E' calda la pelle del tramonto
nell'inerzia dei giorni estivi
già sfogliati per non saper leggere
la bicicletta, in fusa gommate,
si struscia ai piedi di un pensiero
che ha pedali senza catena
La mia gialla veranda di attesa
è finestra dagli sguardi più scelti
distraendo il banale alle porte
Ho folle ipotetiche attorno
in silenzi a gridare dai vetri
e frastuoni di mille carezze
Navigo il tempo che scurisce
senza funi illuse a corrimano
sulla rotta di un'eterica mappa
e il fumo di un pigro veleno
si disperde in sacche d'inchiostro
a firmare righe di me stesso.
(29/08/09)
(da: "Blocco Note")
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