Conchiglie all’anima
Agosto, Lido Venere. A Metaponto, in Basilicata. Un lettino e un ombrellone, un quaderno e una penna, il palcoscenico di un’intera spiaggia e tutto il Mar Ionio ad ispirare ritratti di parole, riflettendomi sulle onde.
Agosto, Lido Venere. A Metaponto, in Basilicata. Un lettino e un ombrellone, un quaderno e una penna, il palcoscenico di un’intera spiaggia e tutto il Mar Ionio ad ispirare ritratti di parole, riflettendomi sulle onde.
p.s.: non potendo essere letta alcuna poesia in anteprima, data l’esiguità delle pagine a disposizione, rimedio qui, riscrivendovene un paio.
Di un ascoltare nascosto
Onda dopo onda
muore il mare
che rinasce
Nella scacchiera del cielo
il vento sposta nuvole
giocando a nascondino
con il sole
E voci di risacca
defluiscono in pensieri
Amori mai nati
ritornano nei racconti
pigri sulle sdraio
-boe di confine
si nascondono a sguardi-
Passi di monili
strisciano solchi di sudore
nella cornice di vite astratte
Come un pittore assente
scivolo l’inchiostro
in particolari amorfi
coprendo i mille specchi
con la tela di un foglio
Quanti abbracci svaniti
nelle ipotesi vigliacche
di un ascoltare nascosto
quando un solo sorriso
a formare diga con le parole
si può vestire di pelle.
E ricama cerchi d’infinito
Il battere il tempo
con le dita
viene portato
dall’anomalo Maestrale
E gridano i chioschi di rena
l’offerta di note e sole
mentre grani di sabbia
danzano sui piedi l’Estate
Fogli di notizie
dispettano l’etichetta
volando tra le mani
ipotetici viaggi alla catena
Nel flamenco della vita
nacchere di racchette
esaltano guizzi di gioventù
in sfida da sorrisi in offerta
Il silenzio fra le mani
del ‘bikini’ defilato
piega il capo sul cuore
nell’assenza di un pensiero
che sia specchio del proprio
e ricama cerchi d’infinito
il piede dai passi d’inerzia.
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