Piove, colando il rosso mai rappreso
ai piedi di un futuro improbabile
ha gli occhi umidi anche l’asfalto
in questa notte di fari a ferire
e si raggruma fradicia la stilla
nei riflessi confusi del mio pianto
- scusa, Tesoro… intendevo canto -
Ed io stupido continuo a parlarti
attraverso lo schermo della notte
stringendo forte, sabbia di speranza
che la distanza setaccia e disperde
Si dice che i sogni muoiono all’alba
il nostro non ha mai dormito insieme
- perché, mi chiedo allora, tu mi manchi? -
Il respiro si dimezza feroce
perdendo l’illusione del tuo fiato;
lo sguardo si rifugia nei ricordi
di ciò che non abbiamo condiviso
ma incide il cuore a morte il tuo finale
gocciolando parole già scadute
- quel “Ti amo” da non dire, appassisce -
(16/01/08 )
(da: "Cieli di carta")
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