Oliviero Angelo Fuina tra visione e sguardo
Evocata la vista -suo malgrado-
prima di ogni altro senso, lo sguardo di Oliviero Angelo Fuina si posa ma anche
si incastra e indugia e a volte inciampa -esso stesso agente e attore,
coprotagonista od obiettivo di camera di
ogni evento- su ciascuna parte del corpo abbia l'arditezza di offrirglisi, in
una epifania che insieme meraviglia e conferma: emersione inconscia di elementi
la cui evocatività trova di volta in volta un senso di riferimento o impasta i
sensi tra loro ma sempre coincide con l'incoccarsi di una freccia che non potrà
non essere scoccata. Ogni elemento presente sulla scena (fiato, pelle, pelo,
umori) è contemporaneamente se stesso ed elemento pensante, è attore
protagonista, vive di vita propria, ha propria volontà e proprie pulsioni.
Ciascuno presenza sostitutiva ed ermafrodita, sconfinata variabile timbrica di
un'orchestra che non è più maschio o femmina ma piacere.
In Oliviero Angelo Fuina la vista
sta alla visione come il sonno al sogno. E tanto più ha del
sogno, la sua Poesia erotica, in quanto sospesa tra la carnalità più ferale e
la sua sublimazione non già nel sentimento come spesso accade in facili
autocensure di risulta che indulgono in caramellose svenevolezze, quanto nella
ricerca dell'assoluto, della completezza, finanche della morte come chiusura
non aggettivabile, come totale perfezione, il bianco esatto in cui dovrebbe
trovare la propria conclusione un orgasmo e la vita stessa. L'erotismo come una
Scala di Giacobbe, l'orgasmo come completa coincidenza tra Terra e Cielo, Finis
Terrae la cui conchiglia di Santiago è la visione di un orizzonte fuso, un
attimo prima di essere abbacinati. E non ci stupisce. La donna è mare e terra e
cielo: s'increspa, si arruffa, si distende sconfinata, si fa infinita corolla
di petali.
Nulla si sottrae ai sensi segugi,
nulla viene perso e nulla rifiutato. Oliviero Angelo Fuina può immaginare di sé
qualunque variabile, ritrovare qualcosa di sé nel fetish, nel bondage, nei
rapporti a tre e nell'ermafroditismo
(dote che appare come dono del cielo, in sé recante un potenziale di godimento
che si moltiplica esponenzialmente) con la particolare inclinazione ad essere
il sottomesso despota di una imperatrice implorante, servo fedele alle
sue richieste di essere seviziata, magnanimo dispensatore di unguenti, docile a
procurare il lenimento come somma lascivia. L'erotismo che si consuma tra i
versi di Oliviero Angelo Fuina è una sorta di Guerra Santa, il cedimento delle
pareti vaginali nello struggimento dello scroscio orgasmico, la Terra Promessa e il
premio.
Nemmeno l'autoerotismo -e anche
quello condiviso negli ambienti virtuali- rinuncia alla visione. In questo caso
rievocando insieme ad essa anche la partecipazione dei sensi nella mimesi di
corpi fluttuanti tra astrazione e reminiscenze, partecipazione che si trasforma
in una assenza intervertebrale, intercostale, nella riesumazione contemporaneamente
inumata di visceri urlanti. Ed è spesso il disincanto, ciò in cui si rapprende
la consapevolezza del vuoto a perdere di talune esperienze.
Vi sono ricorrenze, nella
scrittura di Oliviero Angelo Fuina: oltre ad alcune parole che si intendono
particolarmente evocative e care all'autore, vi è per esempio la tendenza a
ridurre articoli e congiunzioni, come nel desiderio di veder compiersi
un'azione completamente pura, messa a fuoco dentro al condensatore di un
ingranditore fotografico, o il frequente ricorso alla sinestesia, elemento
necessario alla resa di questo contemporaneo ribollire di percezioni diverse.
Ma non è solo quella del
visionario, la posizione tenuta da Oliviero Angelo Fuina di fronte agli
accadimenti della sua opera: in qualche caso, nel verso finale, spesso isolato
dai trattini, l'autore si concede, come una voce narrante, fuori campo, di
suggerire il retrogusto, il sedimento, la percezione cruda, scondita, del corpo
o dell'anima, come fosse slegata dal contesto, vigile, una seconda camera. Come
se in questa espoliazione stesse il suo vero voyeurismo, come se dietro alla visione
stesse ancora lo sguardo.
Franca Pistellato.
Link per chi voglia "incontrarla" sulla sua pagina di Facebook
Ringrazio un'ennesima volta, e pubblicamente, la cara amica Franca Pistellato per il dono delle sue preziose parole che mi onorano e danno immenso lustro aggiunto alla mia silloge.
Franca Pistellato è un'artista completa che sa emozionare e stupire sempre, sia che si offra in parole, sia che lo faccia in colori, suoni, forme e sguardi.
Ho avuto il dono e il privilegio di poter leggere in anteprima l'ancora inedito suo "Diario Traslucido" e posso affermare sin da ora che sarà una grande pubblicazione che permetterà a moltissime persone di poter finalmente conoscere l'eccellente talento di questa Grande Artista.
Grazie di cuore, Franca! Grazie, amica mia!
Link per chi voglia leggere alcune sue poesie
E' stato un onore per me oltre che una prova che ho intrapreso in punta di piedi e di affrontare la quale non so neppure se fossi degna. Spero con tutto il cuore di contribuire con le mie parole a creare intorno a questa tua raccolta l'interesse che merita.
RispondiEliminaUn abbraccio!
Franca
Infinitamente Grazie... Mi sei immensamente preziosa e cara, Franca! Avendo concluso gli avverbi tranne uno, immantinentemente ti abbraccio :)
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