giovedì 9 maggio 2013

Philadelphia e dintorni


Quante croci frantumate nel ghetto
col nome, su macerie, ormai scomparso
"Philadelphia" è stata solo finzione
ma il cuore piange vero in ogni dove

per vene, forse, strappate dal fuoco
o per amore di uguale valenza
per la paura di essere unti
nei lazzaretti di mente ristretta

Si muore soli se manca un sorriso
doppio è lo strazio se manca carezza
muti quei gesti a tacere la colpa
di aver amato sognando un domani

Anche in famiglia si piange in segreto
sviando quel contagio dal cognome
perdendo forza in pubblica empatia
lusso emotivo a dimezzare il peso

Troppe le croci già dimenticate,
è un male che non va mai pronunciato,
ed un commiato, detto sottovoce,
fa male più a chi resta che al defunto

In "Philadelphia" lacrime di molti
dopo che il viso asciutto hanno voltato
quando bastava solo del rispetto
per chi in silenzio muore un po' più forte

Quando si parte non si è tutti uguali
se del morire abbiamo preferenze
ma dentro il petto è la stessa scintilla
buio comune se spenta allo sguardo 

E piango per fratelli morti soli
traditi dalla voglia di scappare
comunque da sé stessi, mai compresi
o forse per aver seguito il cuore.

05/05/13

(inedito)

2 commenti:

  1. La tua parola è forza che emoziona ... vera e coraggiosa .... bellissima!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Lucia... Ma è la parola spontanea che sorge in ogni cuore che guarda oltre se stesso...

      Elimina