Solo gli occhi si alternano di luce
fragile corpo che non ti appartiene
leggera come piuma nella brezza
pesante la distanza dei ricordi;
le ossa che trafiggono lenzuola
feriscono pupille impreparate
e cerco nelle forme spigolose
il morbido giaciglio di un sorriso.
E adesso che ho bisogno di un consiglio
recidi il mio cordone fatalmente
ma è tuo soltanto il volo d'aquilone
nel cielo di una luce che guarisce.
Imbroglio il tempo con le mie illusioni
parlandoti di giorni a te preclusi
innalzo palafitte sui pendii
di dune fra tempeste d'acre sabbia
e trema la mia mano sul tuo viso
cercando l'attenzione di uno sguardo
vorrei parlarti ancora della vita
che un po' mi togli se tu non mi parli.
E sgrano ore di contraddizione
volendo salutarti e non lasciarti.
(Agosto 2008)
- Inedito -
Nessun commento:
Posta un commento