lunedì 28 gennaio 2013

"Vocali in apnea" - Poesie erotiche



Evocata la vista – suo malgrado – prima di ogni altro senso, lo sguardo di Oliviero Angelo Fuina si posa ma anche si incastra e indugia e a volte inciampa – esso stesso agente, coprotagonista od obiettivo di camera di ogni evento – su ciascuna parte del corpo abbia l’arditezza di offrirglisi, in un’epifania che insieme meraviglia e conferma: emersione inconscia di elementi la cui evocatività trova di volta in volta un senso di riferimento o impasta i sensi tra loro ma sempre coincide con l’incoccarsi di una freccia che non potrà non essere scoccata. Ogni elemento presente sulla scena (fiato, pelle, pelo, umori) è contemporaneamente se stesso ed elemento pensante, è attore protagonista, vive di vita propria, ha propria volontà e proprie pulsioni. Ciascuno presenza sostitutiva ed ermafrodita, sconfinata variabile timbrica di un’orchestra che non è piu’ maschio o femmina ma piacere. In Oliviero Angelo Fuina la vista sta alla visione come il sonno al sogno. E tanto piu’ ha del sogno, la sua Poesia erotica, in quanto sospesa tra la carnalità piu’ ferale e la sua sublimazione non già nel sentimento come spesso accade in facili autocensure di risulta che indulgono in caramellose svenevolezze, quanto nella ricerca dell’assoluto, della completezza, finanche della morte come chiusura non aggettivabile, come totale perfezione, il bianco esatto in cui dovrebbe trovare la propria conclusione un orgasmo e la vita stessa. (…) Vi sono ricorrenze, nella scrittura di Oliviero Angelo Fuina: oltre ad alcune parole che si intendono particolarmente evocative e care all’autore, vi è per esempio la tendenza a ridurre articoli e congiunzioni, come nel desiderio di veder compiersi un’azione completamente pura, messa a fuoco dentro al condensatore di un ingranditore fotografico, o il frequente ricorso alla sinestesia, elemento necessario alla resa di questo contemporaneo ribollire di percezioni diverse. (…) TRATTO DA UN ARTICOLO DI FRANCA PISTELLATO IN PREFAZIONE AL LIBRO STESSO.


Recensione di Nicoletta Berliri:

Le poesie di Oliver appaiono semplici e scivolano giù aggrovigliandosi nella parte concupiscibile dell’animo, strizzando e strapazzando il lettore. Una semplicità apparente, raggiunta con serio lavoro di cesello, verso dopo verso.
Il messaggio che comunicano va oltre l’erotismo evidente delle parole incatenate l’una all’altra e immodificabili; quasi sempre sorprendono nella chiusa che ribalta l’evidenza e suggerisce altre situazioni.
Da leggere con passione!
Le poesie di Oliver appaiono semplici e scivolano giù aggrovigliandosi nella parte concupiscibile dell’animo, strizzando e strapazzando il lettore. Una semplicità apparente, raggiunta con serio lavoro di cesello, verso dopo verso.
Il messaggio che comunicano va oltre l’erotismo evidente delle parole incatenate l’una all’altra e immodificabili; quasi sempre sorprendono nella chiusa che ribalta l’evidenza e suggerisce altre situazioni.
Da leggere con passione!
Le poesie di Oliver appaiono semplici e scivolano giù aggrovigliandosi nella parte concupiscibile dell’animo, strizzando e strapazzando il lettore. Una semplicità apparente, raggiunta con serio lavoro di cesello, verso dopo verso.
Il messaggio che comunicano va oltre l’erotismo evidente delle parole incatenate l’una all’altra e immodificabili; quasi sempre sorprendono nella chiusa che ribalta l’evidenza e suggerisce altre situazioni.
Da leggere con passione!
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