mercoledì 26 giugno 2013

Ho letto "Penombre" di Andrea Leonelli


Per me che amo condividere emozioni avvalendomi di sintesi inesplicabili, valide solo se mostrate, parlare della splendida silloge dell’amico e Poeta Andrea Leonelli in maniera didascalica e migliore di come Leonelli stesso ha saputo raccontarsi e mostrarsi – senza mai cadere in facili mediazioni – è pressoché impossibile (ovviamente, come potete constatare, ci provo ugualmente).
Il mettersi a nudo del Poeta, in questa sua silloge assume l’esatto significato (quasi letterale) di uno spogliarsi di orpelli esteticamente illusori per dare parola alle proprie ossa, al proprio sangue pulsante e ai veri silenzi che rimbombano nell'anima.

Una silloge, questa, che ha un movimento costante dal buio alla luce, in quella terra di mezzo in cui le Penombre racchiudono tutti i potenziali emotivi, così distanti e già così a portata di mano. Una coperta sempre corta che riesce però a scaldare benissimo lo sguardo e i sincroni passi di ogni lettore che avrà la buona sorte d’intraprendere questo viaggio privato ed universale

Andrea Leonelli incide le sue parole  - immaginificamente e volutamente scarne – direttamente nello sguardo del lettore, come a tagliare di netto la percezione di un sentire. Senza alcuna mediazione se non la propria fisicità che si fa specchio e portavoce di emozioni ridotte all'osso nel suo dire, ma che di fatto sono l’intera struttura scheletrica di tutta la silloge.
L’emozione infatti dominante che da subito ho percepito è quel distacco duro ma anche sorpreso tra una convenzionale normalità esistenziale e ciò che invece il suo vissuto ha portato in disillusa dote.
Usando se stesso come linea di confine:
Porto sulla pelle/ i segni di questa vita/ così corta e ancora, in conclusione: Un diario di pelle che vive. (“Memorie incastonate”).

La Morte è figura astratta e personaggio reale che si presenta spesso nelle sue liriche, come ostacolo da superare o pietra di paragone per ogni emozione che possa eluderla. Una presenza comunque che il Poeta contempla come compagna conosciuta e ineluttabile alla fine di ogni percorso che si detta esistenzialmente. Ed è proprio questa urgenza di vivere le emozioni che la Strada incrocia ad ogni passo che detta all'Autore parole decise e nette a trasmettere un momento significativo, quasi a rubarlo ad un oblio che è temuto più della morte stessa. Oblio che si veste di solitudini fredde, che disperdono e si amplificano in distanze tra sé e l’altro da sé, qualora sia vestito di illusioni.
Ed è questo voler fortemente affermare sensibili momenti che fa chiedere al Poeta Verità e Concretezza d’intenti all'amata,  agli amici e a tutto il suo mondo personale. Conscio che solitudine è anche la finzione di un abbraccio, il simulacro disattento a sostituire uno sguardo che sia davvero presente nell'interlocutore emotivo del momento.
Aspetto parole,/ carezze o morsi, /ma siano i tuoi./ Non del gioco/ ma del giocatore. (“Persi in sé”)

Le Penombre di Andrea Leonelli sono date dal luogo interiore che il suo sguardo proietta, dove i contrasti intrinseci di ogni Esistenza, in luci ed ombre che la percezione personale sa riconoscere come un tutt'uno di sé, si intrecciano in maniera inestricabile per bagliori persistenti, questi sì, d’intagli poetici nella dura scorza di un disilluso esserci, in lotta con un volersi affermare vincente nella realtà non più silenziosa.
Io, esposto come cartellone pubblicitario,/ come un Cristo appeso al muro,/ attendo il giorno in cui la verità tornerà/ trasfusa in me,/ per tornare a sognare illusioni. (“Vivo la mia illusione”)

Andrea Leonelli, in questa sua preziosa raccolta poetica, riesce a prendere per mano il lettore e portarlo nelle scomode vie del suo camminare il mondo e regalargli panorami inusuali nei quali rispecchiarsi a propria volta, facendogli ritrovare il comune denominatore di ogni esistenza che possa essere supportata dall'incanto e dal disincanto di uno sguardo oltre, fino alle profondità di un battito mai scontato.

Le Penombre, ne sono convinto, sono splendidamente illuminanti e Andrea Leonelli è un poeta vero che non si può non riconoscere e apprezzare in questo suo intimo e prezioso condividersi.
E per tutto questo, amico mio, grazie!


Oliviero Angelo Fuina


8 commenti:

  1. Grazie mille Oliviero per la stupenda recensione! Sono contento che il libro ti sia piaciuto!!!

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  2. Mi è piaciuto moltissimo e vorrei che molti altri si regalassero l'opportunità di leggerlo perché davvero merita e si evidenzia notevolmente nel panorama bibliografico poetico attuale. Bravo tu, Andrea!

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    1. io me la sono regalata... le poesie di Andrea sono maledette come ceri miei racconti, affinità cupa.

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  3. ma quanto è bravo questo Angelo... ovviamente le poesie meritano!

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  4. Grazie Anna ma dici bene: le poesie meritano e si presentano "a festa" da sole! :)

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  5. Ragazzi, siete davvero gentilissimi, mi date ulteriore stimolo a continuare a scrivere! :-)

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  6. Andrea è un poeta contemporaneo assolutamente presente a se stesso e al reale che lo circonda. Tuttavia, le parole di Oliviero espongono un altro animo complesso e geniale (quello di Oliviero appunto) che ben ha saputo comprendere l'opera. Grazie a entrambi.

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