lunedì 23 dicembre 2013

Intervista esclusiva con Rendié, "lo scopatore di anime" !!!




Sono al cospetto di Pablo, l'autore del libro/Manifesto: "Lo scopatore di anime", edito dalla David and Matthaus. Davanti a noi un portacenere che implora di evacuare e due bicchieri di "Jack's" . Due "Tumbler" anarchici. Due bicchieri mezzo pieni, più che mezzo vuoti. Lo so, è la stessa cosa ma quel giochetto psicologico dell'ottimismo era così facilmente a portata di penna per non usufruirne. D'altronde questo è un reportage scritto e ciò che viene mostrato, per chi legge, semplicemente è. Quasi vuoto il pacchetto di Camel, però. Qui anche l'ottimismo è finito in fumo.
Pablo l'ho conosciuto tramite Rendié, il protagonista del suo libro. Il suo portavoce, per quello che ho intuito io.
Anche lui è qui con noi, anzi, davanti a me. Marlboro, per lui. Io e Pablo ci scambiamo uno sguardo d'intesa, come a ribadire ciò che ci siamo già detti tra le righe, e cioè che di parlare di se stesso non gli va particolarmente a genio. Forse per la sua imprescindibile onestà intellettuale, ma non è importante, adesso. Rendié, lo sappiamo da articoli che giornalisti d'assalto gli hanno già dedicato, quando per tutti era "il dinamitardo della Subway", è più propenso a concedersi con personale godimento ideologico ed intellettuale. "Pragmaticamente intellettuale". Un onanista del verbo, mi concedo io giusto per infiorettare questa premessa. Pablo ride.

Mi rivolgo quindi a Rendié:
"Ciao Rendié, nella tua già assodata capacità di inquadrare e catalogare l'umanità, puoi tratteggiarci significativamente Pablo? Chi è esattamente per te? Parlacene liberamente a tua discrezione:
- Ciao, Oliviero. Pensavo mi portassi "arance e stecche di sigarette", sai, stare in "gattabuia", seppur con l'anima ritemprata dal finale del romanzo, per me, per Rendié, non è il massimo. E, invece, Mi ritrovo un bicchiere di whiskey. Grato. Mi scaldo le budella e ti rispondo. Chi è Pablo? Un grandissimo figlio di puttana, un ex alcolista, uno che scrive con le maiuscole, che non ama parlare di sé, un autore scomodo, uno scrittore che ha creato un Libro/Manifesto generazionale, per dare una visione nuova dell'Arte esistenziale, un ribelle romantico, il mio alter ego, un fottuto pazzo che vorrebbe cambiare il mondo. -

Osservo ancora Pablo che se la sta ridendo della grossa. Sì, devo ammettere che Rendié, di Pablo, ne ha parlato "liberamente". Avrete anche dedotto che siamo nella saletta dei colloqui della "gattabuia". L'amicizia col direttore ha fatto sì che nessuno vedesse che le arance (e la segale, mais  e orzo maltato) fossero in bottiglia. Ma si sa, ci vuole sempre dello... spirito! Ne sollevo un goccetto ancora fino alle labbra.

- Hai compreso, Oliviero, l’anima autonoma di certi personaggi letterari? Rendié si prende certe licenze con Me, che nemmeno immagini. Altro, che licenze poetiche! Ahahah. Questo è il ringraziamento per aver costruito pensieri che non troveranno Mai la morte …

Guardo Rendié e continuo con le domande …


"Dalle pagine del Manifesto hai sempre detto che l'indifferenza è il male della nostra società e che l'apatia e la superficialità ne sono i suoi sintomi. L'agire quindi ad ogni costo, il re-agire sempre, ti appartengono. Il tutto in una libertà di scelta individuale e vera. Come puoi conciliare questo assioma, condivisibile, con la tua attuale situazione di restrizione individuale e assoggettamento di regole imposte?"

 - La libertà finisce dove inizia quella degli altri, Oliviero. La libertà rispetta l'altrui pensiero, se questi si concretizza nella coerenza e nella giustizia. Oggettività è anch'essa libertà. La mia attuale condizione, non mi costringe, se non parzialmente. La mia mente è libera e vola oltre le sbarre, non ha confini, non ha limitazioni di sorta. -

Già. Una risposta che mi aspettavo. Banale d'altronde era la domanda. Per chi, direttamente o indirettamente, sa scopare le anime le uniche gabbie possono essere solo mentali. E non è il suo caso.

"Hai detto della tua anima ritemprata. Immagino ti riferisci anche a Regina, l'anima affine ritrovata. Cosa è davvero cambiato nella tua visione uomo - donna e cosa è cambiato del tuo metterti in gioco in amore durante quei venti mesi sepolto nella metropolitana?"

- Credo, Oliviero, che da qualche parte del mondo vi sia sempre la metà di una mela. Vivere la coppia significa tante cose, forse troppe. Simbiosi, onestà intellettuale, forza d'animo, condividere le piccole cose quotidiane, esserci, soprattutto, nei momenti più difficili, ma non con la solita pacca sulla spalla, esserci significa rischiare di bruciare insieme. Uomo e Donna, sono pianeti troppo lontani, siglati, raramente, da una chimica organica e da voli ancestrali. Lo stare insieme significa che quattro occhi guardano verso un obiettivo comune: il loro, senza farsi distogliere da civette o serpenti di passaggio. Il sottosuolo emotivo cambia chiunque riesca ad affrontarlo. Me compreso. Non sarete più gli stessi, questo è il coraggio di rimettersi in gioco. -

Incrocio lo sguardo dell'amico Pablo. Questa affermazione di Rendié appartiene in pari misura anche a lui e ne siamo ben consapevoli.
Mi rivolgo ancora quindi al nostro "eroe suburbano":

"… E dimmi, nella nuova visione di un Arte esistenziale di Pablo, come a lui hai attribuito e riconosciuto, tu, come poeta, in che modo pensi di contribuire?"

- Penso che i veri Poeti saranno i fari nella notte per chi ha sguardo lungo per sfidare l'orizzonte. Il Poeta è il buon dilettante di Dio, la coda del Demonio. Ascoltate la loro voce, essa non vi tradirà mai. -

Mi piace questa immagine. Mi piace immaginarmi di riconoscermi un po', a dire il vero. Anche Pablo mi guarda e sento che in parte i nostri pensieri non sono dissimili. Questione di contenuti. E a tal proposito riempio i nostri bicchieri. Mi scopro a desiderare un bicchiere di acqua ghiacciata da alternare a questi piccoli e intensi sorsi per sorprendermi sempre al meglio con gola rinnovata.

Rendié non ha ovviamente fretta. Si gode questo momento di normale parvenza umana, senza visibile coercizione, come comunque ha accettato, non potendosi mai ritenere un “uomo ingabbiato”  nelle proprie idee. Tocca ancora a me rompere il silenzio che mai è disagio, nel nostro incontro.



“Senti Rendié... ma come puoi conciliare allora il pragmatismo, quello intellettuale,  con la tua poesia di sangue, di rabbia, di ribellione e di strada?
E come pensi che l'Arte esistenzialista possa cambiare il mondo pensante di un'umanità apatica e addomesticata? Il tuo alter ego Pablo è davvero convinto che ciò che ha scritto possa venire letto da chi più ne ha bisogno, cioè  i "grandi indifferenti" del Consorzio Umano?”

- La concilio e come, l’idealismo pragmatico è un concetto che coniuga l’aspetto idealista con la volontà di renderlo concreto e visibile, la finalità di far confluire artisti e lettori verso un unico sogno pratico: il miglioramento della condizione esistenziale e la lotta contro l’immobilismo intellettuale. La mia poesia è sangue, lotta, rabbia, ribellione. Tutti elementi che ritroverete in questa nuova visione generazionale.
Vedi, Oliviero, qui sta l’errore. Il senso profondo del Libro/Manifesto non deve arrivare ai grandi burattinai del Consorzio umano, bellissimo termine, deve giungere in Strada, tra la gente per bene, quella che suda e arranca quotidianamente, quella che ritiene di camminare nel filo di una non speranza, senza reti di protezione. Ecco, essa deve giungere a dare una nuova speranza a Loro.


Sorrido. Solo Rendié può con naturalezza e viscerale convinzione chiamare “gente per bene” quell’umanità che arranca nei disagi sociali, scevro da ogni addomesticamento convenzionale. Ne convengo.


"Ancora una domanda, e non l'ultima, Rendié... Il tuo esistere, per ciò che di te conosciamo, come alter ego del "nostro" Pablo, non ti fa chiedere quanto di te sia suo e quanto di Pablo sia tuo? "

- La mia storia, quella di Rendié, è solo una minima parte della vita di Pablo. Una piccola finestra aperta sulla sua esistenza. Una goccia in un oceano. Ma, è quella goccia che è il pretesto per far avvicinare il lettore a una grande ribellione della mente. Qualcosa che, dopo la lettura, gli farà apparire tutto ciò che lo circonda differente da come lo vedeva prima.


 “A proposito, hai voglia di regalarci un primo scoop rivelandoci il senso vero di quella "T" dopo il nome di Pablo apposto in copertina sulle tue vicende d'azione e di pensiero da lui narrate al meglio?"

- Aspide, Oliviero, questa è una domanda per la quale io e Pablo siamo continuamente tartassati! Ricordi, quando ero al party del poeta dialettale e mi presentavo come “Osvaldo”perché Rendié sarebbe stato un nome poco compreso? Ahahah. Sempre per quel senso di limitazione degli uomini di non saper vedere oltre il proprio naso. Ricordi anche la risposta data al giornalista nella subway? Quali i veri natali? Un incontro clandestino tra un demone e un angelo, che non potrò riscuotere mai.

Nemmeno il tempo di addentrarmi nella sensazione (e me la sono cercata) di limitatezza e inadeguatezza per la domanda banale e, a quanto pare, inutile, che ho rivolto a Rendié, che Pablo stesso, tirato direttamente in causa, interviene …


- Qui, intervengo IO, Olly, invito il pubblico ad ascoltare la Mia intervista radiofonica su Radio Vortice, quella tenuta, egregiamente, da Giovanni Garufi Bozza. Lì, ne ho parlato ampiamente. Comunque, Vi dirò, brevemente, che la T (non puntata), rappresenta, fondamentalmente, due cose: un’eredità della Mia nascita rocambolesca, tronca come la stranezza del Mio concepimento. Un innesto in vitreo … in provetta … dalle parti del Trocàdero, occasionalmente, come ami dire Tu, caro Oliviero. Ed è anche la brevità con cui Mi chiamavano, giovanissimo, in Perù, nel periodo della guerriglia popolare … quando non vi era Tempo per avvisarci del pericolo che stava per sopraggiungere …

Ah, però! Mi sa che questa intervista non posso perdermela, ci mancherebbe. Sorrido a Pablo e continuo l’intervista con un Rendié sempre più a suo agio. Ma forse ero io quello che abbisognava di esserlo maggiormente.

“Tornando agli "alter ego", ci sono stati dati ottimi e confermati motivi sull'esistenza di due "Regina" nelle vostre esistenze, di Pablo e tua. Quanto hanno di simile e quanto di divergente?”

- Regina è una donna fatta, creata da un Dio … che mentre la plasmava si chiedeva “come”… come avesse fatto. Una donna che ti tiene testa sempre. Una donna pensante. Una con cui puoi confidarti, star male, farti vedere a pezzi, una che non giudicherà mai. Una che ti desterà e ti dirà che hai fatto una cazzata o ti “minaccerà” se occorre per salvarti il culo. Beh, credo che tra le pagine del romanzo, non abbia espresso la sua vera potenzialità. Del resto come fai a descrivere il cielo d’Africa? Puoi solo vederlo, per comprenderne la grandezza.


“Se la capitolazione di Nadine, la puttana pazza, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della tua sopportazione a contrastare l'omologazione servile di una debole umanità, l'arresa del tuo amico Gerald - e ne abbiamo avuto testimonianza da Pablo nelle pagine che ti riguardano  - l'hai ampiamente argomentata in lapidarie sentenze di fatto che gli hai sputato da subito in faccia. Quale delle due potresti accettare e perdonare? Ovviamente dicendoci anche il perché."

- Tra i due credo che non potrei perdonare il gesto di Gerard. Nessuno dovrebbe asservirsi alla società, dimenticare il proprio sogno, rinnegare se stesso. Del resto, anche Nadine ha tradito se stessa, ma, almeno, illudendosi di aver incontrato il suo grande amore … che così non sarà, comunque.

Rendié è un tipo decisamente di poche ma lapidarie parole. Non concede molto alla prosopopea ma ti tira in fronte subito il nocciolo duro della questione.

" Hai mai pensato, a fronte di una spinta ideologica che ti ha fatto agire e scegliere come hai fatto, cosa saresti stato se la tua Regina non ti avesse costretto a un salto di ottava superiore nella consapevolezza di te stesso? Può dunque l'amore essere il propellente unico, o la miccia, per spingere in una direzione, o esplodere cambiamenti di non ritorno?"

- L’amore è, di certo, una delle chiavi che aprano gli ingranaggi del mondo. Lasciatevi andare all’amore, quello vero, anche se siete rimasti delusi dalle precedenti esperienze, cercate amore in ogni cosa che toccherete. La dignità dell’uomo è anch’essa una spinta importante per guardare oltre, la libertà di esprimersi, la fede in se stessi. Sono tutte cose che dobbiamo fare nostre. Dobbiamo emergere dal buio e ritrovare la nostra luce interiore. Non dobbiamo avere timore. Questo il coraggio esistenziale. Quello di non aver paura di dire “ho sbagliato” e “ricominciare”, bruciare e riaccendersi.

Le risposte a secchiate generose e i sorsi ripetuti dai nostro tumblers hanno ormai “suicidato” il buon vecchio “Jack Daniel’s” del Tennessee. La mente è ormai leggera di suo e pesante di concetti doverosamente ribaditi e confermati. Anche Pablo comincia a proiettarsi a ritmi personali fuori da quella saletta della “gattabuia”.  Come a sottolineare che quello che c’era da dire era stato detto nel Libro/Manifesto da lui scritto e consegnatoci. Questo lo capisco bene. Forse per quella cosa della “P.N.L.” che Pablo stesso mi aveva suggerito (obbligandomi ad andare a cercare su “Wikipedia” l’esatto significato) in occasione di una mia fotografia scattata ad Assago per la giornata dei “20 Eventi” organizzata dal Gruppo Editoriale David and Matthaus.  Mi rivolgo un’ultima volta a Rendié …

“Qual è la domanda che non ti ho fatto e che ti aspettavi? Risponditi addirittura, se vuoi.”

- Sì. La domanda: “Quanto conta questo libro per te? E per quale motivo?” E’ la domanda che spetta a Pablo, senza il quale io nemmeno esisterei. Almeno non pubblicamente. Vai Pablo, rispondi pure …

I due si guardano complici, sorridendosi, e mi rendo conto che senza la loro interscambiabilità nemmeno io sarei qui a fare domande. Rivolgo la mia attenzione a Pablo che mi risponde con un sospiro

- Conta tantissimo. Per tanti motivi. E’il mio biglietto di ritorno in patria. E’ un modo di svestirmi, nudo con le mani in tasca. E’ un’opportunità che tramite il Manifesto ho voluto dare a giovani talentuosi contro corrente. Una voce fuori dal coro che vuole scardinare il monopolio dell’editoria e parlare la lingua della strada, delle vita vera e vissuta, uno stile letterario che sovverta la letteratura di carte da cioccolatini, come la chiamo IO. – Adesso, Oliviero, Ti abbraccio, come un vecchio amico ritrovato, come un uomo che non giudica, come un compagno con il quale Mi preparerò a fare un gran bel viaggio … e Tu sai di cosa parlo…

Sì. So di cosa parla Pablo. E sorrido a mia volta, consapevole di uno splendido viaggio che in un modo o in un altro mi farà approdare ad un me stesso diverso da ora. Viaggio, a dire il vero, già cominciato nella prima pagina del Libro/Manifesto “Lo scopatore di anime”. E voi? Che aspettate a comprarvi un biglietto di viaggio fantastico verso lidi inesplorati della vostra geografia eterica al modico e irrisorio prezzo del libro testamento intellettuale di Pablo? Senza la T e senza il punto.

Oliviero Angelo Fuina




 PABLO T


Scrittore, Poeta, Viaggiatore, Attivista nel Sociale.
Accomunato, spesso, ad una certa corrente di post realismo, letteratura sub urbana, realismo "sporco"; i suoi scritti e i suoi romanzi si distinguono per l'ironia, il sarcasmo, la descrizione realistica di luoghi e personaggi, la socialità degli argomenti trattati, la pungente denuncia e il gergo metropolitano.
Scrittore per esigenza e necessità, traduce le sue parole in incitamenti scritti che raggiungano il cuore e la mente dei lettori.
Poeta per amore della Vita e del Mondo.Viaggiatore del mondo, da cui trae ispirazione per i propri scritti.
L’autore si definisce “un’Ombra”, poiché ritiene che la Società odierna gli abbia depredato l’identità. Difatti, i suoi scritti e i suoi pensieri, o con pungente ironia o con intransigente schiettezza, volgono al sociale.
Fautore della difesa delle donne, della difesa dei bambini, della giustizia, della Pace, della Libertà fine a se stessa e dei diritti della popolazione africana.

Pablo T ha deciso di estrapolare la Sua intolleranza verso l'ingiustizia, la disuguaglianza, gli armamenti, i soprusi e tradurla in incitamenti scritti, che raggiungano gli intelletti e li uniscano in una Determinata e Definitiva Battaglia Sociale Comune a favore dell'Equità, della Pace fine a se stessa e, della Somma Giustizia.
Lui compatta Volontà & Intenzioni. Sdogana Sogni per renderli reali e tangibili. Vividi nelle Vostre mani.


Riferimenti:

pablo.t.scrittore@gmail.com
staff.pablo.t@gmail.com 
Il suo Blog:  http://pablotscrittore.blogspot.it/p/luomo-che-soffia-cenni-su-pablo-t-lo.html

Nessun commento:

Posta un commento