martedì 29 gennaio 2013

Intervista doppia agli autori de "Il bacio di vetro": Adrena e Oliviero Angelo Fuina

-Intervista a cura di Antonietta Agostini -

Carissimi lettori, per me è un piacere ospitare i due autori del romanzo “Il bacio di vetro”, Adrena e Oliviero Angelo Fuina.
Credetemi, per me questa intervista è davvero speciale, perché mi piacciono le persone come loro, persone solari, scherzosi, e poi se dovessi scrivere tutti gli aggettivi con i quale vorrei definirli, non finirei più!
Mi ero già innamorata del loro romanzo, ed ora sono pazza di loro!

Ciao Adrena, ciao Oliviero, e benvenuti nella mia rubrica. Parlatemi di voi, e di come vi siete conosciuti?
Oliviero: Ho conosciuto Adrena otto anni fa, in un sito di poeti. A quei tempi lei teneva le redini organizzative di un progetto antologico di poesie a scopo benefico e, da subito, mi aveva dato l’impressione di una martire devota alla causa e propensa al sacrificio sugli altissimi altari dell’Ego dei poeti partecipanti. Siccome io agisco con empatia, mi sono messo nei suoi panni riuscendo così, in modo spontaneo e naturale, ad avvicinarmi a lei. E dato che tra i suddetti panni c’erano anche delle gonne, ho dovuto di conseguenza depilarmi. Comunque il reciproco rispetto e la reciproca stima artistica sono stati fondamentali per instaurare subito una ludica affettuosità, a suggello di un’alchimia di personalità altrimenti improponibili.
Adrena: Come già detto da Oliviero ci siamo conosciuti in un sito letterario. In questa realtà virtuale ognuno è libero di inserire poesie e racconti brevi per poi essere commentati e “criticati” da altri autori che si aggirano nella “fossa dei leoni”. Non esagero nel considerare questo sito come tale, lo è davvero! Infatti, dopo aver organizzato due raccolte antologiche, coinvolgendo circa sessanta autori per volta, ne sono uscita di corsa e volutamente. Approfitto per aprire una parentesi e rispondere ad Oliviero riguardo alle gonne. Mio caro, lo sai da tempo che è un indumento che non amo in particolar modo, chi porta i pantaloni sono io.
Avete scritto un romanzo insieme, un romanzo eccezionale a mio avviso. Da chi è partita l’idea di questo progetto insieme?
Oliviero: Io penso sia partita da una peperonata o un’abbondante impepata di cozze. Causa naturale, suppongo, di un’obbligata insonnia di Adrena che ha partorito (intendo l’insonnia) questo machiavellico progetto. Lei aveva già il suo personaggio e un incipit di storia già scritta ma gli mancava il maschietto da coinvolgere e il malcapitato di turno più a portata di tastiera immagino sia stato il sottoscritto. Siccome entrambi amiamo complicarci la vita, perché se no non siamo contenti, (ci sembra di rubare il pane all’esistenza), per divertirci ci siamo imposti il modus operandi di reali e-mail incrociate. A sorpresa dell’altro/a abbiamo semplicemente lasciato fuoriuscire una trama rimasta sconosciuta a noi stessi, nell’evolversi del testo,e fino all’ultima pagina. Facendo questo ci siamo davvero emozionati e ci siamo fatti anche molti dispetti rompendo di volta in volta le ovaie, pardon, le uova, nel paniere dell’altro.
Adrena: Questa domanda non può che avere una sola risposta: le idee migliori sono quelle delle donne; e per rimanere in tema e riallacciarmi alla precedente risposta semplifico dicendo “quelle donne, ovviamente, che sanno portare i pantaloni”. Nuova parentesi: Olivieroooooo, ti concedo le ovaie e mi prendo i… pantaloni. Cosa avevi capito? Se c’è una cosa alla quale non rinuncerei mai è la maternità.
Liol e Luana, si conoscono nel web e nasce su una sorta di storia. Cosa ne pensate di questo modo che hanno le persone di approcciarsi al mondo, comunicando dietro uno schermo, riuscendo comunque a provare emozioni.
Oliviero: Paradossalmente proprio il fatto di essere dietro uno schermo e non mettere in gioco limiti auto-percepiti (più o meno oggettivi) libera le ali alle emozioni che nascono interiormente, a prescindere. Aggiungiamoci l’ormai inflazionato “fascino dello sconosciuto”, la presunta impunità a trasgressioni che rimangono nel privato del virtuale e quindi non in conflitto palese e visibile col mondo “reale”.
Adrena: Il modo di comunicare è cambiato già da diversi anni. Proseguendo sulle “ovaie” posso dirti che prima di concepire e partorire l’idea de “Il Bacio di vetro” avevo letto un articolo di stampa che mi aveva incuriosito molto. La notizia riguardava i giovani ragazzi e quanto trovassero più semplice parlare di tutto virtualmente o tramite chat e di quanto, invece, trovassero difficile allacciare delle relazioni vere. Rapportando tutto questo al romanzo, e non essendo più una ragazzina, ho preferito utilizzare il mezzo delle e-mail perché mi ricordavano di più le vecchie lettere di un tempo. Sebbene non sappiamo chi ci sia realmente dall’altra parte dello schermo, devo dire che con Oliviero sono stata fortunata e che tra noi è nata una meravigliosa amicizia che dura da diversi anni.
Oliviero, già otto candeline? Come passa il tempo…
Quanto c’è di voi nei vostri personaggi?
Oliviero: In Liol (nome atroce voluto fortemente da quella distubata della mia amica che ha una totale avversione e idiosincrasia ai tanti bravi Santi che vivono nelle caselle del calendario), anagramma non casuale di Olli, ci sono io in parte prevalente. L’io che esisteva ai tempi dello scrivere a quattro dita (visto che per essere onesti sono solo gli indici che usiamo di una mano per scrivere… mica siamo dattilografi!) e molte teste (dato l’rrefrenabile schizofrenia d’identità nata dall’immergerci in ulteriori mondi da esplorare comunque e sempre in prima persona).
Adrena: Molti tra i lettori mi hanno fatto questa domanda, compreso mio fratello Giuseppe e tra questi posso dirti che la maggior parte è stata di genere e sesso maschile. Qui la domanda nasce spontanea… quale parte di me hanno trovato in Luana? Chi sarà mai Rossella l’amica tanto provocante e sessualmente spinta? Non c’è niente di me in Luana, né meno che mai in Rossella, ma qualcosa di me c’è, poche righe di spiegazione nel personaggio di Francesca, la sorella di Luana. Questo romanzo nasce da una sfida personale – ho voluto per una volta lasciar vivere al personaggio la sua storia. Non è stato facile non farsi coinvolgere ma era proprio l’obiettivo che mi ero prefissata. Più che la storia in sé, che si è svolta e-mail dopo e-mail e senza mai essere concordata, ho lasciato al mio personaggio lo spazio che merita, quello di protagonista. Sono convinta che i primi libri pubblicati siano a sfondo autobiografico, è come se l’autore abbia bisogno di eviscerare ciò che è rimasto per lungo tempo sullo stomaco. Dopo, però, si può iniziare a scrivere sotto dettatura.
Avete altri progetti insieme?
Oliviero: Sì. Avevamo questa intervista da fare insieme e finita questa penso ci prenderemo un meritato anno sabBatico di pausa. Quindi non menopausa ma il contrario!
Adrena: In molti ci hanno richiesto la seconda parte de “Il bacio di vetro” non so… vedremo. Io e Oliviero siamo molto cambiati dalla stesura di quel romanzo e non so se sarei disposta a passare un altro anno dietro un computer. Altri tipi di progetti con Oliviero, giuro di non averli, però… potrei autoinvitarmi a casa sua e farmi preparare un succulento pranzetto.

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