lunedì 18 febbraio 2013

Stralci dal romanzo: "C'è tempo e tempo"





(dal I Capitolo, pagine 10,11)

(...) Il treno conciliava il sonno ma il sonno non voleva proprio saperne di pagare il verbale e allora Willy fece uno sforzo per rimanere sveglio.
Provò a fare delle parole crociate ma i sussulti del treno gli rovinarono la Via Crucis in questo suo Calvario della lingua italiana. Allora si limitò a guardare il panorama fuori dal finestrino ma quasi subito, per il freddo, rientrò nello scompartimento per continuare a guardarlo più comodamente.
Un signore dirimpetto a lui gli rivolse infine la parola ma faticando a conversare al contrario, rivoltò la stessa nel giusto senso.
Era un signore dal grosso bagaglio culturale ma per fortuna nello scompartimento c’erano solo loro due ed il grosso bagaglio non impediva più di tanto.
“Scusi, le da fastidio se fumo?”
“No, no... Tanto io sono abituato alla nebbia.”
“Ah! È di Milano, lei?”
“Sì! Bravo! Da cosa l’ha capito?”
“Beh, è da quando è partito che sta guardando una fotografia del Duomo e poi noto che ha con lei tre scatoloni di panettoni nonostante siamo a Maggio.”
“Già a Maggio?! E qual è la prossima stazione?”
“Non lo so. Questo è un itinerario che non mi è abituale...”
“Quindi lei non è un abitudinario, giusto?”
“Giusto. Ho solo qualche cattiva abitudine. Ma le abitudini, se non le metti in cattività, poi diventano incontrollabili!!!
“Parole sante! Mi fa piacere che lei sia un credente!”
“Questo lo crede lei!”
“E’ vero! Ha proprio un bel intuito!”
“Le piace? L’ho preso a un saldo.”
“Io non potrei mai...! Le saldature m’infiammano gli occhi!”
“Forse allora non dovrebbe fumarsi così vicino se ha di questi problemi!”
“Ma guardi che è lei che sta fumando... Se non ci crede provi a contare le battute che abbiamo detto...”
Eh, sì... Ha proprio ragione! Ma non si preoccupi, io non ho mai fumato.”
“Sono contento per lei. Vorrà dire che andrò io a fumare in corridoio, se non le dispiace...”
“Ma si figuri! Un attimo che le do il mio indirizzo di casa; ho un corridoio che nemmeno se lo immagina. Si troverà bene, vedrà!”
“Perfetto! La prossima volta che arriverò dalle sue parti mi fermerò a fumare. Mi scusi, ma io sono arrivato.
“Arrivederci. Si ricordi che l’aspetto...”
“Lo so, lo so... L’aspetto ha la sua importanza in una persona.”
“Bene. Piacere di averla vista e conosciuta.”
“Il piacere è mio. Scende anche lei?”
“Sì, sono arrivato anch’io.”

[I due, quindi, si risalutarono e ognuno andò per la propria strada.
Questo è comunque quanto si dissero anche se non ricordo bene quali furono le battute dette da Willy e quali quelle dette dal suo dirimpettaio sul treno...]

(dal II Capitolo, pagina 13)

(...)

La più che notabile segretaria del notaio lo squadrò ben bene, lui la rigò dritta dritta e assunse un sorriso goniometrico immaginando numeri e figure non solo geometriche. Lei non raccolse il tacito invito e allora Willy licenziò il goniometrico sorriso appena assunto e disse di essere atteso dal notaio Tempo.
Lei confermò che il notaio era già parecchio tempo che lo attendeva e che il rubinetto che perdeva si trovava nel gabinetto notarile.
“Ci deve essere un equivoco” replicò il nostro scrittore.
“Ah, non dica a me quale potrebbe essere la causa... questo...equivoco... Io di idraulica non ci capisco un tubo” replicò candida la scura segretaria.
“No, senta... Se vuole posso incitare il rubinetto che perde per farlo rimontare e magari vincere, ma non mi chieda di più!”
“Ma che razza di idraulico è mai lei?”
“Sono solo un idraulico che non lo è mai stato! Io sono Guglielmo Guglielmini anche se per praticità in questo libro mi hanno sempre chiamato Willy.”
“Mi faccia controllare... Sì, qui mi risulta che le abbiamo mandato un telegramma nel  primo Capitolo. Mi scusi se non l’ho subito riconosciuta ma nel libro non c’era una sua fotografia... Non si preoccupi, comunque, a momenti il notaio la riceverà.”
“A momenti? E dove si trova?”
“Oh! Momenti è una frazione di Ora. A cinque minuti da qui.”
“Va bene, aspetterò qui per cinque minuti da ora...”
“A proposito, sa le ore?”
“Ma si capisce, certo!”
“Bene, grazie.”
I cinque minuti passarono lentamente, in assoluto silenzio, ma Willy fu in grado ugualmente di sentirli e così riuscì ad entrare dal notaio Tempo.
(...)


3 commenti:

  1. Anche mio marito dopo di me lo sta leggendo e gli piace un sacco...non poteva essere diversamente Angelo!!!

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  2. Che bello! E' davvero gratificante sapere che ciò che scrivi possa piacere ed essere ricordato da altri :)
    Grazie di cuore! :*

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  3. Lo scambio verbale è di livello eccelso, mi ricorda un certo tipo di teatro che è quasi sparito purtroppo. Sei un grande Oliviero! Fantastico, davvero molto molto bello!

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