stati indubbiamente metro e misura di un mio recepire poesia e condividerla. Per eleganza e musicalità e sintesi sorprendenti. Ma mi sento di affermare che il vero amore per la poesia mi è stato donato da alcuni cantautori italiani i cui testi erano per me la somma poetica espressiva per eccellenza. Parlo di De André, Guccini, Cocciante, Vecchioni, De Gregori e Baglioni. E il mio primo cimentarmi in versi, ovviamente dopo le prime delusioni amorosi, è stato raffrontandomi e trovando conforto ed empatia con le loro frasi poetiche “ad effetto” e poi trovando finalmente le mie, in un comunicare con la parte interiore di me stesso finalmente appagante e rispecchiante il tono dell’emozione da comprendere o semplicemente metabolizzare.

M.Z.:  La tua vita da poeta nel contesto quotidiano ti porta qualche volta alla riflessione dell’abbandono della realtà con le sue problematiche materiali?
Oliviero Angelo Fuina: Ma esiste davvero una vita “da poeti”? Ti confesso che faccio fatica a rispondere a questa domanda. Esiste la vita, esiste di certo uno “sguardo oltre” ed esiste un domandarsi e rispondersi sulla vita che a volte si avvale di “poesia”, cioè di un linguaggio non prosaico che ha però il pregio di sintetizzare un’emozione vissuta non diminuendone la valenza né l’intensità, anzi. Ti dirò di più. Con le riflessioni in poesia, i miei “outing” catartici dell’anima, riesco a focalizzare meglio la realtà e le relative problematiche riconducendole, per gli strumenti che sono, alle maestrie che comportano e che rappresentano nel nostro Cammino. Le problematiche materiali, proprio grazie alla poesia, riesco a portarle meglio a comprensione e discernimento, consapevole che tutto ciò che accade non è mai casuale ed è  sempre finalizzato a un nostro crescere,  magari vivendo proprio quella determinata esperienza apparentemente “ingiusta”.

M.Z.: Hai autopubblicato diverse raccolte di poesia, cosa distingue “Orme sull’acqua” dai tuoi lavori precedenti, in che modo si è evoluto il tuo stile negli anni?
Oliviero Angelo Fuina: La prima distinzione è già insita nella tua domanda. Le precedenti sette raccolte poetiche le ho auto pubblicate mentre “Orme sull’acqua” ha avuto la fortuna e penso anche il merito di avere una Casa Editrice (David and Matthaus)  che le ha dato spazio, importanza e quindi i natali, credendo e investendo nell’Opera e nell’Autore. “Orme sull’acqua” si distingue inoltre dalle sillogi precedenti per una diversa maturità nel guardare ad eventi emotivi e questo è anche logico se si considera che ogni poesia è sempre figlia di un determinato momento interiore del Poeta e che ne rispecchia esperienze e consapevolezze raggiunte in un costante crescere che è “regola umana” naturale. In quest’ultima silloge ritengo inoltre ci sia minor ermetismo e più semplicità espositiva,  o meglio, un dialogo interiore più diretto, fermo restando un’eleganza lessicale e una musicalità costante che mi viene unanimemente riconosciuta.

M.Z.: Hai un blog personale, pensi sia importante essere presenti sui social network e comunicare sul web? Una tua considerazione in merito.
Oliviero Angelo Fuina: Sì, oggigiorno ritengo sia fondamentale esserci in rete, soprattutto per autori che necessitano ancora di farsi conoscere. Di rendersi riconoscibili e quindi, di conseguenza, potersi vendere con più facilità perché spesso tra due scelte d’acquisto editoriale si predilige più frequentemente quella il cui Autore è conosciuto o del quale si sia sentito almeno “parlare” di lui. Nel mio caso il blog, oltre che un piccolo archivio di mie significative opere e riflessioni in prosa che racchiudono in modo aggiornato la somma del mio divenire, è anche strumento per farmi conoscere e rilanciare e anche per sperimentare magari nuove forme stilistiche comunicative giusto “per vedere di nascosto l’effetto che fa”. Leggermente diverso è il discorso dei Social Network. Molto utili per allacciare e consolidare reti sociali, di amicizia e” corporative” e per promuovere iniziative personali. Diciamo che spesso funge da “passaparola” virtuale con più potenzialità numeriche che quello quotidiano limitato alla cerchia delle persone realmente vicine. Come per tutti gli strumenti non si dovrebbe mai demonizzare ma neppure renderlo portatore di Verità assolute. Ogni strumento vale per come viene usato, auspicando sempre un minimo di discernimento e un po’ più di buon senso nell’utilizzo. Detto questo, far parte attivamente di questo “Villaggio globale” può essere solo positivo per portata e per numeri raggiunti. Farne parte con poco giudizio, però, può essere altrettanto deleterio  e controproducente in modo amplificato. Ecco. La misura e il buon senso devono essere prerogative d’utilizzo inderogabili, così come la personale capacità di giudizio e di discernimento su parole “pubbliche”.

M.Z.: Hai ottenuto diversi riconoscimenti per le tue poesie, cosa ti hanno portato questi plausi?
Oliviero Angelo Fuina: Ultimamente è successo con più frequenza, è vero. Innanzi tutto mi hanno portato in dote maggior autostima e fiducia nel mio modo di comunicare in versi. Confermandomi un’accoglienza e una decodifica delle mie emozioni condivise che mi ha rassicurato e confermato. Grazie a questi riconoscimenti indubbiamente il mio nome ha avuto maggiore visibilità e risalto e questo, come ho detto anche prima, è un ottimo aiuto per poter proporre con successo d’accoglienza le proprie Opere, o comunque con quel minimo di curiosità che un nome che comincia ad essere riconosciuto muove positivamente. Personalmente poi questi riconoscimenti mi hanno portato in dote nuovi incontri con persone splendide e interessanti con le quali condividermi all’interno di una comune passione poetica o quanto meno comunicativa.

M.Z.: Progetti, impegni, ambizioni.
Oliviero Angelo Fuina: Scrivere e scrivermi per imparare a leggermi, io stesso,  sempre meglio. Nello specifico ho in progetto, e nel fantomatico cassetto di ogni portatore sano di penna, altre sillogi poetiche, perché di scrivere poesie, “di guardarsi dentro o fuori con sguardo interiore” non si finisce mai. Non c’è soluzione di continuità. È un qualcosa che se ci appartiene, ci appartiene per sempre. Non si sceglie di scrivere poesie, si viene scelti.“Alfabeti Di Versi”, “Notturni in Versi” e molte altre poesie ancora senza nome di eventuale silloge sono già in attesa del primo vagito pubblico, così come l’eventuale pubblicazione di un mio “Romanzo” di riflessioni autobiografiche allo specchio del quotidiano, dentro un mio riconosciuto percorso nella spiritualità interiore (da non confondere con alcuna religiosità) è in attesa di un necessario lavoro di editing e spero che il mio Editore possa essere d’accordo d’iniziare anche questa nuova avventura con me. Inoltre ho già molte storie che stanno muovendosi quasi autonome negli oceani di carta che ho dato loro in dono e che, con l’aiuto della mia penna, stanno crescendo e delineandosi in modo, a mio parere (forse di parte), convincente. Riguardo alle ambizioni sono un po’ in difficoltà nel focalizzarle. Ovviamente verrebbe da dire subito quella di diventare un autore e un poeta affermato, riconosciuto e “riconoscibile” e che possa vivere della propria passione, “quasi” fosse davvero un “lavoro”. In effetti, invece, io mi ritengo già contento e fortunato di poter continuare a scrivere per come le parole mi si dettano e quando trovo una sensibile accoglienza alle mie parole da parte di qualcuno mi sembra di aver avuto già tutto. Su questo forse la mia Casa Editrice potrebbe avere giustamente qualche riserva. Spero di averti soddisfatto nel rispondere almeno coerentemente alle tue domande e , ringraziandoti per il tempo che mi hai dedicato, ti saluto e saluto tutti coloro che avranno avuto la pazienza di leggermi in questo mio mostrarmi fino a quest’ultima riga.

Written by Michela Zanarella

Nessun commento:

Posta un commento