mercoledì 15 maggio 2013

Poesie Erotiche (selezione tratta da "Vocali in apnea")



Tra il pavimento e il cielo più lascivo

(Helmut Newton, "Beverly Hills Hotel", 1988)


Commuove il tuo divaricarti osceno
pudore rotolando alle caviglie
tra il pavimento e il cielo più lascivo
sgualcito dal tuo corpo in pigra offerta

nel chiaro fruscio statico vicino
cancelli ogni confine con le cosce
un bianco sole al neon fuori dai vetri
sipario agli occhi dietro la tua pelle

-nascondo impronte per rubarti il fiato –

spalmata su trapunta da graffiare
languido il tuo collo è arco teso
appoggio il capo sopra il bianco ventre
piegando gli occhi al tuo ciuffo ribelle

è umida peluria che sbadiglia
riconoscendo il roco mio respiro
mi spettini la bocca tra le gambe
marchiandomi d’umori in agrodolce

acceleri il respiro in mezzo ai seni
come di cera fra le urgenti dita
protendi il tuo bacino al giusto approdo
scuotendomi di spasmi primordiali

- riprendo, nella Storia, lievi orme –



07/12/07

(da: "Vocali in apnea")


Cunnulingus 




Pieghe segrete solcherò lieve
scivolando nel tuo abbandono

sarà piuma d’un angelo perso
a squarciarti clitoride veglia
sulla lama di un netto confine
annegandomi senza ritorno

Fra suoni ancestrali di risacca
immergerò il mio viso nel mare
bevendo del piacere le onde
increspando lo sguardo nel sale

sui dischiusi petali vermigli
- umidi a specchiarsi nel riflesso -
labbra che fagocitano labbra
lingua a demolire resistenza

ovattati sussurri d’un nome
cosce di cera a serrarmi udito
- roco tuo scalfire di parole
cercando nell’aria le vocali -

- e graffierai goffa la notte
nel feroce inarcarsi dei fianchi
annaspando pelvici sussulti
fra smorfie disegnate d’apnea -

27/11/07

(da: "Vocali in apnea")


D'ermafroditi sensi 
 
È fra i tuoi gemiti che vorrei stare
rubando le alchimie d’ogni tuo orgasmo
sentire lune tese sulla schiena
il roco capovolgersi dei fianchi

Mescolo carne in pensieri umorali
sentendo la tua lingua che deflora
aprirmi nella tua trasmutazione
androgina passione che sconquassa

- anelito d’ermafroditi sensi -

d’estatiche pulsioni m’avviluppo
aspergendoti amore alle pareti
e aprirmi poi a brame più complete
vestendomi del cielo più rosato;

disseto alla tua femminile essenza
t’accolgo imitandone gli spasmi
sentirti viscerale in ogni moto
incastri d’un reciproco respiro.

- safficamente complici d’inganno -

08/12/07

(da: "Vocali in apnea") 


Graffiti sulla schiena in roche dita


 Ai confini di un frattale di invito
tra pieghe seducenti a ricamare
l'intenso afrore al tattile mio sguardo
inebria a fior di labbra ogni carezza;

inarchi il tuo respiro all'infinito
nel lento scivolare della seta
sui petali in rugiada dissetati
mentre il cielo distende le radici.

Nel tuo arruffare dislessico l'aria
spettinando ogni più indomito senso
cerco l'approdo in apolidi fianchi
disperdendomi in terra di nessuno;

graffiti sulla schiena in roche dita
mentre vocali aspergono il piacere
battezzo col tuo nome contrazioni
perdendo identità nell'assoluto.

Ed è poesia che non vuole finire
nell'onda che frantuma ogni ragione
mentre la pelle lucida si specchia
nel rifrangere di un caldo arenarci.
01/06/11

(da: "Vocali in apnea")

Simulando l'impronta del tuo corpo


  
 
È ancora il tuo biancore immaginato
ad arruffare voglia a inturgidire
è lento il mio crollare alle carezze
raccontando le tue curve alla pelle;

inarco il fiato caldo al desiderio
simulando l’impronta del tuo corpo
stringo scettro in assenza di regina
a stirare le mie vene già gonfie;

affondo il movimento a denudare
la cupola vermiglia dal prepuzio
mancanza che travesto di piacere
battezzando la mano col tuo nome;

nel ritmo si frantumano vocali
e monta inarrestabile marea
singhiozzo quest’inganno nella notte
che orfana riplasmo nei pensieri.

- dentro l’apnea di un illuso sussulto -

14/01/08

 (da: "Vocali in apnea")


Nel turgido svettare contro il fiato



La tonda vocale del tuo cercarmi
già catalizza l’umido mio sguardo
è offerta di labbra a solcare vene
nel turgido svettare contro il fiato;

scorrerò sulle pieghe di papille
ancorandoti ai capelli le dita
spiegherà la tua mano alla ferita
di un banchetto, gocciolando gli ardori.

Sei guaina ad ogni spasmo deglutire
affermando dislessica col capo
corsa finendo nei baci al mio ventre
celandomi alla vista la tua brama.

Mani a ghermire glutei in contro canto
donando del respiro il ritmo al corpo
mentre i tuoi seni premono ciliegie
coscia che incidi in turgido sfiorare.

Monta marea nel lago dei sussurri
mentre la lingua peripla la vetta
guance scavate a contenere guizzi
nell’esplosione calda a dissetarti.

14/02/08

(da: "Vocali in apnea")



Aggiungo con piacere e gratificazione personale lo splendido articolo/presentazione della silloge pubblicata a cura della bravissima scrittrice, e amica, Franca Pistellato, che tra l'altro è a prefazione nel libro stesso.
Q U I  (CLICCANDOCI SOPRA) potete leggerlo.

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