domenica 3 febbraio 2013

Vi parlo di "Quattro racconti ... quattro" di Anna Cibotti




"Quattro racconti di quattro personaggi uniti da una comune esperienza singolare nella sua drammaticità.
La storia di quattro vite intrecciate nell'ineluttabilità del destino, e nell'immensa complessità della mente". 
Questo il senso lasciato in calce da Anna Cibotti stessa in questa sua breve raccolta di racconti.


Sono racconti, questi quattro, avvolti da una percepita nebbia che tutto può rivelare ed obbliga in qualche modo a rituffarsi all'interno di noi stessi per trovare un senso ultimo, una presa di coscienza che faticherà a trovare riscontro nella consueta razionalità. Razionalità che spesso è maschera e paravento per le inquietudini e i misteri della Vita e verso ciò che nella Vita rimane inconoscibile, nel costante ciclo di rinascita e morte da sé stessi.
Una lettura che risulterà breve ma che lascerà in ognuno un riverbero prolungato di sfumata malinconia nel senso ultimo di ogni riflessione talentuosamente indotta.
I quattro racconti di questa suggestiva raccolta sono, in ordine di apparizione: "L'artista", "I fiori", "Il viaggiatore" e "L'ultimo Autunno".
Vorrei spendere nel dettaglio qualche parola per ognuno di essi, nella misura in cui le parole mi si sono dettate nelle impressioni a caldo del mio esserne lettore. E lasciare a queste parole l'onere e l'onore di concludere questa interessante finestra, a mio sincero parere, aperta sull'intrigante mondo di Anna Cibotti, artista completa a tutto tondo.


L'Artista.

Un racconto che è una galleria di ritratti emotivi che riverberano le costanti infelicità che noi stessi sappiamo ritagliarci e attrarre. Uno stile linearmente incisivo, quasi didascalico, con il quale Anna Cibotti ci mostra immagini in lapidari riverberi. Riconoscibili.

E' la storia di un uomo come tanti di noi, alla ricerca di sé stesso e di un senso. Un uomo che da subito è consapevole di non amare la persona alla quale si legherà per comodo, abitudini e per una gratificazione sociale che ha sempre il suo peso, soprattutto nei piccoli paesi di provincia. I soliti malintesi con noi stessi. Ma è anche la storia di un uomo che scopre una importante propensione artistica e impara a credere in questa nonostante inizialmente ne venisse sconsigliato.
Ma "l'artista" è anche la storia di una donna dalla forte e avvolgente personalità, col senso innato del "controllo" e quella certa supponenza di base che porta ad innalzare sé stessa e il suo indubbio istinto da crocerossina e abbassare conseguentemente la soggettiva valutazione degli altri. Una donna legata alle convenzioni sociali e all'essere da queste accettata. Una donna, come tante, che ha fatto del riconoscimento del proprio ruolo familiare e sociale il suo punto di stasi e di arrivo. Quasi in modo maniacale.

Il racconto man mano che si dipana nelle contrapposizioni caratteriali ed esistenziali dei due protagonisti si tinge di nero in connotazioni da cronaca nera, quella che si può leggere in quotidiani di paese, racchiudendo una nemesi finale che lascia riverberi di leggenda popolare nel mistero che viene lasciato sospeso in parole che ogni raccontatore alla fine del suo narrare ama far cadere negli sguardi d'ascolto.

I Fiori

Un racconto che si dipana su diversi piani temporali. Narra principalmente la storia di due amiche nella memoria di una delle due, quella sopravvissuta all'altra. La molla che fa scattare questo "excursus" riepilogativo viene dalla figlia dell'amica defunta che dopo trent'anni ricontatta l'amica di sua madre per chiederle di un certo segreto riguardante sua madre stessa. Anna Cibotti ci fa quindi pienamente rivivere sfumature emotive e caratteriali delle due protagoniste, con ricchezza di dettagli esistenziali che rendono più presenti al lettore le stesse protagoniste.
Ma "i fiori" è anche un racconto che nel finale spiazza per cambio di prospettiva e di realtà. Immancabile la nota di mistero da parte dell'autrice e quella briciola di inquietudine che va a chiudere le intriganti riflessioni del più grande mistero della vita: la morte. 
E nell'inspiegabile rivelazione che mantiene sospeso il racconto stesso anche a parole concluse.


Il Viaggiatore

Questo è un racconto di un viaggio, già dalle prime pagine immerso nella consueta nebbia del mistero, dell'inquietudine di ciò che non si percepisce chiaramente e di ciò che si ha paura di vedere. In questo viaggio alla fine è il lettore il vero viaggiatore che viene condotto nell'impalpabile, quasi onirica, realtà che non si è in grado di spiegare se non come un viaggio di scelte e relative conseguenze, in un mistero che va oltre, irrisolto, quel viaggio di ognuno di un giorno.

L'ultimo Autunno

E' un racconto dai molti tratti autobiografici, questo. A partire dal nome della protagonista, della sua passione per il dipingere quadri e dall'ultimo particolare che arricchisce il finale in modo imprevedibile, con un escamotage narrativo che rilancia in modo inquietante ciò che prima ci è stato donato leggere. Come i precedenti racconti anche questo si caratterizza con l'inesplicabile e quel senso di "rottura" da schemi ripetitivi, in una presa di coscienza. Vita e morte, nella fattispecie l'Autunno, tornano ad intrecciarsi inestricabilmente come "trait d'union" del Mistero dei Misteri, in un'unica grande metafora esistenziale.

Scheda del libro e link per l'acquisto



2 commenti:

  1. Che bel regalo e che sorpresa!non sai quanto sia felice e onorata che uno scrittore come te abbia voluto spendere parole per commentare il mio libro per la seconda volta. Vorrei che i miei lettori percepissero le tue sensazioni che sono quelle che ho sempre voluto trasmettere. Sono queste le cose che ogni scrittore vorrebbe sentirsi dire per continuare a scrivere. Grazie Oliviero!

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  2. Grazie a te, Anna, per la piacevole opportunità che mi hai dato, scrivendolo, di leggere un buon libro! Un sorriso :)

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