martedì 29 ottobre 2013

Scivolo una poesia sulle tue guance


Suona lacrime di Studio, il piano,
nello stupore del mio piegarmi
sopra un foglio strappato veloce
e un profilo da dimenticare.

È davvero vuoto, questo vuoto,
non ha nemmeno scie di profumi
e polpastrelli incisi all'inguine
labbra che conoscano il tuo seno;

non ha mai avuto alcun passato
e nemmeno orizzonti scrutati
soltanto un’illusione feroce
ammantata di roche parole

disegnate col fiato sui vetri
- condense d’umori ipotetici -
prima dello sbattere di ali
di finestre a planare sul mondo.

Fa male, come è giusto che sia,
e i silenzi graffiano la notte
senza aneliti per la tua pelle
senza il rosso dei verbi a lenire.

Ancora riavrai albe indolori
a farti lanciare nuovi dadi
per una scommessa più vincente
sui giorni da baciare concreti.

- ma io, ancora per questa volta,
scivolo una poesia sulle tue guance –


19/01/08

(da: "Cieli di carta")

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