sabato 23 novembre 2013

"Ossigeno e pensieri" di Sebastiano Impalà






Ho finalmente letto la splendida silloge Ossigeno e  pensieri del poeta Sebastiano Impalà.  Un intenso viaggio nella poetica Alta e passionale; viaggio profuso di vividi colori e profumi mediterranei. È  impossibile infatti scindere la valenza emotiva e radicante della sua terra natia dal percepire, vivere e trasmettere le emozioni dell’autore stesso.
Il titolo di per sé è già molto significativo ed emblematico del filo conduttore di questa splendida silloge di Impalà. Ossigeno e pensieri. Ossigeno ad alimentare il fuoco e nobilitare lo scorrere impetuoso del sangue nelle vene artistiche del poeta. Non tutti forse sanno poi che l’ossigeno del titolo nasce dal grande amore per la chimica di Impalà, già ai tempi dell’università. A quel tempo, come lui stesso ebbe modo di raccontarmi, in laboratorio si dilettava a combinare gli elementi.  “Come De André nel suo famoso album.” Alchimia emotiva. Tutto ha un senso.

L’amore per la sua Sicilia traspare forte già nella poesia d’esordio della sua silloge. Una dichiarazione d’amore a tutti gli effetti per una terra che lui disegna e percepisce nel suo cuore come una donna, una moglie, una madre. Imprescindibile amore, per l’autore, forgiato dal calore e dall’asprezza di questa regione intensa di profumi e Storia.
Nelle vene dell’amore/ scorre il sangue/ della terra/ globuli di sabbia cicatrizzano le crepe/ di una storia ferita e malmenata.
Nella sua visione al femminile, continua: Ha la gonna strappata/ di un vento feroce/ che non dà pace.
Emblematica la chiusa riguardo a questa amante e amata: Su di lei/ acqua fresca/ e gocce di limone. (“Sangue di fiume”)

Le parole – appare subito evidente – sono davvero amiche dell’autore, evocano mirabilmente facendosi organolettiche allo sguardo. Le origini, la memoria e le pulsioni sono un tutt’uno dal quale Impalà non può e non vuole scindersi.  Lo stile essenziale, quasi asciutto, ma nel contempo, solo in apparente contraddizione, caldo e intenso, non media con anche le lande natie, ma si fonde completamente offrendoci a pieno grado ogni sfumatura che è parte essenziale e integrata del nostro poeta.
Il mio sangue scorre all’impazzata/ torrente di emozioni/ senza origini.
E Impalà dimostra di sapersi ascoltare perfettamente: Nelle parole/ non si coagula la noia,/ il pensiero/ procede vorticoso/ evitando/ le miscele sonnolente/ del banale. (“Primo modulo poetico”)
Anche i silenzi sono pregni e immaginifici nella sua poesia. E di silenzi ci parla, e li fa parlare, in quadri di memoria che inesorabilmente si specchiano nella sua Sicilia e nella sua cultura.
Silenzio, silenzio/ di cosa è formato quel cuore/ davanti alla casa del mare? (“Silence, in Sicily”)
Addirittura, per lui che della parola Alta è indubbio Maestro, ne sottolinea la potenzialità e l’intrinseca pericolosità, fondendosi con l’indole riservata e diffidente che in parte appartiene a chi di tale Madre ne è figlio, a lungo contesa e oppressa, avendo consapevolmente bevuto dal frastagliato calice … in mezzo a molecole d’acqua/ e sorsi di odiata viltà. (“Silence, in Sicily”)
Le parole, ancora ci ammonisce,  sono d’aria/ e come venti malsani/ uccidono popoli interi./ L’antidoto, il silenzio. (“Parole”)

Le parole dell’autore, come detto, hanno Ossigeno, certo, e tanto pensiero che mirabilmente costruisce visioni, rendendo tattile ogni emozione che Impalà sa ottimamente riversare sui fogli, su queste meravigliose pagine di poesia.
E in tanto ossigeno, queste parole non possono che essere fuoco vivo. Hanno l’amore negli sguardi e nelle mani, vivono nel sangue impetuoso che cavalca indomite emozioni che soltanto il talento e la sua abilità comunicativa rendono docili e disponibili al lettore.
L’amore, per Impalà, è il sole prepotente della sua terra, è fondamentale antidoto contro i troppi inverni della vita. È una luce/ che accendiamo/ in virtù della notte/ che ci regge. (“Odore d’inverno”)

Nella sua radicata onestà, come solo un poeta che sa ascoltarsi profondamente può avere in dote, ci parla dei tanti amori riconducibili ad un proprio unico sentimento portante, offrendoci la propria consapevolezza di un costante ricercare chi mai abbiamo davvero posseduto totalmente;
“Le ragazze cattive” da lui citate, bruciano dentro/ con unghie laccate/ e la voglia di averti/ sopra divani sgualciti, fino alla disarmante conclusione che l’unica cosa/ che vai a cercare/ sono le donne cresciute/ che ti hanno fatto impazzire/ senza alcuna pietà. (“Le ragazze”)

L’amore, per Impalà, è vissuto come aria vitale, ossigeno quasi puro, nel respirarlo intensamente in ogni fragranza, nella sempre presente consapevolezza dell’alchimia esistenziale che esso rappresenta.
Tutta la poetica dell’autore attinge da quotidianità impreziosite da uno sguardo oltre ,  quasi disincantato, supportato inestricabilmente da un lessico altamente evocativo che ci fa immergere totalmente nella mediterranea visione esistenziale del Poeta.
Poesia è …/ una canottiera sudata/ in un giorno/ qualunque/ accanto ad una musa/ dagli occhi profondi/ come tunnel/ (…)
E ti amerò/ ogni giorno che passa,/ bevendo/ la tua linfa agreste/ all’interno di tazze del sapere.
(“Poesia è”)

Sebastiano Impalà, un autore classico nel senso più completo e appagante del termine, che destreggia la sua penna preziosa a rivestire quotidianità faticate e si consegna all’eternità con la sua mediterranea passione che indubbiamente sa mostrarci al meglio.
Ora son suo,/ irrompo nel suo sesso/ per sconfiggere le ombre,/lambendo coi pensieri/ il concetto assurdo/ dell’eternità. (“Miele d’acacia”)
Mediterranea passione, Sicilianità, che porta nella sua penna con legittimo orgoglio in vessillo dorato di affermazione, in un costante parallelismo dentro ogni sguardo innamorato che sa regalarci con le sue liriche.
Le tue mani/ su di me,/ intreccio di ulivi siciliani/ al confine della sera. (“Le mani”)

Le imperdibili poesie di Impalà accentano l’agre naturalità contrapponendola al l’urlo infelice della modernità (“Rancore di un azteco”), in una propria bellezza che nel passato trova fertili radici.
Rivedo la bellezza/ del passato/ nelle accademie del sapere/ involandomi furtivo/ sull’empie scene/ della modernità. ( “L’accademia di Atene”)

Ossigeno e pensieri, dunque.
Una boccata di aria buona a corroborare pensieri profondi e preziosi che Sebastiano Impalà, con indiscussa maestria e leggiadria poetica, ci offre con naturale, intrinseca, passione. E immenso talento.
Grazie Poeta!


4 commenti:

  1. Acuta robustezza di aggettivi per opere di grande qualità, liriche che risuonano di odori e sapori.
    Le faccio i complimenti per aver colto sapientemente sensi di anni di arte con la quale io sono cresciuta.
    Saluti, Marianna

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    1. Grazie di cuore per la sua attenzione e il suo gradimento.
      Cordialmente
      Oliviero

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    2. Ringrazio anch'io.
      Sebastiano Impalà

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